Senato, stretta sugli accessi alla Buvette e al ristorante: fuori collaboratori e dipendenti dei gruppi

- di: Giulia Caiola
 
A Palazzo Madama scattano le nuove misure di controllo per l’accesso ai luoghi di ristoro, in seguito alle disposizioni emanate dai Questori del Senato. La decisione arriva dopo le segnalazioni di alcuni senatori, preoccupati per la presenza di un numero crescente di frequentatori non autorizzati alla Buvette e al ristorante interno, strutture tradizionalmente riservate alle figure istituzionali.
Da oggi, l’accesso sarà riservato esclusivamente a una ristretta cerchia di persone, tra cui parlamentari, membri del Governo e collaboratori stretti, funzionari dell’amministrazione e giornalisti accreditati. Restano fuori collaboratori parlamentari e dipendenti dei gruppi, che fino ad ora avevano avuto libero accesso, creando non poche polemiche tra gli esclusi. Secondo le stime, sarebbero circa un centinaio le persone che da oggi non potranno più usufruire dei servizi di ristorazione interni al Senato.

Senato, stretta sugli accessi alla Buvette e al ristorante: fuori collaboratori e dipendenti dei gruppi

La circolare dei Questori, diffusa venerdì scorso, chiarisce nel dettaglio chi potrà accedere alla Buvette: oltre ai parlamentari e agli ex parlamentari, l’elenco comprende membri del Governo in carica, funzionari di carriera direttiva, il Direttore di Gabinetto, i consiglieri del Gabinetto, il Capo Ufficio Stampa e alcune altre figure di vertice. Anche i medici dell’ambulatorio del Senato e i giornalisti appartenenti all'Associazione della Stampa Parlamentare continueranno ad avere accesso ai locali di ristoro, così come il personale della sicurezza.

Tra gli esclusi, invece, figurano i collaboratori parlamentari e altri dipendenti che fino ad ora avevano potuto accedere senza particolari restrizioni. Si tratta di un provvedimento che ha destato malumori all'interno degli uffici di Palazzo Madama, dove molti vedono la misura come una limitazione della libertà di movimento e di accesso ai servizi per coloro che, seppur non eletti, lavorano quotidianamente a stretto contatto con i senatori.

Le motivazioni dietro il provvedimento

Secondo quanto riportato nella disposizione ufficiale, il provvedimento si è reso necessario per “preservare il decoro e la funzionalità dell’Istituzione parlamentare,” con l’obiettivo di ridurre il sovraffollamento e garantire un ambiente di lavoro più riservato per chi opera a livello istituzionale. Alcuni senatori avrebbero infatti espresso preoccupazione per la presenza di un numero eccessivo di persone non strettamente legate ai lavori parlamentari, con conseguenti disagi e lunghe attese nei momenti di maggiore afflusso.

Un problema che, a detta di alcuni, aveva finito per compromettere il regolare svolgimento delle pause e delle riunioni informali tra i parlamentari, trasformando la Buvette in un luogo spesso affollato e poco riservato.

Le reazioni degli esclusi e le polemiche in corso

Non si sono fatte attendere le reazioni da parte dei collaboratori parlamentari e dei dipendenti dei gruppi esclusi dalla Buvette. Alcuni di loro lamentano di essere stati trattati come "dipendenti di serie B", nonostante il ruolo chiave che svolgono nel supporto all’attività parlamentare. "Siamo parte integrante del lavoro del Senato, ma veniamo esclusi da spazi essenziali per la nostra giornata lavorativa," ha dichiarato un collaboratore parlamentare, preferendo mantenere l'anonimato.

Critiche arrivano anche dai sindacati di categoria, che chiedono un ripensamento della misura e l'introduzione di eventuali deroghe per specifiche figure professionali.

Di diversa opinione alcuni senatori, che invece difendono la decisione: "Era diventato impossibile trovare un momento di tranquillità alla Buvette, troppo affollata e priva della giusta atmosfera per scambi di idee e discussioni informali che sono parte integrante del nostro lavoro," ha dichiarato un parlamentare della maggioranza.

Possibili soluzioni alternative per i collaboratori

Con l’entrata in vigore delle nuove regole, molti collaboratori parlamentari dovranno cercare soluzioni alternative per la pausa pranzo e per le riunioni informali che spesso si svolgevano proprio alla Buvette del Senato. Tra le opzioni valutate, l’apertura di spazi dedicati all’interno di Palazzo Madama riservati esclusivamente ai collaboratori e ai dipendenti dei gruppi parlamentari, ma al momento non vi sono conferme ufficiali in merito.

Un’altra ipotesi in discussione riguarda la possibilità di stipulare convenzioni con bar e ristoranti situati nelle immediate vicinanze del Senato, al fine di garantire un servizio adeguato anche per coloro che non possono più accedere ai locali interni.

L'introduzione delle nuove restrizioni alla Buvette di Palazzo Madama segna un cambio di passo nella gestione degli spazi di ristoro interni al Senato. Mentre le istituzioni difendono la misura come necessaria per garantire decoro e funzionalità, il malcontento di collaboratori e dipendenti esclusi potrebbe alimentare ulteriori polemiche nei prossimi giorni.

Resta da vedere se la decisione rimarrà definitiva o se, come auspicano alcuni, vi saranno margini di flessibilità per una revisione delle regole di accesso in base alle reali necessità operative del Parlamento.
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