Disturbo acuto da stress: come evitare di andare in tilt

- di: Dott.ssa Maria Elena Raschi, Psicologa e Psicoterapeuta
 
Cos’è il disturbo da stress acuto?
Il disturbo da stress acuto è un breve periodo di ricordi intrusivi che si manifestano entro 4 settimane in seguito a un evento trau matico cui si è assistito o che si è vissuto in prima persona. Un trauma è un’esperienza di particolare gravità, che tende a compromettere il senso di stabilità, di sicurezza e di continuità sia fisica che psichica di una persona, causando una disorganizzazione e una disregolazione del sistema psicologico e biologico. Quando si parla di “trauma” si fa riferimento a un evento estremamente stressante, che produce reazioni emotive e corporee così potenti che non sempre il cervello riesce ad elaborare e integrare, generando in questo modo sofferenza, compromissione della vita quotidiana e disturbi psicopatologici associati. La sofferenza psicologica che segue l’esposizione a un evento traumatico o stressante è molto variabile, e può produrre una sintomatologia riferita ad ansia, emozioni di paura e rabbia con elementi di aggressività. Quando l’elaborazione di un trauma fallisce le emozioni ad esso correlate restano bloccate e tornano a galla ogni volta che si ripresentano condizioni in qualche modo collegate al trauma subito, causando al soggetto che le prova, una fortissima sofferenza che interferisce pesantemente con la qualità, nonché il corretto funzionamento della vita quotidiana.

Come si manifesta il disturbo da stress acuto?
La manifestazione tipica del disturbo da stress acuto, comporta risposte ansiose relative al rivivere l’evento traumatico, per alcuni individui la reazione tipica all’evento traumatico può manifestarsi attraverso dissociazione o distacco, altri possono sperimentare una risposta carica di rabbia e/o aggressività. La probabilità di sviluppare un disturbo da stress acuto aumenta con l’intensità dell’evento stressante. L’evento traumatico responsabile della genesi del disturbo da stress acuto può essere riissuto in vari modi: comunemente l’individuo presenta ricordi involontari, ricorrenti e intrusivi, innescati da memorie ricorrenti dell’evento che solitamente si verificano in risposta allo stimolo che riporta all’esperienza traumatica. Altro sintomo comune è rappresentato da sogni che ripetono l’evento o che rappresentano la tematica contenuta nell’evento. Talvolta, se la sintomatologia si esprime maggiormente attraverso episodi dissociativi, il soggetto rivive parti del trauma, come se si stesse verificando in quel momento. Le manifestazioni somatiche possono riguardare l’ambito delle percezioni fisiche: un odore, la sensazione di vertigini, un rumore possono avere un forte potere evocativo e rappresentare il fattore scatenante dei sintomi, se in qualche modo, per il soggetto, sono legati al trauma originario. Le alterazioni della consapevolezza, sintomatiche del disturbo da stress acuto, possono includere episodi di depersonalizzazione, un senso di distacco da se stessi, o di derealizzazione, la distorsione dell’ambiente circostante.

Sviluppo e conseguenze del disturbo da stress acuto
Il disturbo da stress acuto non può essere diagnosticato prima di tre giorni dopo l’evento traumatico, e benché possa progredire verso il disturbo da stress post-traumatico dopo un mese, può anche consistere nella risposta transitoria allo stress se si risolve entro un mese. Fattori di rischio, implicati nella genesi del disturbo: · Fattori Temperamentali: riguardano un precedente disagio psicologico, alti livelli di affettività negativa, maggiore gravità percepita dell’evento traumatico e uno stile di coping evitante. · Fattori Ambientali: comprendono un’esposizione ad un trauma precedente. · Fattori Genetici e Fisiologici: determinati genotipi risultano maggiormente inclini di altri a sviluppare il disturbo dopo l’esposizione ad eventi traumatici e ciò si denota da un’elevata reattività precedente all’esposizione al trauma. Maggiore prevalenza negli individui di sesso femminile.

Trattamento
Molti soggetti guariscono una volta allontanati dalla situazione traumatica, quando vengono mostrate loro comprensione ed empatia e gli viene data l’opportunità di descrivere l’evento e come hanno reagito al trauma. Per prevenire questo disturbo nelle persone che sono state coinvolte o hanno assistito a un evento traumatico, alcuni esperti raccomandano un debriefing sistematico per guidare il processo. I farmaci per aiutare il sonno possono essere utili. La cura di Sé è fondamentale durante e dopo una crisi o un trauma.

La cura di sé può essere suddivisa in 3 componenti:
· Sicurezza personale
· Salute fisica
· Consapevolezza

La sicurezza personale è fondamentale. Dopo un singolo episodio traumatico, le persone sono in grado di processare l’esperienza quando sanno che loro e i loro cari sono al sicuro. La salute fisica può essere messa a rischio durante e dopo le esperienze traumatiche. Per quanto possibile, la persona a rischio deve cercare di mantenere un programma sano di alimentazione, riposo ed esercizio fisico. Un coscienzioso approccio alla cura di sé mira a ridurre lo stress, la noia, la rabbia, la tristezza e l’isolamento che le persone traumatizzate normalmente vivono. Se le circostanze lo consentono, gli individui a rischio devono stilare e seguire un normale programma giornaliero. Lo stretching e l’esercizio fisico sono fantastici, ma può essere ugualmente utile stare seduti fermi e contare i propri respiri o ascoltare attentamente i suoni circostanti. Le emozioni spiacevoli possono tipicamente essere “congelate” durante e dopo un trauma, e può essere un sollievo trovare attività che modifichino lo stato emotivo. Sotto stress, le persone possono diventare irascibili anche con le persone a cui tengono. È fondamentale non sottovalutare la comparsa dei primi come ansia di fare le faccende quotidiane, non riuscire a dormire la notte, avere degli episodi di apatia che col tempo possono trasformarsi in forme depressive gravi. Se non si interviene tempestivamente con un intervento mirato, di psicoterapia combinato ad una terapia farmacologica, questi pazienti vanno in Tilt, senza capire il fattore scatenante che gli ha portati fino a questo punto, che può essere un accumulo combinato di stress, o un trauma specifico.
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