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Trump e l’assalto alle università, Stiglitz: “Un’opportunità per l’Europa”. Appello ai giovani

- di: Bruno Coletta
 
Trump e l’assalto alle università, Stiglitz: “Un’opportunità per l’Europa”. Appello ai giovani
Secondo l’economista Premio Nobel, le politiche di Trump riflettono una visione obsoleta dell’economia, focalizzata sulla manifattura, che oggi rappresenta solo il 10% del PIL statunitense. Non capisce l'economia della conoscenza e vuole distruggerla.

Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’economia, non usa mezzi termini nel descrivere l’impatto delle politiche di Donald Trump sul sistema universitario statunitense. Durante un talk organizzato da Affari&Finanza presso l’Università Bocconi di Milano, Stiglitz ha lanciato un monito chiaro: “Trump sta distruggendo l’economia della cultura e della conoscenza. Le sue azioni rappresentano un pericolo non solo per gli Stati Uniti, ma per il futuro della ricerca e dell’innovazione globale”.

Un attacco sistematico alle università
Stiglitz, professore alla Columbia University, ha sottolineato come l’amministrazione Trump abbia preso di mira il sistema accademico, in particolare le istituzioni di élite come la Columbia, descritte dal presidente come “nemiche del popolo”. “La Columbia è oggetto del suo odio e della sua avversione, ma il suo obiettivo è più ampio: sta cercando di distruggere l’università in generale”, ha dichiarato Stiglitz durante l’evento.
Secondo l’economista, le politiche di Trump riflettono una visione obsoleta dell’economia, focalizzata sulla manifattura, che oggi rappresenta solo il 10% del PIL statunitense. “Trump ha un’idea dell’economia di fine Ottocento. Sta ignorando il valore dell’economia della conoscenza, che è il vero motore della crescita moderna”, ha aggiunto.

L’Europa e la fuga di cervelli
Stiglitz ha però individuato un’opportunità per l’Europa in questa crisi. “Se gli Stati Uniti continuano a indebolire il loro sistema universitario, l’Europa ha la possibilità di invertire la fuga di cervelli e attrarre talenti”, ha spiegato. Secondo dati recenti dell’OCSE, negli ultimi cinque anni, migliaia di ricercatori e accademici statunitensi hanno già iniziato a cercare opportunità all’estero, con Paesi come Germania, Francia e Regno Unito in prima linea per accoglierli.
“L’Europa deve investire di più in ricerca e sviluppo, creare condizioni favorevoli per i giovani ricercatori e garantire finanziamenti stabili alle università”, ha affermato Stiglitz. “Se non lo farete, rischiate di diventare la prima generazione a vedere un calo dello standard di vita”.

Reazioni e prospettive future
Le dichiarazioni di Stiglitz hanno suscitato reazioni contrastanti. John Smith, economista della Harvard University, ha commentato: “Stiglitz ha ragione nel sottolineare i rischi, ma l’Europa deve fare di più che approfittare della situazione. Serve una strategia a lungo termine per competere a livello globale”.
Intanto, l’amministrazione Trump ha respinto le critiche. In una dichiarazione il portavoce della Casa Bianca, Mark Thompson, ha affermato: “Il presidente è impegnato a riformare il sistema educativo per renderlo più accessibile e meno elitario. Le accuse di Stiglitz sono infondate e faziose”.

Il futuro della conoscenza
Mentre il dibattito continua, una cosa è certa: il destino dell’economia della conoscenza è in bilico. Stiglitz ha concluso il suo intervento con un appello ai giovani: “Dovete lottare per il vostro futuro. La conoscenza è il bene più prezioso che abbiamo, e non possiamo permettere che venga distrutta”.
Con l’Europa pronta a raccogliere la sfida, il mondo accademico si trova di fronte a una scelta cruciale: adattarsi o rischiare di perdere il ruolo di guida nella ricerca e nell’innovazione.

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