SACE presenta il Rapporto Export 2022: "Caro Export. Le sfide globali e il valore di esserci"

- di: Daniele Minuti
 
SACE ha presentato il suo ultimo Rapporto Export durante una diretta streaming aperta agli stakeholder che si interessano alle esportazioni e al processo di internazionalizzazione. E il messaggio rivolto alle imprese è chiaro: l'incertezza globale va affrontata con strategie innovative, usando gli strumenti messi a disposizione anche da SACE stessa.

SACE presenta il suo Rapporto Export 2022

Date le difficoltà l’export italiano dovrà avere una doppia anima, da traino per l'economia nazionale ma come elemento costoso: le esportazioni italiane nel 2022 cresceranno in valore del 10,3%  e in volume solo del 2,6%. L'anno prossimo si stimano alleggerimenti delle tensioni sui costi (valori e volumi a +5% e +4%) con il valore complessivo dell'export che raggiungerà i 600 miliardi di euro.

Un aumento di valore alto e di volumi più contenuto diviso fra i diversi settori di export, con beni intermedi (metalli e chimica) che esportano ancora ad alto ritmo grazie alla componente dei prezzi e alla dinamica degli investimenti ancora sostenuta. I piani economici di rilancio saranno alla base anche dei beni di investimento, trainati specie da mezzi di trasporto e meccanica strumentale, pur turbati dalle incertezze attuali.

I ritorno dell’inflazione globale si riflette in più su un calo del potere di acquisto di imprese e famiglie in difficoltà, che dovranno ridurre le risorse destinate all'acquistare beni di consumo (l'effetto prezzi spinge questo raggruppamento nel 2022 ma potrebbe mollare la presa il prossimo anno). Il tutto influenzato dallo scenario geo-politico, con l'Europa avanzata che sconta l'impatto del conflitto in Ucraina e l'Asia-Pacifico che risente dalle politiche "Zero Covid" messe in atto in Cina.

Quali sono gli scenari previsti da SACE? "In un contesto segnato da un’elevata incertezza economica globale" - spiega il report - "è quanto mai opportuno simulare scenari di previsione alternativi. In un primo scenario elaborato sulle ipotesi di continuazione e intensificazione nel tempo del conflitto, la cui probabilità di accadimento sta gradualmente aumentando, la crescita economica globale risulterebbe più debole e sarebbe accompagnata da un’ulteriore impennata dell’inflazione. In questo contesto, le nostre esportazioni crescerebbero quest’anno a un tasso del 9,1% (-1,2 punti percentuali rispetto allo scenario base) e registrerebbero un incremento solo di poco superiore allo zero nel 2023 (+0,5%; -4,5 p.p. rispetto al baseline). In un secondo scenario alternativo, con una probabilità di accadimento più modesta, si prevedono gli effetti di una risoluzione del conflitto in tempi più brevi e condivisa da entrambe le parti, che vada oltre un cessate il fuoco o il mero “congelamento” delle ostilità militari. L’allentamento delle distorsioni sul mercato energetico e il conseguente calo delle pressioni inflazionistiche aprirebbero a una “ripresa post-conflitto” nel corso del prossimo anno, con benefici per imprese e famiglie: l’export italiano di beni crescerebbe dell’11% nell’anno in corso (+0,7 p.p. rispetto al baseline) e dell’8,3% nel 2023 (+3,4 p.p.) per poi tornare in linea con lo scenario base nel biennio successivo".

Alessandra Ricci
, Amministratore Delegato di SACE (nella foto), ha commentato: "Abbiamo risorse, strumenti e competenze per affrontare le sfide globali e tenere alta la bandiera dell’export italiano nel mondo. Con un approccio sempre più strategico, un’attenzione a nuovi mercati e grazie a tutto il sostegno assicurativo-finanziario che il nostro Gruppo è in grado di offrire, le aziende italiane possono rafforzare la loro competitività anche in un momento complesso come questo. SACE è e sarà sempre al fianco del tessuto imprenditoriale italiano non solo per quanto riguarda l’export e l’internazionalizzazione, ma anche nel supporto alla liquidità nell’attuale contesto economico e nella promozione della transizione ecologica del Paese".
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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