Usa: il Senato dà l'ok al piano di Biden da 3.500 miliardi di dollari

- di: Brian Green
 
Quando è stato ufficiale l'esito del voto con il quale, a maggioranza, il Senato americano ha approvato l'enorme stanziamento di bilancio, pari a 3.500 miliardi di dollari, fortemente voluto dalla Casa Bianca - per dare al governo federale gli strumenti per battere gli strascichi che la pandemia si è lasciata alla spalle - forse a qualcuno sarà tornato alla memoria il soprannome dato, in campagna elettorale, da Donald Trump a Joe Biden: Sleepy Joe.

Ecco, con l'ok della Camera alta allo scostamento del budget federale, Biden ha dimostrato di non essere affatto sonnacchioso per come lo aveva etichettato il suo predecessore, essendo riuscito a portare a buon fine, nonostante l'ostracismo dei repubblicani, un pacchetto di interventi destinati a ridisegnare il profilo sociale del Paese che, nonostante una economia in fortissima ripresa, vede ancora non sanate le ferite del virus.
Con la luce verde allo stanziamento, il governo di Washington potrà dare il via al gigantesco piano di interventi pubblici che spazieranno da quelli per contrastare i cambiamenti climatici, alle misure per allargare la base dei fruitori di una assistenza sanitaria pubblica degna di tale nome e per rendere migliore l'istruzione a livello organizzativo e di offerta formativa, soprattutto per quelle componenti della popolazione che oggi non vi possono accedere.

Una massa enorme di denaro ''fresco'' (quindi non conseguenza della ridefinizione del bilancio in termini di destinazione) da investire che sarà disponibile anche grazie ai risultati di un nuovo piano di tassazione, che sarà più alta per i ricchi e per le aziende che macinano elevatissimi dividendi.
Il piano da 3.500 miliardi è passato grazie ad una risicatissima maggioranza - 50 sì contro 49 no, per l'assenza del Senatore repubblicano del South Dakota Mike Rounds -. Ma il budget resolution non dà immediata spendibilità allo stanziamento trattandosi di un escamotage tecnico per eludere l'ostruzionismo dei repubblicani, tradizionalmente contrari a provvedimenti che prevedano misure che modifichino il bilancio o aumentino la spesa pubblica.

In virtù del budget resolution, è stato approvato un percorso obbligato da seguire per la gestione del bilancio federale, di fatto cresciuto in modo esponenziale.
Secondo copione, Bernie Sanders, capofila dell'anima socialista dei democratici, ha espresso la sua soddisfazione per la decisione del Senato che sposta gli interventi federali verso chi ha meno, scostandoli dalla parte più ricca degli americani, quell'1 per cento della popolazione e dei ricchi "che contribuiscono alle campagne elettorali". Un provvedimento, ha aggiunto, che contribuirà a ridare al popolo americano la "fede nella convinzione che possiamo avere un governo che funzioni per tutti noi e non solo per pochi".
In Senato i repubblicani hanno tuonato contro il budget resolution, parlando, come ha fatto il loro portavoce, Mitch McConnell, di ''sconsiderata tassazione'', definendo ''folli'' le spese che il provvedimento consentirà.

Il dibattito sul provvedimento è stato lungo ed acceso e la votazione è arrivata alle 4 del mattino, dopo che il Senato ha approvato un pacchetto di interventi bipartisan per circa un trilione di dollari.
I democratici, in sostanza, stanno cercando di imporre tempi stretti al lavori del Congresso per fare approvare quest'anno quanto più possibile dell'agenda legislativa, prima delle sempre temute dalla maggioranza - questa come tutte le altre - elezioni di medio termine, che tradizionalmente non premiano il partito del presidente.
"I democratici al Senato" - ha detto il loro leader, Chuck Schumer - "hanno appena compiuto un enorme passo in avanti verso i ripristino della classe media del 21/mo secolo. Quello che stiamo facendo qui non è facile. I democratici hanno lavorato per mesi per arrivare a questo punto. E ci sono molte fatiche ancora da affrontare. Ma posso dire, con assoluta certezza, che ne varrà la pena''. Una dichiarazione, nella parte relativa alle prossime difficoltà, abbastanza scontata vista l'esigua minoranza che i democratici hanno nelle due camere.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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