UniCredit, Mustier: "Risultati del trimestre meglio delle previsioni e nessuna fusione all'orizzonte"

 
I risultati che forse non ci si aspettava: i ''numeri'' di UniCredit del periodo luglio/settembre hanno registrato un utile netto di 680 milioni di euro. Cioè un -42,4 per cento su anno, ma più del doppio rispetto a quelle che erano le previsioni, quasi unanimi, degli analisti. Un risultato netto sottostante di 692 milioni, su ricavi per 4,35 miliardi (-7,4 per cento) e, in ogni caso, un dato leggermente superiore a quelle che erano le previsioni.

Comunque, il risultato dei primi nove mesi del 2020 ha evidenziato una perdita di 1,6 miliardi. Quindi un terzo trimestre che si è chiuso con risultati ben al di sopra delle attese, soprattutto guardando all'utile. Ma a rendere più interessante una giornata, che per l'istituto di credito è certamente positiva, sono state le parole del ceo, Jean Pierre Mustier, che sembrano lasciare intendere che l'istituto abbia accantonato, almeno per il momento, il progetto di costituire una subholding per le attività estere, la cui nascita era data per certa da più parti, così come si era indicata in Commerzbank il partner dell'operazione.

"Resta un progetto", ha spiegato Mustier, dal momento che "l’attuale contesto macro, facilitato dalle condizioni di quantitative easing della Bce, non lo rende necessario ora''. Così come Mustier sembra avere preso le distanze dall'ipotesi di acquisizione del Monte dei Paschi di Siena. Le voci che si sono ricorse in questi giorni davano ad un passo dalla definizione la trattativa con l'azionista di riferimento dell'istituto senese, il Tesoro. Mustier è stato, in proposito, molto esplicito, rispondendo ad uno specifico quesito su questo argomento: “Non c’è nessuno progetto di M&A” e “non commentiamo le speculazioni” sono state le frasi che il ceo di UniCredit ha usato parlando smentendo progetti di fusioni o acquisizioni nel futuro prossimo dell'istituto.

Insomma, UniCredit sembra prendere le distanze, almeno in questo specifico momento, da ipotesi che, sebbene suggestive, avrebbero potuto creare tensioni sul prosieguo delle attività dell'istituto, sia in Italia che all'estero. Peraltro, le due ipotesi (acquisizione di Mps e subholding per le attività europee) avevano fatto storcere il naso a molti, facendo temere forti tensioni sul fronte dei rapporti con il sindacato (che ha subito contestato i numeri della riorganizzazione post-fusione, con alcune migliaia di posizioni cancellate) e sugli scenari della finanza continentale.

In linea con quelle che erano le previsioni sono stati il margine d’interesse e le commissioni. Il margine di interesse è di 2,3 miliardi (-3,8% su trimestre a causa dei minori volumi di finanziamento, dell’effetto combinato dei prestiti garantiti dallo stato e del forte calo dell’Euribor), mentre le commissioni si attestano a un miliardo e mezzo (+6,4% su trimestre). Il Cet1 fully loaded (che misura la solidità dell'istituto di credito) è al 14,41%. Buona viene definita la qualità del credito con un Npl ratio lordo a 4,7% su livelli europei.
Quindi, guardando ai conti del periodo luglio/settembre dell'anno, UniCredit conferma i target (alzando quello sui risparmi) e la politica sui dividendi.

Di questa condizione si fa portavoce il ceo. "Siamo in linea - afferma Mustier nella nota sui conti - con i tempi previsti per conseguire il nostro obiettivo di utile netto sottostante superiore a 0,8 miliardi di euro" e "confermiamo il nostro target tra 3 e 3,5 miliardi” per il prossimo anno. "Accantonamenti prudenziali e rigorosa disciplina creditizia sulla base di assunzioni realistiche" ha sottolineato ancora Mustier "sono tratti distintivi del nostro gruppo".
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