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Più libri più liberi 2025: la mappa di un Paese che legge per capire se stesso

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Più libri più liberi 2025: la mappa di un Paese che legge per capire se stesso

Ogni dicembre la Nuvola dell’Eur si trasforma in un osservatorio privilegiato: un luogo in cui la piccola e media editoria italiana misura la vitalità del proprio ecosistema. L’edizione 2025 di Più libri più liberi amplifica questa vocazione: 569 editori, oltre 700 appuntamenti, numeri che restituiscono la fotografia di un settore che, mentre registra una lieve flessione nei canali trade (dal 46,6 al 46,4%), continua a rappresentare oltre il 60% della produzione libraria nazionale.

Più libri più liberi 2025: la mappa di un Paese che legge per capire se stesso

Un paesaggio fitto, pulviscolare, in cui convivono microimprese, presìdi territoriali, marchi sperimentali e realtà che fanno della bibliodiversità la propria bandiera. Il tema scelto, Ragioni e sentimenti, è un omaggio a Jane Austen ma anche una dichiarazione d’intenti: interrogare la capacità del libro di tenere insieme la precisione dell’analisi e la fragilità dell’esperienza.

Austen come chiave d’accesso

Sotto la cura di Chiara Valerio – al suo ultimo anno prima del passaggio di testimone a Giorgio Zanchini – la fiera interroga Austen non come monumento letterario, ma come dispositivo per esplorare identità, desiderio, linguaggio. Economiste, traduttrici, studiosi di sociologia e filosofia si alternano per far emergere la persistenza di una figura capace di raccontare la negoziazione tra individui e struttura sociale.

Gli interventi, dal focus economico di Letizia Pezzali alle analisi linguistiche di Basso e Pasqualetto, tentano di tradurre la lezione austeninana in categorie contemporanee: come si desidera in un’epoca che incoraggia il consumo? Che cosa resta della “ragione” – nel senso illuministico e morale – dentro le nuove grammatiche dell’algoritmo?

L’editoria come sistema produttivo

Accanto alla macchina narrativa della fiera, il Business Centre continua a essere il baricentro professionale: 26 incontri su politiche industriali, modelli distributivi e innovazione.
Il mercato del libro – spesso percepito come un settore culturale e non come industria – mette in scena la sua doppia natura: produzione creativa e filiera complessa, con nodi strutturali irrisolti. La discussione sulle politiche per i piccoli editori, sulla sfida della domanda interna e sul rapporto tra IA e processi editoriali restituisce un settore che resiste ma fatica a stabilizzare i propri margini.

La presenza del Rights Centre, con 62 operatori da 41 Paesi, conferma la crescente internazionalizzazione dell’editoria indipendente italiana, sempre più presente nei cataloghi stranieri. La rotta verso l’America Latina — strategica in vista del 2026 a Guadalajara — apre nuovi spazi di confronto per generi e autori emergenti.

Letterature e identità in trasformazione
La parte culturale della fiera è un viaggio nel modo in cui l’Italia si racconta — e si legge. Gli incontri dedicati alle grandi figure del secondo Novecento, da Pasolini a Camilleri, costruiscono una mappa della memoria collettiva. Sono momenti in cui la letteratura diventa archivio civile, lente per vedere ciò che la cronaca tende a dissolvere.

Non meno significativa la presenza internazionale: dall’Islanda al Canada, dalla Germania all’America Latina, voci che portano mondi narrativi lontani ma convergenti attorno a temi comuni — spaesamento, crisi delle appartenenze, ricerca di forme nuove per dire ciò che muta.

Il nodo delle «ragioni della pace»
Uno dei blocchi tematici più rilevanti, nel clima geopolitico attuale, è dedicato ai conflitti: Ucraina, Medio Oriente, Siria. Non una rassegna di testimonianze, ma un tentativo di comprendere come il libro resti uno dei pochi spazi possibili per ricostruire linguaggi condivisi.
In questi incontri il pubblico ritrova la funzione originaria della fiera: trasformare la lettura in un gesto di responsabilità civile.

Le scrittrici, i femminismi, il corpo

Molte delle voci più urgenti arrivano dagli appuntamenti dedicati alle donne: dai femminicidi al corpo politico, dalla genealogia delle pioniere del giornalismo alla riflessione filosofica sulla menopausa. Non si tratta di una sezione “a parte”, ma di una trama che attraversa l’intero programma, segnalando come il discorso pubblico italiano stia ricollocando il femminile al centro dell’indagine sociale e culturale.

L’omaggio a Michela Murgia, collocato in chiusura, è un rito di restituzione collettiva: non un memoriale, ma la conferma che certe opere diventano, per un Paese, fondamento e contraddizione.

Il romanzo italiano e le sue metamorfosi
Dalla psichedelia alla working class, dall’horror alla narrativa di formazione, il romanzo italiano appare oggi in uno stato di effervescenza. Gli autori presenti costruiscono un atlante di desideri, paure, mutazioni generazionali.
La letteratura, sembra dire la fiera, non è un riflesso del reale: lo anticipa, lo distorce, lo interroga. Il lettore è chiamato a un ruolo più attivo: non consumare storie, ma riconoscere le forze che le generano.

Un laboratorio per chi scrive, chi traduce, chi forma
Accanto alle grandi narrazioni, la fiera ospita momenti dedicati ai mestieri del libro: l’arte invisibile della traduzione, la critica, l’editing, la didattica. Sono gli incontri in cui il pubblico vede la filiera nella sua dimensione artigianale: mani, voce, tempo, scelte linguistiche che cambiano il destino di un’opera.

L’infanzia come orizzonte futuro
Il programma ragazzi non è più una sezione ancillare: è una dichiarazione politica. Dai laboratori creativi ai romanzi d’avventura, dagli incontri sulla responsabilità collettiva alla figura di Elsa Morante bambina, la fiera ribadisce che leggere non è un atto privato, ma una competenza civile che si costruisce presto.

Il fumetto come linguaggio adulto

Graphic novel e libri illustrati occupano uno spazio sempre più strutturale: non estetiche marginali, ma frontiere in cui il libro sperimenta nuove forme del racconto. Il fumetto appare qui nella sua dimensione doppia: popolare e colta, immediata e stratificata, capace di dialogare con teatro, stand-up, arti visive.

Oltre il libro: memoria, scienza, teatro
Gli eventi speciali – dalla rilettura di Hiroshima secondo Gunther Anders al teatro dedicato a Maradona come figura pedagogica – mostrano una fiera che non teme l’ibridazione. Il libro diventa pretesto, cornice, detonatore per far dialogare discipline diverse: filosofia, sport, storia, scienza.

Un ecosistema che si reinventa
In filigrana, Più libri più liberi racconta la salute dell’editoria italiana oltre i dati: un settore che nonostante le fragilità strutturali continua a generare comunità, ricerca, sperimentazione.
L’introduzione di PLAI, l’IA della fiera che parla nello stile di Jane Austen, è un’indicazione di rotta: la tecnologia non sostituisce il libro, ma ne amplia l’accesso, purché resti al servizio dell’immaginazione e non del suo appannamento.

Alla fine, la Nuvola restituisce l’immagine di un Paese che legge per orientarsi — non solo nel mercato editoriale, ma nel proprio presente.
E forse è questo il senso più profondo del tema: tra ragioni e sentimenti, l’Italia continua a cercare nel libro un modo per capirsi.

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