Ue: la Commissione rivede ancora al ribasso le stime per la crescita

- di: Redazione
 
La Commissione di Bruxelles ha reso noto oggi di avere nuovamente rivisto al ribasso le sue previsioni di crescita, ritenendo maggiori i rischi che gravano sul suo scenario.
Per l'organismo, nel 2024 il prodotto interno lordo (dovrebbe aumentare dell’1,3% nell’Unione europea e dello 0,8% nell’area euro, dopo essere aumentato dello 0,0% in entrambi i casi, e del 5% nel 2023. Una recessione nella seconda metà del 2023, il Vecchio Continente fatica a tornare a un’economia fiorente.

Ue: la Commissione rivede ancora al ribasso le stime per la crescita

L'anno scorso l'attività si è contratta in undici Paesi, in particolare nell'Europa centrale, in quelli baltici e in Scandinavia. In Germania, locomotiva economica dell’Unione, l'attività è scesa dello 0,3%, trascinando dietro di sé i partner comunitari, e nel 2024 dovrebbe crescere solo dello 0,3%. In Francia, grazie alle misure di sostegno pubblico e ad un mercato del lavoro resiliente , la crescita ha raggiunto lo 0,9% nel 2023 e si prevede che rimanga su questo livello modesto anche quest’anno.

Per spiegare questa situazione, la Commissione cita il calo del potere d'acquisto dei consumatori, la debolezza della domanda esterna, soprattutto americana e cinese, l'aumento del costo del credito in seguito all'aumento dei tassi nonché la diminuzione qua e là del sostegno di bilancio. Nel 2025, la crescita dovrebbe gradualmente riacquistare un po’ di colore, raggiungendo l’1,7% nell’UE e l’1,5% nella zona euro.
A questo lieve miglioramento dovrebbe contribuire il calo dell’inflazione più rapido del previsto, sotto l’effetto del clima generale negativo e del calo dei prezzi dell’energia. Dopo aver raggiunto il 5,4% nel 2023 nell’Unione monetaria, l’aumento dei prezzi dovrebbe attestarsi al 2,7% nel 2024 e al 2,2% nel 2025, facendo aumentare il potere d’acquisto dei cittadini, soprattutto perché la disoccupazione non è aumentata vertiginosamente e la carenza di manodopera non sono scomparsi.

Il calo dell’inflazione dovrebbe tradursi anche in tassi di interesse più bassi. In questo contesto, prevede la Commissione, nonostante i margini in calo, le imprese dovrebbero investire di più, grazie ad un più facile accesso al credito.
La Commissione, tuttavia, osserva che oggi, anche se le condizioni di finanziamento sui mercati si sono già allentate, "i tassi di interesse praticati dalle banche non sono cambiati molto e il volume dei prestiti è quasi fermo''.
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