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Ornella Vanoni: l’addio jazz della signora della canzone italiana

- di: Vittorio Massi
 
Ornella Vanoni: l’addio jazz della signora della canzone italiana

Una vita fra canzone d’autore, bossa nova e jazz – il canto finale affidato a Paolo Fresu.

(Foto: Ornella Vanoni il giorno del conferimento della laurea honoris causa all'Università di Milano).

Si chiude con una nota di tromba e un soffiato di tromba l’epopea di Ornella Vanoni. È morta a 91 anni, nella sua casa di Milano, lasciando un’eredità che attraversa canzone leggera, bossa nova, jazz e sperimentazione.

L’annuncio della sua scelta per il rito d’addio – ha chiesto che a suonare fosse Paolo Fresu – è emblema di un’artista che ha sempre negato il sentimentalismo facile, scegliendo invece un ponte verso il jazz, spazio che ha frequentato da sempre.

Le radici milanesi, il teatro e l’abbraccio della canzone

Nata a Milano nel 1934, Ornella Vanoni iniziò la sua carriera nel teatro, al Piccolo Teatro di Milano, sotto la direzione di Giorgio Strehler, per poi passare alla musica leggera. Nel corso degli anni 60 conquistò il pubblico con successi che diventarono pietre miliari della canzone italiana, ma fu anche capace di rivolgersi altrove.

Il jazz, la bossa nova, i grandi nomi

La Vanoni mostrò presto una predisposizione per la contaminazione: dopo aver interpretato pezzi della canzone d’autore italiana, affrontò la bossa nova insieme a Toquinho e Vinícius de Moraes e poi si immerse nel jazz vero e proprio. L’album registrato a New York “Ornella &…” la vide affiancata da musicisti del calibro di Herbie Hancock, George Benson, Lee Konitz, Ron Carter. Il jazz non fu per lei un optional stilistico, ma un orizzonte espressivo concreto.

Un amore duraturo per il jazz

Nel richiedere Paolo Fresu al suo funerale, Vanoni ha ribadito quell’amore per il jazz che l’ha accompagnata fino all’ultimo istante. Fresu, trombettista sardo tra i più apprezzati in ambito internazionale, rappresentava per lei una cifra artistica coerente con il suo percorso: esplorazione, eleganza, libertà.

L’eredità e l’impronta nella musica italiana

Con oltre cento album e decine di milioni di copie vendute, la Vanoni è stata definita “la signora della canzone italiana”. La sua capacità di reinventarsi, di portare il jazz in territori insoliti per la canzone italiana e di tenere insieme eleganza interpretativa e profondità, la rendono una figura chiave della cultura musicale italiana.

Un addio in tono minore ma potentissimo

La decisione del rito funebre segna un tratto emblematico: niente cerimonia monumentale, ma un omaggio musicale, in jazz. Un gesto che ribadisce, una volta di più, la coerenza di un’artista che ha sempre seguito la propria voce interiore, senza compromessi.

Il mondo della musica italiana perde una delle sue figure più raffinate e trasversali. Ma l’eco della sua voce, sospesa tra canzone, bossa nova e jazz, rimarrà.

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