Aperture contrastate nei listini asiatici: Hang Seng debole, Shanghai e Shenzhen sopra la parità nelle prime battute.
La seduta asiatica si apre con un quadro subito contrastato e, soprattutto, da leggere per quello che è:
l’andamento dei listini nelle primissime battute, non i risultati finali di giornata.
Siamo ancora nella fase di “riscaldamento” dei mercati, ma i segnali che arrivano da Hong Kong e dalla Cina continentale
sono già indicativi dell’umore degli investitori.
A Hong Kong il tono è chiaramente negativo in avvio:
l’indice Hang Seng apre in calo dello 0,41%, scivolando a
26.463,95 punti nei primi scambi. Una partenza in discesa che riflette la prudenza degli operatori,
ancora alle prese con il rebus dei dazi, delle prospettive di crescita globale e delle prossime mosse delle banche centrali.
Sul fronte opposto, le Borse cinesi continentali scelgono per ora la via della lieve positività.
A Shanghai il Composite segna in apertura un rialzo frazionale dello 0,03% a
3.991,83 punti, mentre a Shenzhen il listino avanza dello 0,06%
a quota 2.513,02 punti. Variazioni minime, quasi chirurgiche, ma sufficienti a mantenere i listini
sopra la parità e a suggerire un atteggiamento di cauta attesa più che di entusiasmo.
Il quadro d’insieme dell’Asia resta comunque misto: in altre piazze della regione il copione è quello di un
avvio senza direzione univoca, con indici che si muovono tra lievi rialzi e correzioni contenute,
mentre gli investitori guardano ai numeri dell’economia giapponese, alle tensioni commerciali e alla stagione
delle trimestrali tecnologiche negli Stati Uniti, con particolare attenzione al comparto dell’intelligenza artificiale.:contentReference[oaicite:0]{index=0}
In questo contesto, la seduta asiatica si apre dunque all’insegna della selettività:
Hong Kong parte con il freno tirato, penalizzata soprattutto dai titoli più ciclici e sensibili al commercio globale,
mentre la Cina continentale prova a mantenersi appena sopra la linea di galleggiamento, sostenuta da qualche acquisto
tattico sui grandi nomi domestici. Il tutto, è bene ribadirlo, si riferisce
esclusivamente ai livelli di apertura e ai primi scambi e non anticipa necessariamente
l’esito finale della giornata.
Per gli operatori, queste prime indicazioni fungono da bussola provvisoria:
raccontano di un’Asia che non cede al panico ma che neppure si concede slanci euforici,
in attesa di segnali più chiari da Wall Street, dal fronte macroeconomico e dalle trattative commerciali internazionali.
Sarà l’evoluzione dei flussi nel corso della seduta a dire se la debolezza di Hong Kong prevarrà sulla tenuta dei listini
cinesi o se, al contrario, la giornata si chiuderà con un copione diverso da quello visto al suono della campanella.
Per ora, la fotografia è nitida: aperture in chiaroscuro,
con Hong Kong in territorio negativo e Shanghai e Shenzhen appena sopra la parità.
Il resto lo scriveranno le ore di contrattazione che ancora mancano al traguardo di fine giornata.