Eutanasia: ripensaci Alaindelon!

- di: Barbara Leone
 
Bellissimo, di una bellezza abbacinante. Seduttivo, ma non sexy. Ribelle, indisciplinato e anticonformista. Ieri come oggi, che decide di morire esattamente come ha vissuto: libero, sempre e comunque. E’ il figlio Anthony a darne notizia: mio padre ha scelto l’eutanasia, e sarò io a stargli accanto. E il suo non è un padre qualunque. E’ un mito, una leggenda vivente. E’ Alain Delon. Anzi: Alaindelon, perché è d’obbligo pronunciarlo tutto d’un fiato. Occhi di ghiaccio e viso angelico, che ha fatto letteralmente perdere la testa alle donne di mezzo mondo. E pure a qualche uomo che avrebbe tanto voluto esser come lui. 

E’ Alain Delon. Anzi: Alaindelon, perché è d’obbligo pronunciarlo tutto d’un fiato

Nel 2019 l’attore francese era stato colpito da un ictus seguito da una leggera emorragia cerebrale. Le sue condizioni sono sempre rimaste stabili, anzi, in costante miglioramento e con perfette funzioni vitali. Tant’è che recentemente aveva pure confessato d’essersi invaghito di una non meglio identificata signora giapponese. Insomma, malaticcio sì. Ma del resto a 86 anni suonati bisogna pur accontentarsi. E invece no. Lui, Alaindelon tutto d’un fiato, non s’accontenta. E così ha deciso che se ne andrà quando dice lui e come dice lui. Complice un sostanzioso conto in banca e la cittadinanza svizzera, perché per noi comuni mortali la faccenda è decisamente molto più complicata. Senza voler entrare nel merito del delicato argomento del fine vita, che pure in certi casi ha il suo perché, dispiace non poco che un’inarrivabile leggenda come lui voglia ricorrere all’eutanasia solo perché “la vita non ha più nulla da offrirmi, ho visto tutto, ho sperimentato tutto”. 

Alain Delon: “la vita non ha più nulla da offrirmi, ho visto tutto, ho sperimentato tutto”

E no, caro Alaindelon tutto d’un fiato. La vita è vita. Almeno sino a quando sussistono le condizioni fondamentali per avere una dignitosa esistenza. E, per quanto ne sappiamo, la tua di vita è ancor oggi più che dignitosa. La tua volontà di porre fine alla tua vita quando così ti girerà in capa è veramente un insulto a tutti quelli abbracciano la propria malattia con serena indulgenza ed invidiabile spirito di sopportazione. E sorridono, sorridono sempre nonostante tutto. Forse sono più loro i miti da emulare. Gente che magari dalla vita ha avuto molto poco, e che s’è fatta il mazzo anche solo per avere una tetto sulla testa. Gente che ha rinunciato a tutto per crescere i figli, che non ha mai conosciuto lo sfarzo e l’ozio. E nemmeno la depressione, che tante volte è anche quella un lusso. Perché molto spesso vorresti sprofondare, dormire all’infinito, piangere, gridare ma non te lo puoi permettere. E’ così carogna certe volte la vita che non ti concede nemmeno la possibilità d’esser depresso. Semplicemente perché non hai il tempo per esserlo, semplicemente perché devi pedalare da mane a sera per far quadrare i conti. E se ti ammali, che Dio non voglia, è un terno al lotto. Perché se ti dice male finisci in una qualunque corsia d’ospedale dove ti lasciano a schiattare da solo. E’ sempre una questione di culo, caro bellissimo Alaindelon tutto d’un fiato. 

La vita vera, quella dei veri eroi, non è un set


La vita vera è questa, non donne e macchine stupende, non feste con caviale e champagne, non ville e vacanze in barca. La vita vera, quella dei veri eroi, non è un set. Ma un bilocale vista cortile con un balconicino di due metri per due da cui guardare un risicato fazzoletto di cielo. E nonostante tutto sognare, e sperare in un domani migliore. E’ vedere il bicchiere mezzo pieno, senza piangersi addosso per ciò che non si ha apprezzando ogni santo giorno quel che invece si ha. Dici che odi quest’epoca, dove tutto è falso, distorto e privo di rispetto. Ma pensi che a noi piaccia questo tempo inaridito e vuoto? Solo ad un folle, ad uno stolto, ad un meschino può piacere il tempo che stiamo vivendo in cui siamo tutti delle monadi iperconnesse che non si incontrano mai. Fa schifo pure a noi quest’epoca grigia e senz’anima, ma che si fa? Abdichiamo alla vita? Dici che non ti piace invecchiare. Noi, al di qua della cinepresa, invece ci divertiamo un mondo a scoprirci ogni giorno una ruga nuova. E manco abbiamo i soldi per un filler e la tinta per coprire i capelli bianchi ce la compriamo a sette euro al supermercato. Aripijate Alaindelon tutto d’un fiato. Che la vita è sacra e anche se non stai troppo bene noi di qua c’abbiamo madri, padri e fratelli che combattono con le peggio malattie e nonostante tutto cantano sottovoce caricando la macchinetta del caffè. Ripensaci, Alaindelon tutto d’un fiato. Te ne andresti lasciandoci veramente un gran brutto ricordo di te. Facci sognare ancora, bello e impossibile come sei. L’ultimo gattopardo: semplicemente Alaindelon tutto d’un fiato.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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