Il virus West Nile torna a far paura. Nel Lazio si registra la settima vittima dall’inizio dell’estate, mentre in Calabria arriva la notizia del primo decesso accertato. A Roma è stato confermato il primo caso clinico nella Capitale: un uomo di 67 anni, ricoverato in condizioni critiche all’ospedale Spallanzani. Il quadro si fa sempre più serio, e le autorità sanitarie regionali intensificano le misure di contenimento, nel tentativo di fermare la diffusione di un’infezione che sembrava circoscritta, ma che ora preoccupa anche nei grandi centri urbani.
West Nile, allarme in Italia: settima vittima nel Lazio, nuovo decesso in Calabria
La West Nile Disease è un’infezione virale trasmessa all’uomo dalle punture di zanzare infette. Non si trasmette da persona a persona, ma il vettore – la zanzara Culex – è ormai presente in buona parte del territorio italiano. Le alte temperature e le recenti ondate di caldo anomalo hanno favorito la proliferazione dell’insetto, accorciando i tempi di incubazione e aumentando i rischi.
Sette morti nel Lazio: il virus non è più un fenomeno marginale
Nel Lazio, il bilancio è già drammatico. I sette decessi confermati riguardano tutte persone over 60, con patologie pregresse o fragilità. La Regione ha reso noto che i casi gravi sono aumentati del 40% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In alcuni distretti sanitari, come quelli di Latina e Frosinone, è stato attivato un monitoraggio straordinario, con screening sierologici nei presidi ospedalieri e nelle RSA.
L’assessore regionale alla Sanità ha firmato una nuova ordinanza che impone la disinfestazione obbligatoria di parchi, fossati e aree pubbliche, oltre alla raccomandazione di protezione personale per i cittadini: repellenti, abiti chiari, zanzariere. Anche i Comuni sono stati allertati per rafforzare la prevenzione, in particolare nelle zone a rischio stagnazione dell’acqua, come i cantieri e i cortili privati.
Un decesso anche in Calabria: il virus si espande verso Sud
Il primo decesso in Calabria riguarda un uomo di 72 anni residente nella provincia di Cosenza. Le autorità sanitarie regionali hanno confermato che il contagio è avvenuto in ambito locale, non importato da altre regioni. Una conferma che il virus ha ormai superato le barriere geografiche tradizionali e può diffondersi ovunque vi siano condizioni favorevoli alla presenza delle zanzare infette.
Anche in Calabria è stata predisposta una circolare di emergenza che prevede il rafforzamento del sistema di sorveglianza entomologica, in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico e l’ISS. Particolare attenzione sarà riservata agli ambienti agricoli e ai bacini idrici, dove si registra la maggior densità di insetti vettori.
A Roma il primo caso ufficiale: ricoverato un uomo allo Spallanzani
La notizia di un primo caso clinico confermato nella Capitale ha fatto scattare l’allerta. Si tratta di un uomo residente nel quadrante sud della città, senza precedenti di viaggio in aree endemiche. Ricoverato per sintomi neurologici gravi – tra cui febbre alta, confusione mentale e rigidità muscolare – è stato subito sottoposto a esami specifici che hanno rivelato la presenza del virus West Nile nel sangue e nel liquido cerebrospinale.
Il caso ha messo in allarme le strutture sanitarie di Roma, dove si temono nuovi contagi in contesti urbani. La presenza del virus in una città così popolosa richiede un’immediata strategia di contenimento, anche per evitare il panico. L’ASL Roma 2 ha già iniziato mappature degli interventi di disinfestazione e ha invitato i cittadini a segnalare zone con acqua stagnante.
Cosa sappiamo del virus: rischi bassi, ma gravi per i fragili
Il virus West Nile nella maggior parte dei casi si manifesta in modo lieve o addirittura asintomatico. Solo una piccola percentuale delle persone infette – circa l’1% – sviluppa sintomi gravi, tra cui meningite, encefalite o paralisi flaccida. Tuttavia, tra gli anziani e i soggetti immunodepressi, le complicanze possono essere fatali.
Non esiste un vaccino specifico per l’uomo, né un trattamento antivirale. Le cure sono solo di tipo sintomatico. Per questo la prevenzione resta la prima e unica difesa possibile: eliminare i focolai di zanzare, proteggersi dalle punture, evitare l’esposizione nelle ore serali. Le autorità sanitarie invitano inoltre i cittadini a non trascurare sintomi come febbre, mal di testa persistente, rigidità muscolare o disturbi neurologici improvvisi.
Un'estate ad alta tensione sanitaria: il clima favorisce l’emergenza
Questa estate si conferma una delle più calde degli ultimi decenni, e con il caldo, anche i virus trasmessi da vettori tornano a crescere. Il West Nile non è l’unico a preoccupare: in parallelo si registra un aumento anomalo delle segnalazioni di febbre Dengue, soprattutto tra chi rientra da viaggi all’estero. Il rischio biologico ambientale è dunque destinato a diventare uno dei temi centrali delle politiche sanitarie, locali e nazionali.
Nel frattempo, il Ministero della Salute ha ribadito che il sistema di allerta è attivo su tutto il territorio, con aggiornamenti settimanali pubblicati sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità. Ma la vera sfida resta sul territorio, dove la prevenzione dipende anche dai comportamenti individuali e dalla capacità delle amministrazioni locali di agire in modo tempestivo.