Sport e Salute, la Sport Industry che investe in salute per il bene dei cittadini: parla l'Avv Vito Cozzoli

- di: Redazione
 
La nuova e forte spinta a favore dello sport e al corretto stile di vita (l’Italia è al sesto posto in Europa per sedentarietà), l’anima industriale e quella sociale della Società varata poco più di tre anni fa da Governo e Parlamento, il sostegno allo Sport italiano e al suo ammodernamento, le iniziative messe in campo e i progetti per il futuro, l’obiettivo dell’inclusione a 360 gradi. Intervista all’Avv. Vito Cozzoli, Presidente e Amministratore delegato “Sport e Salute” S.p.A.

Intervista a Vito Cozzoli, Presidente e Amministratore Delegato di Sport e Salute

Presidente Cozzoli, ‘Sport e Salute’ ha poco più di tre anni. È nata dalla scelta forte del Parlamento affinché lo Stato sia concretamente impegnato nelle politiche pubbliche per la promozione dello sport e dei corretti stili di vita visto anche che, al momento della nascita di Sport e Salute, l’Italia risultava il quinto Paese più sedentario d’Europa. Insomma, siete molto di più che la ‘cassaforte’ dello Sport italiano…
La cassaforte contiene un qualcosa che resta lì, fermo. Mi piace più affermare che il nostro è un ruolo strategico di investimento in salute per il bene dei cittadini attraverso lo sport. Siamo dinamici, guardiamo al futuro, cerchiamo di anticipare le scelte. Negli ultimi tre anni Sport e Salute SpA ha destinato 1,2 miliardi di euro sotto forma di contributi agli organismi sportivi e 1,1 miliardi di euro come ristori ai collaboratori sportivi fermati dalla pandemia. A questi si sono aggiunti i ristori e i contributi al sistema sportivo dello Stato e del Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nel mese di Marzo il Governo ha investito nuove risorse, finalizzate in particolare all’emergenza energetica. Nel 2022 sono stati promossi i bandi per l’impiantistica sportiva pubblica e scolastica del PNRR e di Sport e periferie, complessivamente per 1,2 miliardi di euro. Non sono mai state investite così tante risorse sullo sport. E oggi lo sport è parte integrante del nostro sistema-Paese. Il 2 marzo la Commissione Affari costituzionali del Senato ha conferito mandato al relatore di riferire favorevolmente all’Assemblea sul testo di modifica dell’art. 33 della Costituzione aggiungendo il seguente ultimo comma: “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”. Credo sia l’evidenza che la scelta del legislatore di riformare il modello sportivo pubblico con l’introduzione di Sport e Salute sia stata lungimirante.

Lei afferma spesso che ‘Sport e Salute’ ha un’anima industriale e un’anima sociale, con al centro una parola le sta molto a cuore: inclusione.
Le due anime della società collaborano per riuscire ad apportare cambiamenti positivi nella vita delle persone. Includere vuol dire “non lasciare indietro nessuno”, è dove le nostre anime si fondono. L’inclusione si trova al centro delle azioni di Sport e Salute per coinvolgere quelle fasce di popolazione che trovano difficoltà nell’accesso all’attività sportiva. Pensiamo ai NEET, giovani tra i 15 e i 34 anni di età che non studiano e non lavorano, oggi sono stimati intorno ai tre milioni. Sport e Salute insieme al Dipartimento per le Politiche Giovanili sta approntando un progetto che unisca l’attività sportiva alla formazione. In questo scenario, infatti, l’attività sportiva può rappresentare un’ancora di salvataggio per trovare stimoli e opportunità di aggregazione.

Come avete sostenuto il mondo dello sport durante le fasi più acute della pandemia da Covid-19? In quali condizioni il mondo sportivo italiano esce da questo periodo ‘horribilis’?
La pandemia da Covid-19 ha rappresentato un banco di prova per Sport e Salute che si è trovata a gestire un mondo che fino ad allora era rimasto sommerso: quello dei collaboratori sportivi, coloro che rendono possibile l’attività sportiva sul campo, tutti i giorni. Abbiamo erogato oltre 1 miliardo di euro a sostegno del mondo sportivo. Grazie al lavoro di censimento, oggi possiamo dare un peso al mondo dei collaboratori sportivi che si aggirano intorno alle 197.000 persone. L’attività sta riprendendo in una modalità nuova rispetto a prima del Covid-19: molte persone durante la pandemia hanno scelto l’attività sportiva outdoor e oggi proseguono questa abitudine. Questo deve far riflettere il mondo sportivo su come poter intercettare questa nuova richiesta di sport.

Ha firmato, con il Ministro Patrizio Bianchi e alla presenza della Ministra per il Sud e per la Coesione territoriale, Mara Carfagna, il protocollo tra Ministero dell’Istruzione e ‘Sport e Salute’ sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). In termini di ripartenza del Paese, sia a livello sociale che economico, quale è e quale sarà il contributo di ‘Sport e Salute’ anche alla luce di questo protocollo?
Il protocollo è un altro importante passo verso la funzione di Sport e Salute come strumento di supporto, sostegno e infrastrutturazione dello Sport italiano. Il Piano industriale 2022-26 di Sport e Salute si sviluppa con un approccio evidence based, attraverso analisi e ricerca, partendo dalla fotografia del sistema e del bisogno sportivo del Paese e sviluppando azioni ed interventi sempre più su misura per un intervento immediato e una innovazione nel medio-lungo periodo. Non è solo un tema di risorse economiche: si tratta di dare allo sport l’opportunità di essere uno strumento di sviluppo sociale ed economico.
Torniamo all’inclusione. ‘Sport e Salute’ di recente ha incentivato numerosi progetti in giro per l’Italia per promuovere l’inclusione sportiva, da quella dei disabili a quella nelle aree e nei quartieri disagiati, all’investimento di 17 milioni per lo sport nella scuola, coinvolgendo un milione e mezzo di bambini e decine di migliaia di classi. Quale primo bilancio si può fare di queste iniziative?
Oltre ogni aspettativa, così ci dice la nostra essenza, che è rappresentata dal territorio. Il primo bilancio è dato dai numeri, quelli del progetto “Scuola Attiva Kids”, 30 federazioni coinvolte rispetto alle 6 del passato con effetto quintuplicato sulla promozione dello sport in varie discipline. 1.270.000 alunni, pari al 60% del totale alunni di scuola primaria in Italia, 63.350 classi dalla classe prima alla classe quinta e 3.100 tutor laureati in scienze motorie che nel nuovo progetto svolgono 26 settimane di attività per ogni classe più 15 ore di attività trasversali. Sono numeri senza precedenti. E proseguiremo a finanziare ancora più progetti, sia quelli rivolti alle categorie vulnerabili sia quelli che riguardano i quartieri disagiati e i parchi cittadini: abbiamo le istituzioni al nostro fianco, poiché ci facciamo interpreti dei bisogni. La strada è tracciata, va percorsa.

In alcune sue dichiarazioni lei ha parlato di ‘Sport e Salute’ come di una ‘Sport industry’ fatta di tante fonti di sostegno: il pubblico, il privato, l’allargamento del numero dei tesserati, la valorizzazione degli asset anche immobiliari dell’Azienda come il Parco del Foro Italico. Può entrare nel dettaglio di questo progetto-obiettivo?

Il ministro per le Politiche Giovanili, Fabiana Dadone ha assegnato un contributo di 80 milioni di euro a Sport e Salute per la realizzazione di un progetto di recupero e valorizzazione del Parco del Foro Italico, in occasione dei 150 anni di Roma Capitale d’Italia e in vista dei Giochi Olimpici del 2026. Proprio il Parco del Foro Italico rappresenta al meglio l’idea di “Sport Industry”. Qui è nato il primo acceleratore italiano di startup per lo sport e la salute, Wesportup, in collaborazione con CDP Venture Capital SGR-Fondo Nazionale Innovazione. Idee nuove supportate dalla tecnologia al servizio dello sport e degli sportivi in un luogo che resta la culla della nostra storia, per unire sport e cultura allo sviluppo delle nuove tecnologie.

Può parlarci dell’app ‘my sport e salute’? Qual è la sua importanza?
Non importa se parliamo di impianti o di digitale, le sfide le affrontiamo tutte con un unico denominatore: la persona, sempre al centro delle nostre scelte. Mysportesalute è uno strumento per connettere i cittadini alle loro passioni sportive. Il nostro obiettivo è stimolare la passione sportiva, fare alzare le persone dal divano, per fare attività fisica a casa, in strada, in palestra, in piscina o al campo sportivo, al parco, singolarmente o in gruppo, in modo agonistico o non. Per perseguire l’obiettivo che lo Stato ci ha affidato, cioè di rendere il nostro Paese e i nostri cittadini più attivi e più in salute, la tecnologia è indispensabile, perché ci permette di arrivare direttamente alle persone e di accompagnarle attraverso un percorso sportivo che desideriamo sia per tutti e per tutta la vita.
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