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Europa in fibrillazione: Sinistra Ue sfida von der Leyen

- di: Bruno Coletta
 
Europa in fibrillazione: Sinistra Ue sfida von der Leyen
Sinistra Ue sfida von der Leyen: sfiducia su Gaza, dazi e Mercosur
Gaza, dazi e Mercosur: la mozione di sfiducia scuote Bruxelles con scenari inediti tra dissensi e tattiche politiche.

(Foto: la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen).

Un nuovo scontro politico

A Bruxelles si riaccende lo scontro politico: a meno di due mesi dal primo tentativo, una nuova mozione di sfiducia verso la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, è alle porte. Questa volta a muovere l’iniziativa non è la destra, ma la Sinistra europea (The Left), che riunisce anche Sinistra Italiana e Movimento 5 Stelle. Nel mirino due dossier che dividono l’emiciclo: Gaza e l’intesa commerciale Usa-Ue, bollata dalla capogruppo Manon Aubry come “un atto di vassallaggio nei confronti di Washington”.

Le tensioni crescono anche tra i socialisti. La capogruppo Iratxe García Pérez non esclude un voto contrario alla ratifica dell’intesa commerciale; da Roma, Nicola Zingaretti va all’attacco: “Quello sui dazi non è stato un accordo ma una resa”. E rincara la dose: “Von der Leyen sbaglia a non valorizzare la fiducia del Parlamento: ogni volta che si sposta a destra perde voti e rischia la sua maggioranza”.

La Sinistra punta a portare il testo al voto nella seconda plenaria di ottobre. Per depositarlo servono 72 firme; il gruppo ne conta 46, ne mancano 26. Obiettivo alla portata, visto il malcontento crescente in una parte dei socialisti, inclusa una nutrita componente del Pd.

Aubry chiama alla coerenza anche gli indecisi: “C’è chi da mesi si lamenta di von der Leyen ma non fa nulla. Ora c’è un testo: chi non lo sosterrà dovrà spiegarlo”. Sul fronte Gaza difficilmente matureranno aperture a destra; sull’accordo Mercosur, invece, il dissenso è trasversale e tocca anche i patrioti, in particolare la Lega. La dirigenza della Sinistra precisa che le firme dell’estrema destra non sono gradite. Ma in aula, quando si vota, ogni sostegno conta.

Contesto: il precedente di luglio 2025

Un primo tentativo di censura è già stato respinto a luglio. La Commissione ha superato quell’esame ma ha mostrato crepe nella maggioranza centrista, segno che il collante politico non è più quello di un tempo.

Gaza e la commissione nel mirino

La gestione europea della crisi di Gaza è percepita da una parte dell’emiciclo come insufficiente sul piano umanitario e politico. La richiesta è chiara: una linea più netta e un profilo internazionale all’altezza dell’emergenza.

L’accordo Usa-Ue e i dazi sotto accusa

L’intesa con Washington sui dazi viene giudicata troppo accomodante. Per i critici, è un compromesso al ribasso che sacrifica interessi strategici europei senza ottenere contropartite equivalenti.

Mercosur sotto osservazione

Il negoziato con il Mercosur sconta le pressioni di agricoltori e governi nazionali. In più di una capitale si teme un impatto negativo sulla concorrenza e sulla sostenibilità, motivo per cui il fronte contrario cresce anche fuori dalla sinistra.

Un cambio di passo

La nuova mozione segna un cambio di passo: non più un attacco dalla destra, ma un avvertimento che viene dall’area progressista. Se la Sinistra raccoglierà le 72 firme necessarie, von der Leyen tornerà sotto i riflettori già a ottobre. Con una maggioranza meno compatta e un’agenda gravata da Gaza, dazi e Mercosur, il voto si preannuncia senza sconti.

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