Il colosso giapponese della cosmetica, Shiseido, incassa un duro colpo dalla crisi dei consumi in Cina. Gli ultimi dati finanziari certificano una realtà difficile: nel 2024, l'utile netto è precipitato del 73%, fermandosi a 7,58 miliardi di yen (circa 49,9 milioni di dollari), ben lontano dai 28,13 miliardi dell'anno precedente. Un tracollo che evidenzia come il rallentamento economico del Dragone stia colpendo anche i settori considerati fino a ieri inossidabili.
Shiseido in crisi: crollano gli utili per il gigante della cosmetica giapponese
Shiseido, considerato da sempre un termometro della fiducia dei consumatori in Asia, ammette senza troppi giri di parole che il mercato cinese è in piena recessione. "Il mercato dei cosmetici in Cina ha subito una prolungata contrazione", spiega l'azienda, "appesantito dal calo della spesa e dall'aumento dei risparmi delle famiglie, in un contesto di peggioramento del clima economico".
I numeri parlano chiaro: nel 2024, le vendite del marchio nipponico in Cina sono diminuite del 4,6% su base annua. Un dato che preoccupa, considerando che la Cina rappresenta uno dei mercati più strategici per l’industria della bellezza. Non solo: il colosso prevede un’ulteriore contrazione anche per il 2025, segno che la ripresa non è dietro l’angolo.
L’ombra lunga della crisi economica
Dietro il rallentamento dei consumi cinesi, si cela un fenomeno più ampio: il deterioramento della fiducia dei consumatori. La ripresa post-pandemia si è rivelata più fragile del previsto, tra un mercato immobiliare in difficoltà, disoccupazione giovanile in crescita e una politica economica di Pechino che fatica a dare risposte concrete.
Per aziende come Shiseido, il problema non è solo la minore propensione alla spesa, ma anche la concorrenza sempre più agguerrita dei brand locali, che stanno guadagnando terreno grazie a strategie aggressive sui prezzi e a prodotti pensati su misura per i gusti cinesi.
Quale futuro per Shiseido?
Di fronte a questo scenario, il gigante della cosmetica è costretto a rivedere le sue strategie. Resta da capire se punterà su un riposizionamento dei suoi prodotti, magari con una maggiore attenzione al lusso e alla skincare scientifica, o se cercherà di diversificare i mercati per ridurre la dipendenza dalla Cina.
Di certo, la lezione è chiara: il Dragone non è più una certezza assoluta per le multinazionali della bellezza. E per Shiseido, il 2025 sarà un anno decisivo per capire se la crisi è solo una battuta d’arresto o l’inizio di un ridimensionamento più profondo.