Lecornu salva il governo: pensioni in pausa, sfida sul bilancio

- di: Marta Giannoni

17/10/2025

Due mozioni bocciate per 18 voti. Sospesa la riforma delle pensioni, promesso lo stop al 49.3. La sinistra incalza con la “tassa Zucman”, LFI annuncia una nuova destituzione contro Macron. Ora la prova del fuoco è la manovra da 30 miliardi.

(Foto: il primo ministro Sébastien Lecornu).

Una vittoria per soli 18 voti

Sébastien Lecornu esce dall’Assemblée Nationale con l’aria di chi ha scansato il baratro. Le due mozioni di sfiducia sono state respinte. La prima si è fermata a 271 voti, a 18 dalla soglia fatale; la seconda si è arenata molto più indietro. Per un governo di minoranza nato tra i veleni, è già un risultato: la traversata può continuare, ma il mare resta agitato.

Il prezzo del compromesso

Il conto politico è immediato: per evitare il ribaltone, l’esecutivo ha sospeso la riforma delle pensioni che alza l’età legale. Non solo: ha assicurato lo stop all’articolo 49.3. In cambio, i socialisti valuteranno nel merito la legge di bilancio, a patto che gli impegni siano rispettati. “Se salta il patto, salta il governo”, avvertono dall’area riformista.

La tassa Zucman divide

Nel cantiere della sinistra sale di grado la “tassa Zucman”: un prelievo minimo del 2% sui patrimoni ultra elevati (soglie ipotizzate oltre 100 milioni). I sostenitori parlano di giustizia fiscale in tempi di sacrifici; Lecornu teme la fuga dei capitali. La sfida si giocherà articolo per articolo in aula.

Macron chiede disciplina

Nella maggioranza lo stop alle pensioni pesa. Macron sceglie il realismo: “È doloroso per tutti noi… ma serviva un compromesso per garantire stabilità”. Meglio sacrificare un totem che consegnare il Paese alla paralisi.

Lfi al contrattacco: la destituzione

Mentre il PS punta al negoziato, LFI rilancia sullo scontro. La capogruppo Mathilde Panot annuncia una nuova mozione di destituzione del presidente. Gesto simbolico, ma utile a tenere alta la pressione sul macronismo.

Un Parlamento spaccato in tre

Tre blocchi, nessuno autosufficiente. Il RN resta isolato quando si tratta di costruire maggioranze; il centro presidenziale vive di convergenze variabili dal costo negoziale crescente. Ogni voto è una battaglia.

La montagna della manovra

Arriva la prova vera: una manovra da oltre 30 miliardi per ridurre il deficit e rassicurare Bruxelles. La sospensione delle pensioni apre un buco da coprire con tagli, risparmi e forse nuove entrate. La tenuta del patto con i socialisti dipenderà da progressività, tutela dei redditi bassi e investimenti mirati.

Cosa succede adesso

Da subito in aula bilancio dello Stato e Sécurité sociale. L’esecutivo promette dibattiti veri; l’opposizione prepara emendamenti e trappole procedurali. L’equilibrio è sottilissimo. “Adesso al lavoro”, insiste Lecornu. La politica chiederà presto il conto.