Il Cremlino recalcitra: dialogo senza frutti, accuse agli europei di bloccare la pace.
(Foto: un momento dell'ultimo incontro tra Putin e Trump in Alaska).
Putin-Trump: dialogo vivace, risultati assenti
Nessun avanzamento concreto. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha chiarito che il confronto tra Vladimir Putin e Donald Trump, pur mantenendo toni operativi, non ha prodotto esiti verificabili.
“Al momento non ci sono risultati preliminari”, ha dichiarato Peskov.
Lo stesso portavoce ha riconosciuto che i contatti “procedono con alcune difficoltà”. “Entrambe le parti sono preoccupate per i loro interessi”, ha aggiunto, sottolineando che “il presidente Putin apprezza gli sforzi di Trump e la natura costruttiva delle relazioni”.
Tradotto: il tavolo resta aperto, ma il braccio di ferro sugli interessi nazionali impedisce lo scatto decisivo.
Europa sotto accusa: ostacoli alla pace in Ucraina
In parallelo, dal Cremlino è arrivato un messaggio netto verso i Paesi dell’Unione europea, ritenuti un freno al percorso negoziale sulla guerra in Ucraina.
“Gli europei ostacolano la risoluzione in Ucraina… non stanno contribuendo affatto”, ha affermato Peskov, accusando inoltre le capitali europee di “tentare di fare dell’Ucraina il centro di tutto ciò che è anti-russo”.
È la prosecuzione di una linea già nota: spostare l’asse della responsabilità sull’Europa e presentare le iniziative occidentali come parte del problema, non della soluzione.
Più contesto: la coalizione occidentale cerca sicurezza post conflitto
Nei giorni scorsi, una larga platea di Paesi europei ha discusso come garantire la tenuta di un eventuale cessate il fuoco: sostegno aereo e marittimo, addestramento e presenza di rassicurazione immediatamente dopo la firma di un accordo. L’ipotesi resta condizionata alla stabilità dell’intesa e alla sua verificabilità sul terreno.
In questo scenario, Mosca respinge qualsiasi soluzione che implichi truppe europee o della NATO in Ucraina, sostenendo che simili piani alimenterebbero l’escalation invece di contenerla.
Tra tatticismo e retorica, la pace rimane lontana
La fotografia è impietosa: retorica alta, sostanza scarsa. Il Cremlino difende la propria postura, accredita Trump come interlocutore “costruttivo” ma non concede passi concreti; l’Europa sviluppa un’architettura di sicurezza per il “dopo”, che Mosca bolla come intrusiva.
Finché resteranno ambiguità sulle concessioni, divergenze sulle garanzie e sfiducia reciproca, ogni annuncio di svolta resterà una promessa mancata. E il negoziato, ancora una volta, si limiterà a tenere in vita la conversazione senza incidere sulla realtà del conflitto.