Dopo oltre ventiquattro ore di trattative serrate, i ministri dell’Ambiente dell’Unione europea hanno raggiunto un accordo a maggioranza qualificata sul nuovo obiettivo climatico al 2040, fissando un taglio delle emissioni di gas serra del 90% rispetto ai livelli del 1990.
Un passo decisivo nella roadmap europea verso la neutralità climatica al 2050, ma anche un compromesso complesso, costruito su un delicato equilibrio tra ambizione ambientale e sostenibilità economica.
Accordo Ue sul clima: taglio del 90% delle emissioni entro il 2040
La discussione, iniziata a Bruxelles nel quadro del Consiglio Ambiente, si è protratta ben oltre la notte, segno delle profonde divergenze tra i Paesi membri sulla portata e sui tempi della transizione verde.
Flessibilità per una transizione meno rigida
L’accordo raggiunto introduce una serie di elementi di flessibilità, richiesti soprattutto da Italia, Francia e alcuni Paesi dell’Est, per rendere la traiettoria di riduzione meno rigida e più adattabile ai contesti economici nazionali.
Il testo consente infatti agli Stati membri di contabilizzare nel bilancio delle emissioni fino al 5% di crediti internazionali di carbonio extra Ue, generati da progetti ambientali riconosciuti a livello globale.
Un ulteriore 5% di crediti esteri potrà essere acquistato dai governi per coprire gli sforzi nazionali di riduzione.
Inoltre, il testo prevede una clausola di revisione biennale, con la Commissione europea incaricata di valutare l’attuazione e gli effetti della legge sul clima, per consentire eventuali correzioni di rotta o adeguamenti ai nuovi scenari economici e tecnologici.
La soddisfazione italiana
Tra i Paesi che hanno sostenuto la linea del compromesso figura l’Italia. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha espresso soddisfazione per l’intesa raggiunta: “Sono state riconosciute le nostre istanze. È un buon compromesso che tiene conto della necessità di coniugare la sostenibilità ambientale con quella economica e sociale”.
Pichetto ha sottolineato come l’obiettivo del 90% resti “molto sfidante”, ma raggiungibile “solo se accompagnato da misure di flessibilità e da politiche di sostegno alle imprese e alle famiglie”. Il ministro ha ricordato che l’Italia aveva chiesto di evitare approcci “dogmatici” e di inserire strumenti di compensazione per le economie più esposte ai costi della transizione energetica.
Il contesto europeo e gli equilibri politici
L’intesa rappresenta una vittoria diplomatica per la presidenza di turno del Consiglio Ue, che ha lavorato per mediare tra le posizioni più rigide di Germania e Paesi Bassi e quelle più caute di Italia, Polonia e Ungheria.
La Commissione von der Leyen aveva proposto l’obiettivo del 90% già all’inizio del 2024, ma il dibattito si era arenato di fronte ai timori legati all’impatto sui settori industriali più energivori e sul mercato del lavoro.
Con l’accordo raggiunto, Bruxelles ribadisce la propria leadership globale nella lotta al cambiamento climatico, ma lascia aperta la porta a revisioni future, in linea con le nuove sfide geopolitiche ed economiche.
Prossimi passi verso la neutralità
Il nuovo target sarà ora sottoposto al Parlamento europeo, che dovrà esprimersi nei prossimi mesi. La legge sul clima rimane il pilastro del Green Deal europeo, e l’obiettivo 2040 costituirà la base per la pianificazione delle politiche energetiche, industriali e agricole dei prossimi anni.
Resta la sfida di trasformare l’intesa politica in risultati concreti: investimenti massicci in energie rinnovabili, tecnologie a basse emissioni, idrogeno verde e infrastrutture di cattura e stoccaggio della CO₂.
Senza dimenticare, come ha ricordato Pichetto, “la necessità di non lasciare indietro nessuno, né territori né cittadini, nel percorso verso la neutralità climatica”.
Un compromesso, dunque, che non entusiasma gli ambientalisti più radicali ma che segna un passaggio fondamentale nella costruzione di un’Europa sostenibile, dove la sfida del clima si intreccia sempre di più con quella della competitività industriale e della coesione sociale.