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Prometeia: "Nel 2024, Italia col freno a mano, +0,4% il PIL e inflazione al 2,5%"

- di: Barbara Bizzarri
 
Prometeia: 'Nel 2024, Italia col freno a mano, +0,4% il PIL e inflazione al 2,5%'

Nel 2024 l’economia italiana crescerà solo per lo 0,4%: è quanto prevede Prometeia, più pessimisticamente rispetto a quanto stimato da Istat (+0,7%) e Banca d’Italia (+0,6%). Per il quarto trimestre 2023 Prometeia stima anche una lieve contrazione del Pil (-0,1%), dovuta soprattutto alla ridimensionata dei consumi.

Prometeia: "Nel 2024, Italia col freno a mano, +0,4% il PIL e inflazione al 2,5%"

Sul fronte dell’inflazione Prometeia prevede un ulteriore rallentamento, che l’anno prossimo porterà l’indice al 2,1% e nel 2025 all’1,9%. L’inflazione di fondo rimarrà al 2,5% nel 2024 e scenderà verso il 2% solo successivamente. Alla fine del 2024 i livelli di Pil saranno comunque superiori del 4,2% rispetto al 2019, quelli di occupazione del 2,9%, pari a 745 mila occupati in più, il tasso di disoccupazione più basso di 2,2 punti percentuali.

Rispetto al 2019 il debito pubblico italiano è cresciuto di circa 6 punti. L’indebitamento era all’1,5% del Pil nel 2019 e sarà verosimilmente al 5,3% nel 2023. La clausola di salvaguardia generale del Patto di stabilità e crescita, che prevede una deviazione temporanea dai requisiti di bilancio applicabili di norma in caso di grave recessione economica, sarà disattivata alla fine del 2023. “Qualunque forma prenderà il Patto di Stabilità e Crescita in discussione a Bruxelles, i nostri conti pubblici dovranno affrontare un percorso di riduzione del debito”, sottolinea Prometeia. In questo contesto, la Manovra 2024, che destina a misure espansive le risorse liberate dal venire meno dei supporti per il caro energia finanziandole in prevalenza in disavanzo, presenta una serie di criticità. Il deficit, infatti, non viene ridotto se non in misura modesta (dal 5,3% al 4,7% secondo le stime di Prometeia), e si rimanda a fine 2024 la decisione di dove reperire risorse permanenti per finanziare i tagli del cuneo per i redditi medio-bassi. Il rischio, avverte Prometeia, è che l’Italia incorra in nuovi richiami da parte della Commissione europea e che i riflettori dei mercati tornino ad accendersi sul debito italiano.

In questo contesto, le possibilità di crescita saranno sostenute principalmente dal Pnrr. La sua nuova definizione prevede un aumento di 2,9 miliardi di euro e una parziale redistribuzione delle risorse dagli investimenti diretti ai contributi e verso la transizione climatica. “Proiettiamo la crescita del Pil effettivo dell’Italia nel biennio 2025-2026 allo 0,8%, dunque superiore alla crescita potenziale, proprio tenendo conto degli effetti espansivi delle misure finanziate col Pnrr”, scrive Prometeia.

Intanto, l’area Euro ristagna da un anno e le difficoltà cinesi aggiungono ragioni di prudenza. L’incertezza relativa alle elezioni che si terranno nel prossimo anno, dalle presidenziali americane a quelle per il rinnovo del Parlamento europeo, peserà sulle scelte degli operatori economici: proprio nel corso di questo scenario, secondo le previsioni di Prometeia, è ragionevole attendersi una prima riduzione dei tassi nel 2024. “Il calo dell’inflazione corrente si rifletterà sul calo dell’inflazione attesa e porterà a un aumento dei tassi di interessi reali, che sarà più sostenuto fintanto che le principali banche centrali lasceranno invariati i tassi di interesse nominali”, evidenzia Prometeia. Secondo il Centro Studi, a causa della forte debolezza economica globale, sarebbe probabile una prima riduzione dei tassi a partire da giugno per la Fed e luglio per la Bce.

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