Bper Banca, piano industriale 2022-2025: atteso utile netto pari a 800 milioni di euro. Payout ratio al 50% nel 2025

- di: Barbara Leone
 
Un’evoluzione verso un modello di business multi-specialista e capital light, in grado di valorizzare la scala nazionale del Gruppo, le fabbriche prodotto e i canali distributivi specializzati, grazie anche ad una profonda trasformazione tecnologica e digitale. Sono questi i principali obiettivi di Bper Banca, il cui Consiglio di amministrazione ha approvato il Piano industriale 2022-2025. Un Piano che, come sottolinea l’Amministratore delegato del Gruppo Piero Luigi Montani “delinea una nuova fase di sviluppo del Gruppo Bper Banca con obiettivi ambiziosi ma che sappiamo essere alla nostra portata, facendo leva sui ragguardevoli risultati raggiunti oggi in termini di miglioramento del posizionamento competitivo, redditività e qualità del credito. L’utile netto atteso al 2025 pari a circa 800 milioni di euro - ha detto Montani -, sarà raggiunto grazie al potenziamento delle nostre fabbriche prodotto nei business strategici del Gruppo rafforzando il nostro modello di banca multi-specialista, con l’obiettivo di accrescere ulteriormente la componente commissionale all’interno dei ricavi. Saranno cedute le attività non-core, tra cui la piattaforma di gestione degli Npl che ci consentirà di fare ulteriori significativi progressi nell’attività di derisking, raggiungendo un Npe ratio lordo stabilmente sotto il 4% per tutto il periodo di Piano. Sul fronte dei costi saranno implementate azioni che ci consentiranno di migliorare strutturalmente l’efficienza operativa e di far fronte ai significativi investimenti previsti in tecnologia, indispensabili per rispondere alle crescenti esigenze della clientela e all’accelerazione digitale che sta attraversando il sistema finanziario.

Sottolineo, inoltre - ha aggiunto l’Ad Bper - che la crescita della redditività complessiva sarà supportata dalle importanti sinergie derivanti dall’integrazione di Banca Carige, che abbiamo quantificato in oltre 150 milioni lordi a regime, a conferma dei solidi presupposti industriali alla base dell’operazione. L’aumento degli utili sarà accompagnato da un incremento della remunerazione agli azionisti, con un payout ratio al 50% nel 2025 e un monte dividendi pari a circa 1 miliardo di euro che verranno distribuiti nell’arco di Piano, mantenendo al contempo una solida posizione patrimoniale. Il raggiungimento dei target - ha sottolineato Montani - sarà reso possibile anche dalle importanti leve di sviluppo previste per i dipendenti del Gruppo, che colgo l’occasione per ringraziare ancora una volta per i risultati ottenuti, l’impegno e lo sforzo profuso quotidianamente in una fase di forte trasformazione e crescita della nostra Banca. Con riferimento alle tematiche di sostenibilità, già ampiamente integrate nel nostro modello di business, abbiamo identificato azioni concrete da traguardare su tutte le linee di intervento in modo trasversale, con target precisi in termini di riduzione degli impatti ambientali, supporto ai clienti nella transizione ecologica, ed infine attenzione all'inclusione, alla gestione delle diversità e alle frange più deboli della società, con l'obiettivo di creare valore condiviso. Il nuovo Piano, dunque - ha detto in conclusione l’Ad del Gruppo -, ci consentirà di evolvere verso un modello di business più focalizzato sulle attività core, valorizzando al meglio le nostre fabbriche prodotto, con una maggiore efficienza e un forte impulso alla digitalizzazione guidato da logiche di sostenibilità a beneficio di tutti gli stakeholder”.

Le proiezioni sono basate su uno scenario macroeconomico conservativo, in particolare con riferimento alla progressione dei tassi di interesse le cui stime più recenti prevedono un rialzo nel breve periodo più consistente di quanto ipotizzato nel Piano. Tra le principali assunzioni vi sono: attese di crescita del Pil Italia condizionate dal conflitto Russia-Ucraina; spinte inflazionistiche elevate nel 2022 previste in attenuazione dal 2023; attese di politiche monetarie più restrittive con un conseguente progressivo incremento dei tassi; impieghi a famiglie e imprese in crescita, seppur rivista al ribasso, con tassi e spread in significativo incremento; crescita della raccolta indiretta e gestita condizionata nel breve termine da una maggiore avversione al rischio conseguente al recente aumento della volatilità nei mercati finanziari; aumento della rischiosità per le imprese nel 2022 seguito da un percorso di progressivo rientro dal 2023. Il Piano prevede due importanti direttrici di sviluppo: innanzitutto una serie di operazioni straordinarie, volte a rafforzare ulteriormente la posizione competitiva a livello nazionale e garantire una maggiore focalizzazione sulle attività core del Gruppo, mediante anche cessioni e deconsolidamenti di asset non strategici che consentiranno di liberare capitale per oltre € 500 mln da destinare allo sviluppo del business. E poi leve di crescita organica, suddivise in 5 ambiti progettuali funzionali all’evoluzione verso un nuovo modello di business multi-specialista di Bper in ottica capital light, attraverso la valorizzazione delle fabbriche prodotto strategiche e un forte impulso alla digitalizzazione. Le operazioni straordinarie includono: l’acquisizione del Gruppo Carige, (il cui processo di integrazione è previsto completarsi entro la fine del 2022) con conseguente incremento della scala nazionale del Gruppo Bper Banca in territori ad oggi limitatamente presidiati e aumento della base di clientela del 20%, superando così, con gli oltre 800 mila clienti di Carige, i 5 milioni di clienti. L’operazione consentirà di migliorare la redditività prospettica con benefici anche sul fronte della qualità del credito e posizione di capitale, a conferma della sua forte valenza strategica e industriale. Grazie anche al comprovato track record di Bper nei processi di integrazione, sono state identificate importanti sinergie per un totale di € 155 milioni lordi, che si dispiegheranno al 100% al 2024 e al 50% già nel 2023. In particolare: € 85 mln sono riferiti a sinergie di costo derivanti da re-internalizzazione IT Carige sulla piattaforma di Gruppo, attivazione di un piano di cost excellence valorizzando scala/potere negoziale e best practice della Capogruppo, razionalizzazione degli sportelli in ingresso, riduzione dei costi di Governance e Controllo e diminuzione degli ammortamenti a seguito della svalutazione degli asset informatici; € 40 mln saranno generati da sinergie di funding grazie al mancato rinnovo delle scadenze obbligazionarie di Carige e al progressivo riallineamento del costo della raccolta di Carige a quello di Bper; € 30 mln sono attesi da sinergie di ricavo derivanti principalmente dall’aumento del cross selling, mettendo a disposizione della clientela di Carige l’offerta delle fabbriche prodotto appartenenti al Gruppo Bper. Sul fronte del capitale nell’arco di Piano sono attesi benefici quantificabili in circa € 2 mld di minori Rwa grazie all’estensione dei modelli AIRB su perimetro dei crediti verso clientela rivenienti da Carige, con un impatto positivo stimato di circa 40 p.b. sulla posizione di capitale. Ed ancora la cessione della piattaforma interna di recupero sofferenze e Utp e successiva attivazione servicing NPE (closing dell’operazione previsto entro fine 2022 con completamento atteso entro il primo semestre 2023).

L’operazione si inquadra nella più ampia strategia di derisking che il Gruppo ha efficacemente perseguito negli ultimi anni e prevede la cessione della piattaforma interna di recupero sofferenze e Utp con contestuale trasferimento di un portafoglio di crediti deteriorati, per il quale si sono già ricevute manifestazioni di interesse non binding da 4 primari operatori specializzati. Poi la cessione dell’attività merchant acquiring. A tale riguardo in data 1 giugno u.s è stato siglato un accordo strategico con Nexi S.p.A. per la costituzione di una partnership strategica di lungo termine da realizzarsi mediante il trasferimento dei rami aziendali di Bper Banca e Banco di Sardegna aventi ad oggetto le attività di merchant acquiring e gestione POS. L’operazione consentirà al Gruppo BPER di valorizzare tali attività avvalendosi della specializzazione e delle economie di scala permesse dalla nuova partnership con Nexi, mantenendo al contempo una significativa esposizione economica al business di merchant acquiring. Il closing, previsto per la seconda metà del 2022, consentirà al Gruppo Bper di realizzare una plusvalenza di € 318 mln lordi, ai quali potrebbero aggiungersi ulteriori € 66 mln lordi differiti nel tempo, il cui pagamento è condizionato al raggiungimento di taluni target economici e qualitativi. E ancor la cessione di 48 sportelli (di cui 40 ex-Carige e 8 Banco di Sardegna) al Banco Desio e della Brianza, al fine di prevenire l’insorgere di tematiche antitrust ad esito dell’assunzione del controllo del Gruppo Carige. L’accordo di cessione, siglato il 3 giugno u.s. è previsto finalizzarsi nel primo trimestre 2023. Il deconsolidamento Società di Noleggio Lungo Termine – Sifà previsto entro il primo semestre 2023. Il deconsolidamento Sardaleasing (previsto nel primo semestre del 2023) volto a semplificare il presidio dell’offerta nel business del leasing. E ancora la creazione del polo Wealth Management & Asset Management (prevista nel secondo semestre 2023) e la valorizzazione di Banca Cesare Ponti come veicolo specializzato e polo di eccellenza a presidio diretto della clientela Private, nonché centro di gestione investimenti e advisory con il compito di coordinare le diverse fabbriche prodotto focalizzate sul business Wm (Arca Sgr, Optima Sim, Bper Lux, ecc,). Tale operazione consentirà di massimizzazione le sinergie tra le reti distributive e le società prodotto dell’Asset Management e Bancassurance Vita. 

In aggiunta alle operazioni straordinarie sopra citate, il Piano prevede 5 ambiti progettuali che consentiranno di raggiungere un significativo aumento della redditività unitamente ad un miglioramento dell’efficienza e della produttività verso le best practice di mercato: il potenziamento del modello di Banca multi-specialista con scala nazionale; la trasformazione del modello di ricavi in ottica “fee based”; la partnership tra IT e Business per la trasformazione e la crescita; banca semplice e digitale e persone al centro. Gli ambiti progettuali saranno affiancati da 3 leve trasversali: de-risking e presidio del credito; nuovo modello di Innovazione ed Esg infusion. La posizione di capitale è prevista rimanere elevata, con un Cet1 ratio Fully Phased maggiore del 13% al 2025 (livello ritenuto adeguato al profilo di rischio del Gruppo), supportata dalla forte generazione di utili che permetterà di incrementare significativamente la remunerazione agli azionisti, con un pay out ratio previsto al 50% nel 2025 e un monte dividendi pari ad almeno € 1 mld da distribuirsi nell’orizzonte di piano. Anche il profilo di liquidità si manterrà robusto nell’arco piano grazie ad un programma di emissioni istituzionali per circa € 6 mld coerente con il percorso di uscita dal TLTRO III e il rispetto dei vincoli regolamentari. Le azioni previste consentiranno quindi di mantenere importanti coefficienti di liquidità, significativamente superiori ai requisiti: Lcr e Nsfr previsti ben oltre i requisiti minimi regolamentari in tutto l’arco di Piano. I target KPI del Piano di Incentivazione di Lungo Termine da rispettare al 31/12/2025 sono: ROTE (peso 50%) >10%; cost/Income (peso 20%) <58% ; Npe ratio lordo (peso 15%): ~3,6%. Per quanto riguarda gli obiettivi Esg (peso 15%): finanza sostenibile con un plafond di finanziamenti green di oltre € 7 mld in arco piano; la transizione energetica tramite riduzione del 23% delle emissioni di CO2 di Gruppo; diversità e inclusione, con 25% donne dirigenti e 33% donne manager (dirigenti e quadri direttivi). Infine Progetto “Futuro”, ovvero l’incremento dei programmi di educazione finanziaria e definizione di un progetto di inclusione giovanile: entrambi i progetti saranno supportati da un’analisi dell’impatto sociale positivo generato. 
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