Domenico Vacca, lo stilista delle star di Hollywood, apre la prima boutique italiana

- di: Marco Tringali
 
Anche nel mondo della moda, qualche volta, vale la massima secondo la quale “nemo propheta in patria”. E' un po' curiosa la storia dello stilista, Domenico Vacca, pugliese di nascita, i cui capi di abbigliamento hanno vestito alcune delle grandi star di Hollywood, ma che in Italia non ha ancora avuto la fortuna che merita.




Il suo brand ha già riscosso ampi consensi anche a Londra, Mosca e perfino in Qatar. La bella notizia,però, è che il brand “Vacca” it's coming home!!

Tra le star di Hollywood, i suoi abiti sono stati indossati da attori del calibro di Al Pacino, Glenn Close, Denzel Washington e Dustin Hoffman

Proprio in questi giorni, infatti, Domenico Vacca ha aperto la sua prima boutique italiana. E non poteva scegliere un luogo più idoneo per rappresentare la storia, la ricercatezza e la bellezza: Piazza di Spagna a Roma, a pochi passi dalla celebre Via Condotti.  Professionalmente, Domenico Vacca ha vissuto due vite diverse. Dopo dieci anni di attività come avvocato di diritto internazionale, lo stilista di origini pugliesi ha deciso di imprimere una svolta alla propria vita, investendo il proprio tempo e i propri risparmi sulla moda, la vera passione della sua vita.  La capacità di osare, di rischiare e di innovare sono stati i veri marchi di fabbrica di Domenico Vacca. Al lancio del brand, avvenuto nel 2002, è seguita una escalation di successi e di riconoscimenti che hanno proiettato il brand “Vacca” nel firmamento delle case di moda più apprezzate, non solo negli Usa.

Ma come è nata questa passione? 

“La colpevole e’ senz’altro mia nonna materna, Sabina Orciuolo”, ci ha raccontato lo stilista pugliese nell'intervista che ha concesso in esclusiva a Italia Informa. “Mia nonna aveva già un atelier in Puglia, ad Andria, sin dal 1925. Realizzava abiti da donna e tutta la famiglia di mia madre era composta di sarte e sarti, quindi io sono nato in una atmosfera piena di tessuti, forbici e macchine da cucire”.

Sono trascorsi 20 anni dall'apertura del suo primo flagship store a New York, adesso il suo primo store nel cuore di Roma. E' il primo passo verso la conquista dell'Europa?

“Si, la pandemia mi ha fatto passare, dopo trent’anni di New York e di girovagare per il mondo, più tempo in Italia. Mi sono guardato intorno e ho pensato che fosse il momento giusto per entrare nel mercato italiano ed europeo. I marchi del lusso in Italia mi sembrano un po’ …stanchi, quindi ho pensato di portare le nostre collezioni, che hanno un forte elemento sartoriale ma anche un forte elemento internazionale, un punto di vista più. Dinamico, nuovo, fresco..”.

L'apertura del nuovo store in Piazza di Spagna rappresenta un nuovo punto di svolta per il suo brand, vuole lanciare un messaggio agli italiani appassionati di moda?

Si, assolutamente si. Gli stranieri pensano ancora che gli italiani siano ancora i meglio vestiti del mondo in realtà ho scoperto che ormai gli italiani indossano una divisa, sneakers, jeans e capi di nylon, forse e’ arrivato il momento di riportare il buon gusto e la qualità in Italia per far si che gli italiani si riapproprino del loro ruolo di ambasciatori dell’Italian style, non sarà facile ma ci proveremo.



A quale periodo storico della moda si sente più legato?


A due momenti: la moda italiana degli anni 80, Armani, Versace, Ferre’, e poi Romeo Gigli e Prada e Gucci dei primi anni e poi la sartoria italiana, questo grande fenomeno di artigianalità e qualità nella manifattura che va protetto e rilanciato.

Il mondo della moda è in costante evoluzione, come immagina vestita la donna tra 50 anni?

Sono molto preoccupato. Ho visto una moda all’ultimo Sanremo che non prospetta niente di buono per il futuro. Siamo in una fase in cui vale tutto, gli stilisti di oggi sono delle persone che si sono inventate questa professione da un giorno all’altro e dove pensano che più i capi sono “strani” e più sono di moda. Spero ci sia un cambiamento radicale nei prossimi anni e che le parole eleganza, stile e buon gusto non siano abbandonate e ritornino a essere l’obiettivo di qualsiasi stilista….vedremo.

In quale città del mondo si sente più a casa?

Certamente New York, ma ultimamente passo molto tempo a Roma e mi sembra una città che ti fa sentire subito a casa.

Quale consiglio darebbe ai giovani stilisti che iniziano adesso la propria avventura?

Di trovare un loro punto di vista nelle cose che fanno, un look che li identifichi senza precipitare nella voragine del cattivo gusto per stupire a ogni costo e poi trovare subito un finanziatore, lanciare una collezione, un marchio costa ormai tanti soldi.

Quale sarà la particolarità del suo nuovo store romano che lo esalta?

Che più che un negozio e’ un club, un salotto, per gente che ama la qualità dei tessuti, i tagli perfetti dove potersi ritrovare e parlare di moda acquistando dei capi uomo e donna di alta qualità prendendo un caffè o bevendo un bicchiere di champagne.

Tra le star di Hollywood, i suoi abiti sono stati indossati da attori del calibro di Al Pacino, Glenn Close, Denzel Washington e Dustin Hoffman, un vero parterre de Roi. Rimane ancora qualche star che vorrebbe annoverare nel suo “palmares”?


Si. Le star sono tante e ne escono di nuove ogni tre mesi. Mi piacerebbe vestire Brad Pitt e Leonardo di Caprio. Sarebbero degli ottimi testimonial del made in Italy se iniziassero a indossare capi, non per motivi commerciali e di pubblicità, ma solo per buon gusto.


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