Swapfiets: intervista al Territory Manager, Benjamin de Terssac
- di: Redazione
L’economia circolare è l’humus di Swapfiets, la prima realtà al mondo di servizio di noleggio bici (ma anche di altri device di micro mobilità). Intervista al Territory Manager, Benjamin de Terssac.
Swapfiets, la prima realtà mondiale di servizio di noleggio bici a lungo termine, nonostante sia nata solo 7 anni fa è stata indicata dal Financial Times come la decima azienda in più rapida crescita in Europa nel 2021. Quali sono la mission e la vision alla base di questo crescente successo?
Swapfiets è un progetto nato dall’intuizione di tre studenti della Technical University di Delft, nei Paesi Bassi. I tre amici Richard Burger, Dirk de Bruijn e Martijn Obers si sono resi conto che a molte persone piaceva usare la bicicletta, ma allo stesso tempo nessuno voleva davvero farsi carico della manutenzione e delle riparazioni. Da qui è nata l’idea di Swapfiets: un servizio di noleggio a lungo termine che offre a ogni utente la propria bicicletta ad uso esclusivo e che include nel canone di abbonamento mensile un servizio di riparazione e assistenza. Il nostro obiettivo è offrire agli utenti una bici sempre funzionante e un servizio di micro mobilità ‘senza pensieri’. Ma la nostra mission va ben oltre questo. Vogliamo guidare un movimento verso un futuro migliore. Se vogliamo veramente combattere il cambiamento climatico e sostenere lo sviluppo di città più vivibili, dobbiamo cambiare il nostro comportamento. Con la nostra nuova campagna vogliamo stressare il messaggio che tutti noi dobbiamo ripensare ai nostri consumi e, per noi di Swapfiets, significa dire di smettere di possedere cose e iniziare a usarle. Il vecchio approccio ‘take-make-waste’ basato sulla produzione, la vendita e il consumo di prodotti, deve lasciare il posto a un modello di economia circolare incentrato sull’utilizzo. Il cambiamento climatico è un problema reale, ma ci sono soluzioni. Noi, come azienda, possiamo fare molto, ma sono le persone ad avere il potere più forte nel prendere decisioni e avviare il cambiamento.
Milano, Parigi e Londra. Negli ultimi mesi avete accelerato la vostra espansione...
Non solo Milano, Parigi e Londra. Swapfiets sta riscuotendo grande interesse e successo in tutti i Paesi e negli ultimi mesi ci siamo espansi in due nuovi mercati (Spagna e Austria) e in altre 4 città francesi. Da quando abbiamo lanciato Swapfiets, lo scorso anno a Milano, abbiamo assistito a una rapida diffusione del servizio in città. Abbiamo iniziato con bici muscolari ed elettriche, ora la nostra offerta include anche monopattini e scooter elettrici. Nell’ultimo anno abbiamo visto crescere l’attenzione verso mezzi di mobilità sostenibile, con una particolare richiesta dell’e-bike Power 7 e ora degli scooter elettrici.
Conferma ad oggi l’obiettivo di arrivare a biciclette totalmente circolari entro il 2025? Come state operando per coprire quel 12% di circolarità che ancora manca per cogliere l’obiettivo finale?
Confermo. Il nostro obiettivo è quello di arrivare ad avere biciclette completamente circolari entro il 2025, almeno per quanto riguarda i nostri modelli muscolari. Con la nostra Deluxe 7 raggiungiamo già oggi l’88% di circolarità. Il restante 12% rientra in categorie di rifiuti generici, come selle e cavi dei freni, e materie prime usate per componenti, lubrificanti e altro. Per risolvere il problema e rendere circolari anche questi elementi, stiamo collaborando con i nostri fornitori e produttori. Questo sarà probabilmente il passaggio più impegnativo, poiché tutti gli attori all’interno della catena di fornitura devono lavorare insieme per raggiungere il grande obiettivo della piena circolarità. E mentre possiamo già confermare un ciclo di vita a zero rifiuti di gomma per tutte le nostre biciclette, stiamo cercando ulteriori soluzioni e collaborazioni con esperti per incrementare la circolarità complessiva di tutti i prodotti.
Lei ha affermato: “Non siamo solo un modello product-as-a-service. Siamo un movimento”. Può entrare nel dettaglio di questa affermazione?
Possediamo già abbastanza cose in questo mondo e vorremmo invitare tutti a comprare di meno e usare di più. Iniziamo con le biciclette, ma speriamo di portare i nostri membri a utilizzare questa filosofia al di là delle biciclette. Se funzionasse bene con le loro abitudini di mobilità, dovrebbe funzionare anche con l’elettronica, i mobili, e quant’altro.
Ritiene che, per quanto riguarda la micro-mobilità, i cambiamenti delle abitudini determinati dal Covid-19 siano un punto di non ritorno?
La micro mobilità è sicuramente qui per restare. Il periodo successivo al lockdown ha accelerato il ricorso alla micro-mobilità, ma questo fenomeno era iniziato molto prima della pandemia.
La mobilità è in continua evoluzione, come sarà tra un decennio?
Credo che il numero di mezzi di proprietà in circolazione sarà marginale e le persone useranno i vari servizi di mobilità scegliendo il veicolo più adatto a seconda del tipo di viaggio o di uso che se ne deve fare.