CNA: a Monaco di Baviera per discutere del ruolo futuro dell’artigianato in Europa

 
Il presidente nazionale della CNA, Dario Costantini, e il segretario generale Otello Gregorini hanno partecipato alla riunione delle Organizzazioni europee dell’artigianato che si è tenuta a Monaco di Baviera. Al centro del summit, convocato in vista delle prossime elezioni europee, il tema “L’artigianato costruisce l’Europa di domani”. Un tema caldo che è stato il filo conduttore della recente Direzione nazionale della Confederazione dopo essere stato indagato dalla nostra Area studi e ricerche.

Al vertice si è sottolineato come l’Europa abbia bisogno di economie locali forti per mantenere la propria competitività e costruire un futuro solido. Artigiani, micro, piccole e medie imprese sono indispensabili per garantire prosperità, servizi, posti di lavoro, formazione nelle regioni e nei territori d’Europa, attuando la trasformazione verde e digitale. Nel contempo, queste imprese sono purtroppo le più colpite dall’introduzione di nuove, sempre più burocratiche e onerose pratiche. Diventa necessario quindi che i responsabili politici dell’Unione europea forniscano all’artigianato continentale le migliori condizioni per competere, innovare e far crescere le proprie attività. Questioni cruciali che, presumibilmente, saranno dibattute l’anno prossimo in una Conferenza dell’artigianato in Europa, alla quale già stanno lavorando le Organizzazioni che si sono riunite a Monaco di Baviera, dove hanno stilato un documento sinteticamente riassunto in sette punti per chiedere alle istituzioni e ai politici europei:

1) un quadro normativo stabile e affidabile per compiere progressi nella transizione verso un’economia verde;
2) la riduzione degli obblighi di rendicontazione e documentazione;
3) la garanzia di ottenere una concorrenza leale sui mercati digitali;
4) la fornitura di manodopera qualificata attraverso una formazione di alto livello, il rafforzamento della mobilità di tirocinanti e lavoratori qualificati all’interno della Ue e la semplificazione dell’ingresso di manodopera qualificata da Paesi terzi;
5) il posizionamento di artigiani, micro, piccole e medie imprese al centro della politica europea;
6) un maggiore sostegno ai ‘piccoli’ come fattori di coesione sociale;
7) la promozione di un contesto politico stabile.
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