Usa: neri, i primi licenziati, gli ultimi assunti

- di: Redazione
 
Il mercato del lavoro, negli Stati Uniti, continua a mettere a segno risultati eccellenti, ma, un esame più accurato, che cioè va oltre i numeri generali, mostra che l'impennata delle assunzioni nel mese di gennaio non ha portato benefici a tutti. Infatti, secondo i dati del Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti, il tasso di disoccupazione tra gli uomini neri è balzato al 5,3% a gennaio, rispetto al 4,6% del mese precedente.
Una divergenza di dati, tra lavoratori bianchi e bianchi e neri, a gennaio, esemplifica una più ampia disparità occupazionale tra i due gruppi che risale a più di 50 anni fa.
Da quando gli Stati Uniti hanno raccolto per la prima volta tali dati, nel 1972, il tasso di disoccupazione dei neri è rimasto costantemente a livelli due volte più alti di quello dei bianchi. La relazione ha subito occasionali oscillazioni, ma è rapidamente tornata al livello di due a uno.

Usa: neri, i primi licenziati, gli ultimi assunti

La forte disparità, secondo alcuni economisti, è dovuta, tra gli altri fattori, alla continua discriminazione nel mercato del lavoro, nonché a una persistente disparità razziale nei livelli di istruzione e nelle reti professionali. Tanto che molti economisti usano una sintesi brutale per descrivere le condizioni sopportate dai lavoratori neri: i primi licenziati, gli ultimi assunti.

Tra la fine degli anni ’80 e la metà degli anni 2000, i dati governativi sull’occupazione mostrano ''prove considerevoli'' che i lavoratori neri sono tra i primi licenziati a causa dell’indebolimento dell’economia. Quando, invece, l'economia si rafforza, i lavoratori neri spesso accedono al lavoro solo dopo i loro colleghi bianchi.

A gennaio, il tasso di disoccupazione dei bianchi è pari al 3,4%, mentre il tasso di disoccupazione dei neri è pari al 5,3%, un rapporto di 1,55 a uno.
Inoltre, avvertono gli economisti, la disparità probabilmente ritornerà quando la domanda di lavoratori inizierà a raffreddarsi e la performance economica diminuirà, chiudendo il ciclo con i lavoratori neri che corrono un rischio maggiore di essere licenziati.
Anche le differenze nei livelli di istruzione e nelle reti professionali contribuiscono a spiegare il divario di disoccupazione, hanno osservato gli esperti.
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