In questa intervista, il rettore dell'Università Iuav di Venezia, Benno Albrecht, approfondisce questioni centrali che spaziano dall’educazione progettuale alle sfide della sostenibilità ambientale, passando per collaborazioni internazionali e interventi in contesti di crisi. Vengono presentate strategie per formare professionisti capaci di rispondere a un mondo in continua trasformazione e per consolidare Iuav come centro di eccellenza accademica e culturale a livello globale.
Università Iuav di Venezia, intervista al rettore Benno Albrecht
L’Università Iuav è riconosciuta per l’approccio laboratoriale che integra teoria e pratica. Rettore, come vede l’evoluzione di questo modello nei prossimi anni e quali innovazioni prevede di introdurre per mantenere l’Ateneo all’avanguardia nella formazione progettuale?
Il nostro ateneo lavora da sempre sul rapporto tra teoria e pratica. Gli aggiornamenti necessari riguardano la complessità dei problemi e in questo senso aumenta molto il raggio di collaborazione rispetto alla materia. Lavoriamo per un’idea di progettualità più che di progetto. Il progetto è finalizzato, la progettualità permette di spaziare. Iuav si occupa di progettualità in tutti i suoi aspetti: dalla pianificazione territoriale, architettonica, urbanistica, fino al design, alle arti e al teatro.
Ha fondato e diretto la laurea magistrale in architettura per la sostenibilità, primo insegnamento dedicato alla sostenibilità in Italia. Quali sono le principali sfide che l’Università sta affrontando nel campo della sostenibilità ambientale e come intende contribuire alla transizione ecologica a livello locale e globale?
Iuav è stato sempre all’ avanguardia rispetto agli studi sulla sostenibilità. Come università pensiamo sia necessario un nuovo modo di pensare che permetta di descrivere i grandi cambiamenti che sono in corso, quindi attualmente parliamo di post sostenibilità. È necessario intravvedere un nuovo orizzonte mentale che chiamiamo della post sostenibilità, che permetta di fronteggiare situazioni impensabili e cambiamenti geografici, sociali ed economici di difficile previsione, e di conseguenza adattare ed inventare gli strumenti intellettuali, progettuali ed operativi.
La progettualità necessaria a fronteggiare un contesto di rischio perenne richiede una visione ampia e innovativa.
Iuav ha una forte rete di collaborazioni con istituzioni internazionali. Può condividere esempi recenti di progetti con partner esteri e come questi contribuiscono all’arricchimento dell’offerta formativa e alla crescita degli studenti?
Iuav tradizionalmente è una delle università d’Italia più vocate all’internazionalità, come dimostrano tutti gli indicatori, ma anche la sua storia. La nostra rete è in costante espansione, abbiamo una base consolidata di atenei con cui abbiamo programmi avanzati di didattica e ricerca. Il 2025 sancisce per noi l’inizio di una nuova sfida per l’internazionalizzazione. Abbiamo ottenuto il finanziamento del progetto Pioneer, un’Alleanza Europea costituita da 10 atenei all’interno del programma di finanziamento Erasmus + European Universities, il programma strategico di maggior eccellenza per l’internazionalizzazione degli atenei europei. Il progetto è ambizioso e il ruolo di Iuav cruciale perché l’alleanza si occupa del futuro delle città sostenibili e il nostro ateneo, con le sue competenze sulle culture del progetto, si attesta come un punto di riferimento a livello comunitario ma anche per il supporto allo sviluppo dei nostri territori.
Ha condotto ricerche sulla ricostruzione urbana e sociale in paesi colpiti da conflitti, come la Siria. In che modo queste esperienze influenzano l’approccio dell’Università alla formazione degli studenti e quali competenze ritiene siano essenziali per affrontare tali sfide?
Il campo della ricostruzione è un campo di forte tradizione per Iuav. Per esempio Giuseppe Torres, docente Iuav, aveva già iniziato a fare studi di questo tipo concentrandosi sul terremoto di Messina avvenuto nel 1908.
Per quanto riguarda i conflitti attualmente in corso, stiamo collaborando con le Nazioni Unite su progetti di ricostruzione in Palestina, Libano e Siria. Ormai abbiamo creato una conoscenza stratificata su strategie di carattere generale che sono applicabili tramite processi di adattamento alle diverse condizioni locali.
Venezia offre un contesto unico per lo studio dell’architettura e dell’urbanistica. Come l’Università sfrutta questa peculiarità per promuovere progetti innovativi e quali iniziative sono in corso per affrontare le sfide specifiche della città, come l’adattamento ai cambiamenti climatici?
Iuav ha sempre seguito da vicino le vicende della trasformazione urbana del nostro territorio. A tal proposito, attualmente pensiamo sia necessario riuscire ad inserire un terzo tipo di economia, un’economia ‘della conoscenza’ che possa convivere con quella del turismo e quella di tipo tradizionale. In questo modo si potrà avere uno sviluppo innovativo della città, la quale potrà sfruttare al meglio nel contesto globale le sue peculiarità. Una cosa importante da menzionare è che grazie al sistema Mose le prossime tre generazioni di persone potranno affrontare al meglio i cambiamenti climatici.
Ha recentemente affermato l’importanza di aumentare il numero di studenti a Venezia. Quali strategie sta adottando l’Università per attrarre nuovi iscritti e quali opportunità offre ai laureati in termini di inserimento nel mondo del lavoro?
La scelta strategica di portare lavoro in città ha come conseguenza l’aumento del numero di studenti, i quali alla fine del loro percorso di studi potrebbero decidere di fermarsi. Per realizzare questo, si rende necessario aprire centri di ricerca e aziende ad alto valore aggiunto. La politica di creazione di nuovi posti di lavoro è strettamente collegata al pensiero di progettualità che Iuav porta avanti e di cui ho parlato precedentemente. Una progettualità lungimirante, che guarda al futuro e a soluzioni sostenibili sul lungo periodo.
Sotto la sua guida, quali sono gli obiettivi principali che l’Università si propone di raggiungere nei prossimi anni e come intende consolidare il ruolo di Iuav come centro di eccellenza nel panorama accademico italiano e internazionale?
Iuav vuole essere il centro delle nuove forme di progettualità, in questo senso è un’eccellenza in Italia e nel resto del mondo.
La storia di Iuav ha dimostrato che la valorizzazione delle conoscenze avviene quando l’ateneo è strumento di connessione tra istanze, luoghi e mondi diversi, quando Iuav si afferma come centro di educazione viva e quando Iuav si presenta come una piattaforma verso il lavoro, l’innovazione, il mondo esterno.
I nostri obiettivi sono volti a stimolare la ricerca verso lo sviluppo tecnico e la custodia dei valori umanistici, l’innovazione verso un ambiente di vita migliore e sostenibile, l’insegnamento verso la diffusione di una coscienza civica.
Abbiamo un compito di vasta portata: quello di immaginare una nuova cultura del territorio, dell’abitare, che inverta decisamente la marcia verso un futuro equo e bilanciato in vista di una grande trasformazione.