2024, l’anno più caldo e devastante: l’Europa sotto le acque secondo Copernicus
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

Il 2024 sarà ricordato come l’anno più caldo degli ultimi dieci in Europa, ma anche come quello con il maggior numero di eventi climatici estremi. A certificarlo è il programma europeo Copernicus, che nel suo ultimo report ha disegnato un quadro drammatico della situazione meteorologica e ambientale del continente. Ondate di calore, inondazioni improvvise e tempeste violente hanno causato la morte di oltre 300 persone e colpito circa 413.000 cittadini. Le perdite economiche stimate superano i 18 miliardi di euro, con gravi conseguenze su infrastrutture, agricoltura e asset produttivi.
2024, l’anno più caldo e devastante: l’Europa sotto le acque secondo Copernicus
Secondo gli esperti, la frequenza e l’intensità degli eventi atmosferici estremi osservati nel 2024 non sono più riconducibili alla normale variabilità stagionale, ma sono effetti diretti della crisi climatica in atto. Il riscaldamento globale ha alterato la circolazione atmosferica e marina, aumentando la capacità dell’aria di trattenere umidità e innescando fenomeni più intensi e meno prevedibili. Le piogge torrenziali hanno colpito con forza soprattutto il Centro e il Nord Europa, portando allo straripamento di numerosi fiumi, tra cui il Danubio, la Senna e il Reno.
I paesi più colpiti: Germania, Francia, Italia
Tra i paesi che hanno subito le conseguenze peggiori ci sono Germania, Francia e Italia. In Germania, la regione della Renania è stata sommersa da alluvioni che hanno provocato almeno 87 vittime. In Francia, le tempeste hanno danneggiato decine di migliaia di ettari di coltivazioni, portando alla dichiarazione dello stato di calamità in cinque dipartimenti. In Italia, il Nord è stato investito da piogge incessanti e frane, mentre il Sud ha dovuto affrontare ondate di calore con picchi record di temperatura e incendi boschivi fuori controllo. Gli interventi della protezione civile si sono moltiplicati, ma spesso hanno dovuto fare i conti con infrastrutture fragili e reti idriche obsolete.
Copernicus: “Il cambiamento è già qui, servono risposte urgenti”
Il messaggio di Copernicus è chiaro: “Il cambiamento climatico non è un rischio futuro. È già presente, tangibile, misurabile, ed è destinato a intensificarsi se non si agisce subito”. Il report sottolinea l’urgenza di strategie coordinate a livello europeo e internazionale, puntando su mitigazione, adattamento e prevenzione. Tra le priorità: la gestione delle acque, il rimboschimento strategico, la difesa del suolo e la riforma urbanistica. Ma anche una forte riduzione delle emissioni di CO₂ e il passaggio deciso verso energie rinnovabili. Ogni ritardo, secondo gli scienziati, costerà vite e miliardi.
L’impatto sulle città: più fragili e impreparate
Le grandi città europee, secondo il report, si sono dimostrate particolarmente vulnerabili. A causa della cementificazione e dell’insufficiente drenaggio delle acque piovane, molte aree urbane sono diventate veri e propri “imbuti idraulici”. A Parigi, le stazioni della metropolitana sono state chiuse per allagamenti; a Milano, il Seveso è straripato per l’ennesima volta in meno di un anno. A Bruxelles, si sono registrati blackout elettrici legati ai temporali. L’urbanizzazione disordinata degli ultimi decenni rende le metropoli europee sempre più esposte e meno capaci di adattarsi rapidamente.
La sfida politica: tra piani green e resistenze locali
Il report di Copernicus arriva mentre l’Unione Europea discute l’aggiornamento del Green Deal e il rafforzamento dei vincoli ambientali per gli Stati membri. Ma il percorso non è semplice. Le spinte contrarie da parte di alcune industrie e l’opposizione di governi sovranisti hanno già rallentato l’adozione di nuove norme su energia, trasporti e agricoltura. Eppure, la realtà dei numeri spinge per una svolta decisa. Ogni euro investito nella transizione ecologica produce risparmi futuri e previene danni. Il 2024 è la prova concreta che non c’è più tempo da perdere.