BANOR - Il punto sui bond: un'estate positiva per il mercato obbligazionario

- di: Francesco Castelli, responsabile obbligazionario di BANOR
 
Un'estate positiva per il mercato obbligazionario

È stata un'estate positiva per il mercato obbligazionario, che ha superato brillantemente la volatilità dei mercati azionari di inizio agosto. Gli High Yield hanno continuato, sorprendentemente, la loro corsa rialzista. Un altro dato positivo è il risveglio dei titoli governativi e corporate, le cui performance erano rimaste piatte per gran parte dell'anno. Cos'è cambiato?

Come avevamo previsto all'inizio dell'estate, il rallentamento della crescita economica ha portato a un cambiamento di direzione delle Banche Centrali. La BCE ha appena confermato la decisione di tagliare i tassi, suggerendo possibili ulteriori riduzioni entro fine anno. Il cambiamento più rilevante, però, è arrivato dalla Fed, che ha avviato la sua manovra ribassista con decisione: un taglio di mezzo punto e una previsione di tassi in calo graduale verso il 3%, previsto entro la fine del 2025.

Questo contesto è favorevole per gli attivi a reddito fisso, che continuano a offrire rendimenti superiori all'inflazione. Comprare duration a questi livelli permette di assicurarsi rendimenti reali positivi con un rischio molto contenuto, un'opzione ideale per portafogli conservativi.

Dopo la forte performance degli High Yield, riteniamo che il settore sia diventato troppo caro e continuiamo a sottopesarlo. Preferiamo concentrarci sui subordinati finanziari, che offrono un premio al rischio interessante rispetto ai corporate con pari rating. Questa dinamica, ereditata dalla grande crisi finanziaria, appare oggi superata, in un contesto in cui le banche hanno recuperato solidità patrimoniale e redditività. Anche gli ibridi industriali, ovvero i titoli subordinati emessi da corporate di alta qualità, risultano interessanti: rispetto agli High Yield industriali, offrono rendimenti migliori con un rischio di credito contenuto.

Concludiamo la nostra analisi con uno sguardo ai titoli legati all'inflazione: non li trattiamo da oltre un anno, periodo durante il quale hanno sottoperformato a causa del calo dell'inflazione. Oggi, però, appaiono sottovalutati, con un'inflazione implicita molto bassa. I BTP Italia, in particolare, prezzano livelli di inflazione nell'ordine dello 0,6-0,8% per i prossimi 4-6 anni. È vero che l'inflazione italiana è attualmente molto bassa, ma è altrettanto vero che a questi livelli è possibile acquistare una sorta di assicurazione contro la futura inflazione a un costo decisamente conveniente.
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