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Melania fantasma alla Casa Bianca: perché il suo ruolo si assottiglia

- di: Bruno Coletta
 
Melania fantasma alla Casa Bianca: perché il suo ruolo si assottiglia
Melania fantasma alla Casa Bianca: perché il ruolo si assottiglia
Tra apparizioni centellinate, cripto-avventure e un documentario da 40 milioni, la First Lady del secondo mandato Trump resta ai margini: meno di due settimane complessive a Washington, cerimoniale spesso accentrato dal presidente, cantiere permanente tra roseto e East Wing. La grammatica del potere “soft” cambia volto.

Meno giorni che titoli. Nei primi mesi del 2025 la presenza della First Lady alla Casa Bianca è stata episodica, con lunghi periodi trascorsi tra New York e la Florida. Il risultato è un ruolo più rarefatto a Washington e una perdita di centralità dell’ala est, storicamente cuore del soft power presidenziale.

Cerimoniale in outsourcing

La macchina degli eventi a volte scivola nelle mani del presidente. Emblematica la giornata del White House Easter Egg Roll, con decine di migliaia di ospiti attesi e una regia fortemente presidenziale. È l’immagine di una presidenza iper-personalizzata, dove l’etichetta tradizionalmente coordinata dall’ala est viene accentrata altrove.

Le poche apparizioni che pesano

Quando sceglie il palcoscenico, Melania punta su momenti ad alta densità simbolica. Al Dipartimento di Stato, per gli International Women of Courage, ha ricordato che “il coraggio è radicato nell’amore”, rivendicando il valore della testimonianza femminile nella sfera pubblica.

Cripto, brand e un doc da 40 milioni

Gennaio segna il debutto della meme-coin $MELANIA, gemella del token lanciato dal presidente. Il boom iniziale lascia presto il posto a forte volatilità e a polemiche nell’ecosistema delle cripto. In autunno arriva l’annuncio del documentario Amazon MGM sulla First Lady, budget da 40 milioni, con uscita programmata e regia di un nome di peso. Due mosse che consolidano Melania come brand globale più che figura istituzionale continuativa.

Il cantiere della Casa Bianca

Il roseto – che Melania restaurò nel primo mandato – viene ripensato per nuovi usi all’aperto, con pavimentazioni e una gestione più event-driven. In autunno lo shock: la demolizione dell’East Wing, fulcro operativo delle first ladies, per far posto a una ballroom presidenziale. Per molti osservatori è una cesura storica che ridefinisce i confini del potere simbolico.

Sicurezza e scelta del privato

La ferita dell’attentato di Butler (estate 2024) resta sullo sfondo. Indagini e misure disciplinari al Servizio Segreto hanno alimentato un clima di allerta permanente. In questo contesto la First Lady ha imboccato una via più riservata, limitando le esposizioni e preferendo apparizioni mirate.

Una first lady “minimalista”

Le comparazioni storiche evocano precedenti lontani, ma il caso Melania è figlio del presente: comunicazione per eventi, progetti commerciali-mediatici, meno politiche pubbliche continuative. In una presidenza ad alta personalizzazione, l’ala est arretra e il soft power si sposta sul terreno del brand personale. 

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