Una versione che scricchiola, uno scontro istituzionale e l’Esecutivo sull’orlo di un rebus giudiziario.
(Foto: Giusi Bartolozzi con il ministro Nordio).
Il cuore della vicenda
Giusi Bartolozzi, capo di gabinetto al ministero della Giustizia, è finita al centro di pesanti rilievi del Tribunale dei ministri, nell’ambito dell’inchiesta sul caso Almasri, relativo all’arresto, scarcerazione e rimpatrio del generale libico accusato di crimini di guerra.
I giudici ritengono la sua deposizione “inattendibile e, anzi, mendace”. In particolare, emergono contraddizioni gravi riguardo il fatto che, pur dicendo di comunicare con il ministro Nordio “quaranta volte al giorno”, non gli avrebbe mostrato la bozza predisposta dagli uffici per gestire la situazione e inviata alla Corte d’Appello.
Inoltre, dalle testimonianze di altri funzionari emerge che si discusse anche della possibilità di espellere Almasri con un volo di Stato, nel caso in cui fosse stato rilasciato dalle autorità giudiziarie italiane.
Tensione tra politica e magistratura
Le parole di Cesare Parodi, presidente dell’ANM, hanno fatto esplodere lo scontro: “Un processo a Bartolozzi potrebbe avere ricadute politiche, neanche tanto indirette”.
Pronta e dura la replica del ministro Nordio: “Non so come si permetta di citare la mia capo di gabinetto. Se così fosse, significherebbe che Parodi ha accesso a informazioni riservate. È un’invasione di campo inaccettabile”.
Nel frattempo, al Corriere Roma, Bartolozzi si mostra calma e determinata: “Non temo nulla e chiarirò ogni dubbio”. Secondo alcuni esponenti politici come Giorgio Mulè (FI), “se il ministro rileva un problema nel suo ufficio, deve agire”.
Prospettive future
- Procedimento parlamentare: il Tribunale dei ministri ha chiesto l’autorizzazione a procedere per i ministri Nordio, Piantedosi e il sottosegretario Mantovano. La premier Meloni è stata archiviata. Il voto in Aula è atteso entro ottobre.
- Posizione di Bartolozzi: non è indagata, ma la Procura di Roma potrebbe aprire un nuovo filone di indagine, vista la gravità delle osservazioni contenute negli atti.
- Resta l’ombra del segreto di Stato, invocabile dagli indagati o dal Consiglio dei Ministri, che potrebbe complicare ulteriormente la trasparenza dell’intero procedimento.
Il caso Bartolozzi è esploso in tutta la sua complessità: versioni contestate, tensione istituzionale, e un Esecutivo sull’orlo dell’incertezza, con l’ombra di un processo che potrebbe trasformare la dirigente di via Arenula da garante a garantita.