Confimprese, Resca: “moratoria sull’aumento Istat per gli affitti commerciali”

- di: Barbara Leone
 
L’impatto dell’inflazione, che ha registrato il record dal 1985, l’aumento dell’energia e più in generale di tutte le principali voci di spesa hanno aggravato la sofferenza del settore retail. Un settore, peraltro, già fortemente provato dalla riduzione dei fatturati a seguito dell’emergenza covid e dal conseguente aumento del peso degli affitti sul giro d’affari, che è passato indicativamente dal 18% al 22,2% nell’abbigliamento e dal 12 al 12,6% nella ristorazione. A ciò si aggiunge il deterioramento dell’indice di fiducia delle famiglie e un mercato del lavoro in peggioramento. In questo quadro cresce, dunque, l’allarme per l’imminente aumento dei canoni per gli immobili commerciali dovuto all’inflazione.

Ecco perché Confimprese chiede un intervento a livello governativo che preveda la moratoria dell’aumento Istat per l’affitto di immobili commerciali, senza peraltro escludere la necessità di rivedere i modelli contrattuali in essere qualora la crisi dovesse protrarsi nel medio-lungo periodo. “È palese - dichiara Mario Resca, presidente Confimprese - che gli operatori in tale situazione non possono sostenere l’aumento Istat sugli affitti, che oggi è all’8,4%. Se vogliamo evitare la chiusura di punti vendita e il conseguente ridimensionamento dell’occupazione - aggiunge Resca -, il Governo deve intervenire subito, sull’esempio di quanto fatto con il DL.95\2012 per la pubblica amministrazione, per cui l’aggiornamento Istat dei canoni di locazione è stato congelato per dieci anni. Anche a livello europeo si registrano già i primi interventi di regolamentazione del prezzo degli affitti”.

Del resto in altri Paesi ci si sta muovendo in questa direzione. Per esempio l’esecutivo spagnolo, a fronte di un’inflazione che nel caso iberico ha ormai superato il 10%, ha introdotto un tetto massimo dell’indicizzazione pari al 2%, applicabile fino a fine anno ai contratti di locazione per gli immobili ad uso residenziale. Anche l’Eliseo ha varato misure eccezionali per mitigare l’impatto dell’inflazione (che in Francia è al 5.8%) sui canoni di locazione, rivolgendosi oltre che alle famiglie anche specificamente al settore retail. Risale infatti al 16 agosto scorso l’introduzione di un tetto massimo all’aumento dei canoni fissato al 3,5%. Anche in Germania il tema è attualmente in discussione. In prospettiva Confimprese ritiene necessario recepire e rendere obbligatorio, anche in Italia, un obbligo generale di rinegoziazione del contratto basato sul principio di buona fede e correttezza qualora si verifichino eventi imprevedibili e incontrollabili che alterino in modo sostanziale (e non imputabile ad una delle parti) le condizioni convenute. Ad oggi, infatti, il rimedio dell’eccessiva onerosità sopravvenuta, normato dall’art. 1467 cod. civ., rischia di essere controproducente per gli operatori commerciali costretti a scegliere, di fronte all’indisponibilità dell’altra parte a una equa revisione, tra la continuazione del rapporto a condizioni invariate o la sua risoluzione.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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