Qu Dongyu (FAO) delinea cinque pilastri d'azione per supportare uno sviluppo sostenibile in Africa

- di: Barbara Leone
 
La transizione verso sistemi agroalimentari più efficienti, inclusivi, resilienti e sostenibili in Africa può aumentare la produttività agricola media di due o tre volte e incentivare il rinnovamento e lo sviluppo rurale, ha dichiarato ieri il Direttore Generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO) QU Dongyu intervenendo al Vertice “Italia-Africa: un ponte per la crescita comune”, che si è svolto il 28-29 gennaio presso il Senato italiano a Roma. L'evento ha riunito i capi di Stato e di governo dell'Africa; alti funzionari italiani, tra cui il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni; il Presidente dell'Unione Africana, Azali Assoumani; il Presidente della Commissione dell'Unione Africana, Moussa Faki; il Presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola; il Presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel; il Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen; il Segretario Generale Aggiunto delle Nazioni Unite, Amina Mohammed e altri. Nel suo discorso, il Direttore generale ha sottolineato che i sistemi agroalimentari sono la spina dorsale dell'Africa e forniscono il 62% dei mezzi di sussistenza. Pur elogiando i numerosi punti di forza dell'Africa, come le abbondanti risorse naturali, la giovane popolazione attiva, le tradizioni e le conoscenze, il Direttore generale ha osservato che circa il 20% della popolazione del continente è ancora sottonutrita.

Qu Dongyu (FAO) delinea cinque pilastri d'azione per supportare uno sviluppo sostenibile in Africa

“Con oltre 350 milioni di ettari di terreno coltivato - il doppio dell'Unione Europea - l'Africa ha il potenziale per produrre cibo sufficiente a sfamarsi e a contribuire alla sicurezza alimentare globale”, ha dichiarato Qu. Per sfruttare appieno il potenziale dell'Africa, il Direttore generale ha delineato cinque pilastri fondamentali che possono fornire soluzioni innovative per una trasformazione efficiente dei sistemi agroalimentari, supportata da partenariati strategici: investimenti mirati; la creazione di posti di lavoro per i giovani e l’emancipazione delle donne; uno sforzo collettivo nell’affrontare le cause profonde della migrazione portando nuova speranza e nuove soluzioni; innovazione e sviluppo delle competenze, in particolare per i giovani e le donne; il miglioramento dell'accesso al mercato e al commercio. A tal fine, il Direttore generale ha sottolineato che valorizzare in modo sostenibile il potenziale dell'enorme mercato alimentare interno africano potrebbe contribuire a realizzare la visione di un'area di libero scambio continentale africana, con un possibile aumento del 20-30% del commercio inter- e intra-regionale di prodotti agricoli entro il 2040. Ciò rafforzerebbe anche la resilienza agli shock e agli stress, creerebbe posti di lavoro e opportunità di mercato e contribuirebbe ad affrontare gli impatti della crisi climatica, ha aggiunto Qu.

 Nelle sue osservazioni, il Direttore generale ha elogiato il governo italiano per aver convocato il vertice per promuovere un partenariato paritario con l'Africa e per aver garantito che la regione rimanga al centro delle discussioni durante la presidenza italiana del G7. Qu ha inoltre ringraziato l'Italia per i generosi contributi volontari, che vedono l'Africa come uno dei partner principali, e per la nuova collaborazione sul progetto congiunto "Città verdi per l'Africa", nell'ambito dell'Iniziativa Città verdi della FAO. Il progetto mira a sostenere azioni di mitigazione e adattamento in dieci città africane.

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