Aerospazio: anche da carburanti alternativi le sfide per sostenibilità e decarbonizzazione

- di: Redazione
 
I temi della sostenibilità e della decarbonizzazione, cui tutti dovrebbero tendere nell'ambito degli sforzi per una maggiore tutela dell'ambiente, nel settore dell'aerospazio acquistano ulteriore importanza perché le soluzioni si conoscono, mentre sono ancora dibattute le strade da percorrere. Forse le soluzioni non sono ancora a portata di mano, ma nel medio periodo - i prossimi decenni - potrebbero essere attuate,  ricorrendo, in prima battuta,  all'utilizzo di carburanti alternativi che, per i veicoli a lungo raggio, determinerebbero un abbattimento fino al 75 per cento delle emissioni, al quale si andrebbero ad aggiungere i risparmi - fino al 50 per cento - per i velivoli leggeri spinti da propulsione elettrica. Ma, perché questi obiettivi restino effettivamente conseguibili, occorre una sinergia tra pubblico e privato che, solo lavorando insieme e redigendo un percorso comune e condiviso, potranno realizzare l'auspicata da tutti Transizione ecologica. 

Il settore Aerospazio dovrà affrontare le sfide della sostenibilità e della decarbonizzazione

Su questi temi è intervenuto Francesco Legrottaglie, Aerospace & Defense Leader e partner di Deloitte Italia. Nel contributo al blog di Deloitte, Legrottaglie ha indicato nell' accesso a fonti di finanziamento ''l’elemento chiave per accelerare la decarbonizzazione del settore aerospazio. Il pubblico deve necessariamente affiancare gli operatori del settore per dare impulso alla ricerca e identificare le tecnologie del cambiamento. È una collaborazione che oltre a essere necessaria è anche virtuosa perché conduce alla definizione di una road map chiara e a strategie, anche politiche, esplicite – presupposto fondamentale di attrazione per i fondi di private equity quando si investe in Ricerca e Sviluppo e tecnologie pionieristiche - ''. La collaborazione con governo, da una parte, e investitori, dall’altra, può dare, secondo l'esperto, la forza necessaria agli operatori tradizionali, e ancor più alle start up, per essere pronti a confrontarsi con le sfide della tecnologia e del mercato. Legrottaglie, nella sua analisi, si sofferma su fatto che il settore aerospaziale ''è uno dei più complessi da decarbonizzare, in primis per dimensioni e costi, ma anche per le rigidità regolatorie rispetto alla apertura a nuove tecnologie per l’aviazione o, in generale, per il traffico aereo''. I dati che Legrottaglie offre a sostegno della sua analisi sono chiari. Un volo di andata e ritorno da Londra a New York genera più di una tonnellata di CO2 a passeggero – ''quasi quanto ne produce un cittadino in un anno in un Paese in via di sviluppo'', commenta l'esperto -. L'aviazione commerciale pesa il 2-3% delle emissioni globali di CO2 e, elemento su cui occorre una attenta riflessione, nel quinquennio 2013-2018 sono cresciute del 32%. Un processo inarrestabile: entro il 2050 si potrebbe registrare un incremento delle emissioni pari a 2,5 volte il livello raggiunto nel 2019.  Intervenire, quindi, per attenuare l'impatto sull'ambiente del settore diventa una priorità, ma con il rischio che la strada obbligata, quella di nuove normative che prevedano oneri legati alle emissioni di carbonio (in Italia già in parte vi sono), si traduca in un collasso sul fronte squisitamente economico (lo studio Deloitte prevede un decremento dei ricavi pari a 40 miliardi di dollari) che su quello dell'occupazione (''salterebbero'' almeno 110 mila posti di lavoro, peraltro ad alta specializzazione).

Emissioni dei veicoli a lungo raggio abbattute fino al 75% con carburanti alternativi

Gli obiettivi, quindi, sono chiari. Come sono chiare le difficoltà che ci sono se non si comprendono le difficoltà che gli operatori del settore dovranno affrontare per aderire al cambiamento. Infatti, aggiunge Legrottaglie ''l’identificazione delle soluzioni tecnologiche adatte, che possano avere diffusione industriale e, quindi, scalabilità degli impatti sui processi produttivi e sulle infrastrutture per conseguire l’accesso a fonti di finanziamento privato, richiede l’indispensabile supporto pubblico in particolare sotto forma di incentivi''. Legrottaglie, quindi, elenca i punti dove occorre intervenire per contribuire alla soluzione dei problemi legati alla sostenibilità. Tra di essi: la rivisitazione del design dei prodotti; l’utilizzo di materiali sostenibili nella produzione; le smart factory alimentate da energia verde e tecnologie smart; la riconfigurazione della logistica. Poi, per contribuire fattivamente alla riduzione delle emissioni, per l'esperto saranno cruciali ''design innovativi per aumentare l’efficienza nei consumi; motori a propulsione elettrica o a idrogeno; utilizzo di carburanti non fossili; sviluppo conseguente di infrastrutture a supporto dei carburanti non tradizionali; rivisitazione della gestione del traffico aereo''. Prendere consapevolezza che l’utilizzo di carburanti alternativi non fossili abbasserà di molto l'impatto sul clima se non si prospetteranno i necessari incentivi sia per le compagnie aeree, che per le società che producono e distribuiscono energia. La stessa propulsione elettrica, soluzione a emissione zero, è applicabile limitatamente al corto raggio e presuppone che vengano ''ripensati'' in termini ingegneristici i sistemi di propulsione e gli velivoli stessi. Ma serviranno anche consistenti investimenti per le batterie e fonti di ricarica. Il ricorso all’idrogeno, che pure consentirebbe importanti risultati per la riduzione dell’impatto ambientale, ''porta dietro - sottolinea Legrottaglie - complessità tali da limitarne la commerciabilità».
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Italia Informa n° 2 - Marzo/Aprile 2024
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