A matter of trust: tenersi informati in tempo di crisi. Le doti che un esperto deve avere per essere credibile

- di: Barbara Bizzarri
 
Dalla ricerca “A matter of trust: tenersi informati in tempo di crisi” effettuata su un campione di 450 soggetti tra i 25 e i 75 anni rappresentativo della popolazione italiana, realizzata da Tips Ricerche e pubblicata nelle scorse settimane in occasione del lancio della newsletter del progetto Opinion Leader 4 Future, nato dalla collaborazione tra l’Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo dell’Università Cattolica e le media relations del Gruppo Credem,  tra i principali gruppi bancari nazionali e tra i più solidi a livello europeo, si evince che competenza, capacità comunicativa, rispetto e responsabilità nei confronti dei propri interlocutori, capacità di incidere sulla società Sono i principali criteri in base ai quali le persone valutano l’operato degli esperti a cui si affidano per informarsi e compiere le proprie scelte nella vita di tutti i giorni. Il target della newsletter, i cui contenuti e redazione sono a cura di ALMED, è rappresentato da una platea di lettori ampia, eterogenea, composta non solo di esperti ma anche di cittadini curiosi di cogliere i cambiamenti che caratterizzano il mondo dell’informazione.

La ricerca ha analizzato anche le differenze nell’approccio alla scelta degli esperti a cui affidarsi a seconda della generazione di appartenenza. In particolare, per i cosiddetti "millennials" (25-40 anni) ha grande rilevanza anche la capacità di gestire più touchpoint per facilitare l’interazione con gli assistiti. “La mancanza di fiducia nelle istituzioni influisce in maniera evidente sui processi decisionali individuali e familiari: da un lato ci si affida ai network orizzontali e informali per recuperare informazioni pratiche e subito spendibili; dall’altro si ricercano esperti di settore con cui attivare relazioni multi-touchpoint e continuative nel tempo. Si tratta di flussi di comunicazione, fortemente personalizzati e contestualizzati, che seguono traiettorie spesso imprevedibili. Ogni individuo costruisce i suoi percorsi, gestisce e alimenta il proprio network relazionale - ha dichiarato Sara Sampietro, coordinatrice del progetto Opinion Leader 4 Future e docente di Università Cattolica - da qui l’importanza di un sempre maggiore investimento sul tema dell’educazione informativa per offrire ai singoli i corretti strumenti per orientarsi nello scenario mediale e approcciare i contenuti con un atteggiamento costruttivo, critico e riflessivo, arginando i rischi legati all’information disorder”.

I millennials si differenziano dagli altri target anche per la maggiore importanza data all’esperienza internazionale. Inoltre è stato rilevato che, sulle questioni private di forte impatto sul patrimonio familiare, come le politiche abitative e di investimento, le persone ricercano un contatto personale con esperti e professionisti con cui si possono instaurare anche rapporti continuativi e face to face (circa il 30% degli intervistati). Diffusa è tuttavia anche la tendenza all’auto-didattica, attraverso la ricerca di informazioni sui motori di ricerca (20% degli intervistati).  “I risultati che emergono in modo sempre più evidente, sottolineano il ruolo del singolo, dell’esperto, del professionista rispetto ad un’informazione impersonale e senza volto. La mediazione, e quindi la necessaria rielaborazione di molti concetti, è un meccanismo ormai molto ricercato da chi si informa e pertanto cresce anche il ruolo e la responsabilità degli stessi opinion leader, professionisti e non, verso un pubblico molto ampio ma anche più attento e selettivo”, ha specificato Lucio Dionisi, responsabile media relations del Gruppo Credem.
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