Porsche Italia, Innocenti: "Sì a rifinanziamento incentivi ed ecobonus"
- di: Redazione
Intervista all'amministratore delegato di Porsche Italia, Pietro Innocenti.
Come valuta Porsche Italia questo ‘annus horribilis’ 2020?
Il 2020 è stato probabilmente l’anno più sfidante dell’ultimo decennio. Eravamo reduci da un 2019 che ha visto Porsche battere
il record storico di vetture consegnate, sia a livello globale che
nazionale (6.710 vetture consegnate) e contavamo di avvicinarci a
quegli stessi traguardi anche nel 2020. Purtroppo abbiamo dovuto fare i conti con un evento drammatico e inaspettato che ci ha
costretti a rivedere i nostri obiettivi.
Grazie ad un piano solido a supporto dei Centri Porsche, che ha
incluso interventi sulla liquidità e offerte di soluzioni commerciali
vantaggiose per i clienti, oltre all’arrivo di nuovi modelli e motorizzazioni, siamo riusciti a superare gli obiettivi che ci eravamo posti post-emergenza e a chiudere il 2020 con solo il 13%
di consegne in meno rispetto al precedente esercizio. Nel 2020
abbiamo infatti consegnato 5.815 vetture in Italia segnando la
nostra seconda migliore performance di sempre e con una quota
di mercato in crescita del +17% rispetto al 2019.
Anche a livello globale siamo riusciti a contenere le conseguenze
della pandemia, chiudendo l’anno confermando sostanzialmente
le performance del 2019 (-3% vs 2019), grazie alla ripresa del mercato cinese nella seconda parte dell’anno e a perdite contenute in
Europa e negli USA.
Come hanno reagito e stanno reagendo i consumatori in generale e i clienti di Porsche in particolare? Come il Covid ha cambiato le abitudini di mobilità delle persone e se, a suo parere,
questi cambiamenti resteranno anche dopo la pandemia?
Abbiamo avuto un riscontro molto positivo da parte dei clienti, in parte attribuito al fenomeno di “revenge shopping” che ha caratterizzato i consumi dei beni di lusso subito dopo il
lockdown. È presumibile inoltre che le persone vivranno la
propria vita con un maggior grado di consapevolezza dopo
la crisi e che ci sarà un ulteriore slancio verso tematiche quali sostenibilità e digitalizzazione. Ci aspettiamo quindi che le
motorizzazioni ibride giocheranno un ruolo di primo piano
e che la mobilità elettrica continui a raccogliere interesse da
parte del pubblico.
Quali sono le sue previsioni per il futuro del sistema Automotive e quali le misure che, in Italia, dovrebbero mettere
in campo le istituzioni e le aziende per il rilancio di un settore che incide in maniera importante sul Pil italiano?
Occorre distinguere tra il futuro a breve termine, quello che
servirà a far ripartire e a proteggere tutta la filiera dell’Automotive, così importante per il Paese, e quello a medio e lungo
termine che sarà soprattutto caratterizzato dalla transizione
energetica.
Un primo importante contributo alla ripresa, che aiuterebbe anche il settore ma anche, e soprattutto, gli automobilisti è il rifinanziamento degli incentivi per i modelli che sono nella fascia
61-135 g/km CO2 ma anche di rendere strutturale almeno fino al
2026 l’ecobonus per le autovetture fino a 60 g/km CO2. Solo così
si può agevolare l’ammodernamento del parco circolante, che
con una età media di 11,5 anni ha un impatto davvero negativo
sull’ambiente. Inoltre, restando nelle previsioni, o meglio in ciò
che ragionevolmente dovremmo attenderci, c’è un adeguamento
della normativa vigente sulle autovetture aziendali che sono fornite in fringe benefit. Adeguandola ai nuovi valori di emissione di
CO2 in WLTP è possibile ottenere importanti risultati con un minimo sforzo anche gestionale. La stessa valutazione può essere fatta affrontando il tema della riforma della fiscalità auto. La quota
delle auto aziendali in Italia è decisamente più bassa (36%) rispetto a Germania (62,9%), Regno Unito (54,2%), Francia (53,1%)
e Spagna (49,8%). Un intervento sulla percentuale di detraibilità
dell’IVA per gli acquisti effettuati da aziende e professionisti assieme alla modifica della soglia di deducibilità dei costi darebbe
risultati immediati.
Ma guardando al medio e lungo termine non posso che immaginare, in quanto previsto nei piani per il rilancio dei Paese, un forte
e positivo impegno sullo sviluppo infrastrutturale. Parlo della rete
di ricarica per le auto elettriche, delle infrastrutture per l’idrogeno e per gli e-Fuel... Se anche l’Italia vuole accompagnare la transizione dobbiamo ribaltare la situazione che vede il nostro Paese al sedicesimo posto in Europa per numero di punti di ricarica
elettrica, solo 2,7 ogni 100 km di strade contro una media di 4,9!
Quali progetti avete in cantiere per l’auto elettrica?
A settembre 2019 abbiamo presentato la nostra prima sportiva
totalmente elettrica, la Taycan. Una nuova era per Porsche e un
nuovo benchmark per il settore.
A gennaio abbiamo completato la gamma già composta dalle versioni Turbo S, Turbo e 4S con il modello d’ingresso a trazione posteriore
e poche settimane fa abbiamo presentato anche la prima derivata,
la Taycan Cross Turismo, che ci consentirà di espandere sia l’offerta
prodotto sia la quota di vendita del modello. È già stato ufficializzato anche il lancio della Macan completamente elettrica entro la fine
del 2022. I progetti in cantiere sono molti e le ambizioni sono alte:
nel 2025, la metà di tutte le nuove Porsche vendute sarà elettrificata
e nel 2030 prevediamo addirittura che la quota salga all’80%.
Mobilità elettrica significa anche autonomia e ricarica e noi come
Porsche Italia stiamo investendo su diversi fronti per rendere la
mobilità a emissioni zero sempre più confortevole per i nostri
clienti: a partire dall’elettrificazione dei Centri Porsche con l’installazione di stazioni a ricarica ultra-rapida fino a 350 kW, arrivando alla recente partnership con Q8 che prevede la realizzazione di stazioni di ricarica ultrafast (300 kW) in 20 aree di servizio
Q8 entro la fine del 2021.
Come dicevo, l’impegno delle Case Automobilistiche e dei provider di energia non basta, serve un contributo a livello governativo
per dare una spinta importante alla diffusione dell’elettromobilità su larga scala.
Il mercato italiano per Porsche è il terzo in Europa, in termini di vetture vendute, dopo quelli di Germania e Regno
Unito. E il Gruppo gli dedica attenzione. Citiamo per tutti
l’autodromo di Franciacorta, che diventerà la sede del Porsche Experience Center, e il nuovo concept store Porsche@
CityLife, nel cuore pulsante di Milano.
Porsche in Italia è diventata, soprattutto in questi ultimi anni,
una realtà sempre più grande che genera un indotto importante
per il nostro sistema Paese. Solo nel biennio 2020-2021 abbiamo
investito circa 85 milioni di euro, distribuiti su diversi progetti:
il Porsche Experience Center, l’elettrificazione dei Centri Porsche
e l’ammodernamento delle strutture delle nostre concessionarie,
l’ampliamento del magazzino ricambi di Rovigo che ha raddoppiato la superficie e alcuni lavori di ristrutturazione del centro
prove Nardò Technical Center. L’Italia rappresenta infatti per Porsche AG non solo il terzo mercato in Europa e l’ottavo nel mondo
in termini di volumi di vendita, ma anche un territorio strategico
per lo sviluppo del Marchio.