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Sanità, il Tar ferma le nuove tariffe: uno stop cruciale per i privati

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Sanità, il Tar ferma le nuove tariffe: uno stop cruciale per i privati
Il Tar del Lazio ha bloccato il nuovo nomenclatore tariffario per le prestazioni di specialistica ambulatoriale, un provvedimento voluto dal Governo per aggiornare tariffe ferme da oltre vent’anni. La decisione arriva dopo il ricorso di Federanisap, Aiop e Uap, che rappresentano le principali associazioni delle strutture sanitarie private accreditate. Queste organizzazioni avevano denunciato il Decreto del Ministero della Salute come inadeguato, sottolineando il rischio di compromettere la sostenibilità economica del settore, già gravato dagli effetti della pandemia e dalla crisi economica.

Il cuore del contenzioso: tariffe insufficienti e istruttorie lacunose
Il Tar ha accolto la richiesta di sospensione cautelare, segnalando l’assenza di urgenza nell’adozione del provvedimento. "L’istruttoria è risultata incompleta e carente, con un evidente scollamento rispetto ai costi reali affrontati dalle strutture sanitarie", hanno dichiarato gli avvocati Giuseppe Barone e Antonella Blasi, rappresentanti di Federanisap e Uap.
Il Decreto prevedeva una riduzione media delle tariffe tra il 22% e il 27%, un taglio considerato insostenibile per i poliambulatori accreditati che operano nel sistema sanitario nazionale. Secondo i legali Alberto Polini e Alessandro Diotallevi, il provvedimento presenta diversi profili di illegittimità: «Le tariffe sono state approvate oltre i limiti temporali stabiliti dalla normativa e senza una solida base legislativa. Questo ha generato un impatto devastante sulle strutture, molte delle quali sarebbero state costrette a cessare l’erogazione dei servizi, con pesanti ricadute sui cittadini».

Il ruolo del Tar e il futuro del decreto
La sospensione decisa dal Tar rappresenta una battuta d’arresto significativa per il Ministero della Salute, che aveva presentato il Decreto come una necessaria modernizzazione del sistema sanitario. La camera di consiglio, fissata per il 28 gennaio 2025, rappresenterà il banco di prova definitivo per il provvedimento.
Nel frattempo, Mariastella Giorlandino, presidente dell’Unione nazionale ambulatori e poliambulatori accreditati, celebra questa decisione come "una grande vittoria". Per la Giorlandino, la misura avrebbe avuto conseguenze gravissime sia per il settore sanitario privato che per i cittadini, acuendo le disparità di trattamento e spingendo molti pazienti verso soluzioni a pagamento.

Un sistema in bilico tra risorse e diritti
La vicenda solleva interrogativi più ampi sul rapporto tra sostenibilità economica delle strutture sanitarie accreditate e il diritto dei cittadini ad accedere a cure di qualità. Le associazioni di categoria chiedono non solo tariffe adeguate, ma anche un dialogo più strutturato con il Governo, capace di affrontare le sfide del settore con una visione d’insieme.
L’epilogo di questa vicenda avrà implicazioni rilevanti: da un lato, per la tenuta delle strutture sanitarie private; dall’altro, per il futuro della sanità pubblica in Italia, sempre più stretta tra vincoli di bilancio e richieste crescenti di servizi.

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