Cronache dai Palazzi. Per Giorgia Meloni l'autunno rischia di essere bollente
- di: Diego Minuti
Alla ripresa delle attività dopo la sosta estiva, la politica deve andare di fretta perché l'autunno è tradizionalmente legato a ''rogne'' di vario tipo, quasi che, dopo essersi concessa qualche settimana di ''non guerra'', chi siede su poltrone di prestigio, ma anche scomode, sa bene che lo aspetta una dura stagione. Che, a volere essere pignoli, è quella delle grandi battaglie sindacali. Di temi caldi ce ne sono tanti, vuoi sul fronte interno, che su quello internazionale, a cominciare dal confronto con quella parte dei Paesi dell'Ue che proprio non intendono andare ad una modifica dei paletti del Patto di stabilità che, ripartendo a gennaio 2024, dopo la sosta imposta dalla pandemia, rischiano di strangolare chi - a cominciare dall'Italia, che non è comunque la sola - si deve confrontare con un enorme debito.
Cronache dai Palazzi
Quella con i Paesi ''frugali'' dell'Ue è una battaglia vecchia e che, bene o male, si sa come combattere. Senza per questo chiamare in causa Paolo Gentiloni, cui il vicepremier Antonio Tajani si è rivolto dicendosi ''convinto che il debba fare la sua parte e mi auguro la faccia per tutelare l'interesse italiano e di una Ue che produce''. Non sappiamo come Gentiloni abbia preso questo appello alla sua italianità, ma forse non gli ha fatto piacere sentirselo dire, come se l'essere italiano possa in qualche modo interferire o condizionare il suo incarico. Ma queste cose fanno parte delle schermaglie normali, della dialettica politica, quella che, in previsione di problemi sempre più difficili da risolvere, cerca di trovare oggi un potenziale colpevole con cui prendersela domani. In tutto questo Giorgia Meloni sta procedendo su binari diversi, con uno solo decisamente in discesa, quello interno, quello che riguarda Fratelli d'Italia, partito che, semmai ce ne fosse stato bisogno, sta plasmando su sé stessa, non tanto per rafforzare la sua posizione - ben più che solida -, ma per costruire una forza politica capace, in termini di classe dirigente, di tradurre in atti positivi l'enorme forza datale dal voto.
Per fare questo ha rimodulato la struttura di comando (quella decisionale è totalmente nelle sue mani), facendo salire di ''grado'' la sorella Arianna, cui ha consegnato - con quelle della segreteria politica di FdI - le chiavi del partito, ufficializzando un peso politico che peraltro tutti già le riconoscevano. Così come incaricare ufficialmente Giovambattista Fazzolari di coordinare la comunicazione del governo è una vera impresa, visto che non sempre i ministri obbediscono al precetto di parlare solo se si ha qualcosa da dire e non solo per togliere polvere alle corde vocali. Fazzolari avrà il suo daffare, non potendo seguire, passo passo, ora dopo ora, i ministri di FdI per conformarne le sortite pubbliche ai desiderata meloniani. E la definizione di ''impresa'' è calzante, come dimostrano le ultime esternazioni del Ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che, appena ieri, ha detto: '' Da noi spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi, cercando dal produttore l’acquisto a basso costo spesso comprano qualità''. Ora, mettendo da parte indagini merceologiche e statistiche sul potere d'acquisto, Lollobrigida è stato sommerso di critiche da parte dell'opposizione che non gli perdona veramente nulla. Lui, bisogna ammetterlo, ce la mette tutta (ormai iconico il suo ''non sono razzista, sono ignorante''), e forse una maggiore attenzione dovrebbe mettercela. Perché lui non è ''solo'' ministro, ma anche ''cognato'' e ''marito'' delle due sorelle oggi più potenti d'Italia.