Un'Europa che non riesce a trovare accordi tradisce i cittadini

- di: Redazione
 
L'Europa, anche in queste ore, ha dimostrato che, se si tratta di raggiungere decisioni condivise, si può parlare di tutto, meno che di economia. Lo hanno dimostrato anche le fratture in seno al Consiglio europeo su un argomento che, mai come in questo periodo, è di attualità, quello dell'energia, sul quale sono emersi molti punti di frizione, conseguenza di una visione talmente egoistica da parte di alcuni Paesi da rasentare la miopia o, addirittura, la incapacità di vedere cosa ci sia alla base di una crisi.

L'energia non è un argomento astratto perché è tra i pochi che riguarda tutti, dai Paesi e dai loro sistemi macro-economici per andare giù, giù, sino in fondo, fino alle singole famiglie. Ma se un problema grave e generale, come quello dell'energia, alla fine si riduce ad un confronto ideologico significa che l'Europa di strada per raggiungere la vera unità di strada ne deve fare molta.

In questi mesi la crisi energetica si è tradotta in un aumento generalizzato dei prezzi (soprattutto di quelli del gas)  che ha innescato, come sempre accade, un effetto a cascata. Perché prezzi più alti per l'energia significa anche l'aumento dei generi di prima necessità. 

Se a questo si uniscono altre crisi contingenti, ma non troppo (come la pandemia e la carenza di semiconduttori, che ha addirittura portato alla chiusura di stabilimenti in tutto il mondo, automobilistici soprattutto) , ci capisce benissimo come, su questo problema, l'Ue avrebbe dovuto cercare di trovare una linea comune, magari - come proposto dall'Italia e da altri Paesi -  per arrivare ad acquisto e stoccaggio comuni di gas per stabilizzare la situazione ed essere preparati ad altre emergenze. 

Altro argomento cruciale avrebbe dovuto essere quello dell'elettricità, sul quale, come sempre accade, è stato impossibile trovare un accordo, nemmeno di minima portata, come poteva essere quello di riformare il mercato, individuando meccanismi che ne impediscano l'impazzimento ciclico, come spesso accade.
 
Niente da fare e il premier spagnolo Pedro Sanchez, che si era fatto il primo latore della proposta di istituire meccanismi regolatori del mercato dell'energia che lo mettano al riparo da spregiudicate manovre speculative, non ha potuto fare altro che prendere atto della nascita di un fronte comune composto da quei Paesi (tra cui la Germania - che sta ancora metabolizzando l'uscita di scena di Angela Merkel, diventando ostaggio dei ''falchi'' - e Paesi Bassi) che ritengono la crisi passeggera, quindi con la certezza che i prezzi energetici caleranno a breve e che, non trattandosi di un fenomeno di lungo periodo, non vale la pena mettere mani nuove regole per il mercato.
Ora quali siano le informazioni in mano ai ''duri'' dell'Ue è un mistero, ma devono essere molte e fondate, perché solo così si potrebbe giustificare che, davanti all'ampiezza del problema, la soluzione che loro hanno individuato sia quella di fare spallucce.

Per dirla chiaramente, evidentemente l'Europa di oggi è questa, dilaniata su molti degli argomenti su cui viene chiamata a pronunziarsi, che devono avere il pregio di non disturbare più di tanto. 

Ma questa Europa serve agli europei?

C'è da esprimere dei dubbi perché l'Europa può essere chiamata unita se sulle grandi problematiche c'è totale concordanza di intenti e vedute. Così non è, e lo si vede anche su un problema gigantesco ed attuale quale la pandemia. Sulle strategie per contrastarla ogni Paese si sta comportando a modo suo, cosa che è forse giusta, in linea di principio (l'Ue non cancella totalmente la sovranità degli Stati), ma entra in rotta di collisione con gli interessi generali.

L'Italia adotta misure molto rigide che altri Paesi non accettano, creando un disequilibrio di cui pagano le conseguenze i cittadini, europei e no, perplessi per il fatto di non capire il perché le regole mutino al varcare di un confine.

In questo gioco delle parti, in questo perenne ''io so che tu sai che io so'', i Paesi che portano avanti una costante demolizione dei principi della democrazia si fanno beffe di proscrizioni varie, continuando ad incassare i soldi dell'Ue e fregandosene di tutto il resto. 
Il Magazine
Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
Iscriviti alla Newsletter
 
Tutti gli Articoli
Cerca gli articoli nel sito:
 
 
Vedi tutti gli articoli