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E’ scattata l’ora X: tolleranza zero

- di: Barbara Leone
 
Verrà un tempo in cui considereremo l’uccisione di un animale allo stesso modo con cui consideriamo oggi quella di un uomo”. Ma, caro Leonardo (da Vinci, che secoli addietro stava anni luce avanti), quel tempo non è ancora arrivato. E chissà se mai arriverà. Di sicuro è arrivato il tempo di dire, anzi di gridare con tutto il fiato che abbiamo in corpo, BASTA! Basta col giustificare sempre tutto, basta col benaltrismo per cui “lo fanno con le persone figurati con gli animali”, basta col ridurre tutto al trito e ritrito “sono ragazzi”, basta con le chiacchiere dei soliti noti che sulla pelle degli animali ci campano da una vita, basta con gli slogan acchiappaclick dei politicanti cui non importa una beneamata mazza degli animali e basta soprattutto con le pene ridicole. Che poi sono una diretta conseguenza del menefreghismo della politica. Perché alla faccia dei proclami, di fatto, oggi come oggi se ammazzi un cane o un gatto manco un’ora di galera ti fai. E dirò di più: tra un po’ se ammazzi certi animali, tipo un orso, un cinghiale o finanche l’inoffensiva nutria, tra un po’ ti danno pure la medaglia al valore. Perché aiuto, aiuto… sono troppi. Io, e credo e spero non solo io, non ne posso veramente più. E’ scattata l’ora X: tolleranza zero.

Ammetto che da un  po’ di tempo, vigliaccamente, quando mi imbatto in certe atroci notizie passo oltre. Perché l’angoscia si tramuta in dolore fisico, e a ‘na certa uno deve pure sopravvivere no? In queste ore sui social è tutto un pullular di sdegno per il caso di Lanusei, in Ogliastra, dove un minorenne ha ben pensato di farsi fare un video, poi pubblicato su Tiktok, mentre lanciava un gattino giù da un ponte a mo’ di pallone. Video realizzato da due suoi amici, minorenni minorati anche loro, che si sganasciavano dalle risate mentre questo povero micetto di pochi mesi, che sicuramente si era avvicinato per farsi fare le coccole, trovava la peggior morte per mano di un essere che definire umano sarebbe una bestemmia. Orbene, il ragazzotto in questione evidentemente si aspettava una ola da parte del popolo del web, che invece l’ha riempito di insulti, minacce et similia. Cosa orribile, e siamo tutti d’accordo. Ma per quanto orribile, questo sì che è una umana debolezza. Perché di fronte a quelle immagini lì ti prudono proprio le mani. E così dopo aver fatto il gradasso con un micetto di pochi mesi, ecco che questo fenomeno al primo insulto se l’è fatta sotto e gnegne: lo dico a mamma e papà. I quali, invece di sputargli in faccia, l’hanno difeso a spada tratta contro i cattivoni dei social minacciando denunce penali e quant’altro. E qui siamo davvero alla follia. Al mondo al contrario di vannacciana memoria. Cioè fatemi capire: vostro figlio compie un omicidio, perché di omicidio si tratta, e per di più vigliaccamente contro un esserino innocente la cui unica colpa è stata quella di fidarsi di tre merdacce… e mo’ il problema sono gli insulti sui social? Ma siete seri? Fermo restando che insultare sui social equivale a mettersi sullo stesso piano, ed è una cosa che fa schifo a prescindere: ma lo volete capire o no che se la gente, sbagliando, insulta questi subumani è quasi esclusivamente perché non esiste giustizia? Perché i crimini contro gli animali nel nostro Paese non esistono.

Gli animali, sebbene inseriti nella Costituzione, non sono minimamente tutelati dalla giustizia. Se poi sei minorenne, puoi dormire proprio sonni tranquilli. Al massimo i genitori dovranno sborsare qualche migliaio di euro, e non è manco detto. E il famoso inasprimento delle pene? Fuffa: di fatto, nessuno si fa un solo giorno di galera. Va da sé che di fronte a certi orrori uno poi alla fine perde la brocca. E’ brutto, ma ci sta. Siamo esseri umani: noi sì. Noi che pretendiamo, guarda un po’, che se uno gioca a palla con un gattino poi si faccia vent’anni di galera. Anche perché lo sanno pure i sassi: chi è capace di questo, è capace di tutto. I “migliori” killer si sono “allenati” prima con gli animali. Finché non si tratta questa gente da CRIMINALI, quali essi sono, di Lanusei ce ne saranno all’infinito. E all’infinito continueranno a esserci gatti buttati dai ponti o nelle fontane gelate (a proposito, pena alla ragazzina che qualche mese fa ha ammazzato un gattino così: non pervenuta), ci saranno altri cani massacrati e impiccati come il povero Angelo (pena non pervenuta), altri Aron (il cane bruciato vivo per strada dal proprietario: pena non pervenuta) e potrei andare avanti così per ore. 

Questa è una vergogna, nazionale. Ed è soprattutto un fallimento sotto tutti i punti di vista. Dei genitori in primis, che si devono vergognare a difendere il figlio come stanno facendo. E’ un fallimento degli educatori, della società, della politica, della giustizia, è un fallimento di tutti e se restiamo in silenzio siamo tutti complici. BASTA: io sono arcistufa dei pipponi psicologici, della comprensione, delle giustificazioni e pure del garantismo a tutti i costi. Con criminali simili, non sono garantista manco per niente. Al perdono ci penserà, forse, il Padreterno. Io, e tanti come me, non perdono. E li voglio ar gabbio. E trovo ridicolo, oltre che crudelmente assurdo, che questo essere immondo sia stato denunciato per maltrattamenti ma senza l’aggravante della crudeltà perché… volete ridere? Il cadavere non c’è! Non c’è il gatto, che guarda un po’, è volato giù da un ponte. Cioè in pratica loro dicono: non è certo che sia morto. Come diceva Flaiano, la situazione è molto grave ma non è seria. 
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