Pichetto, battesimo di fuoco in Ue

- di: Barbara Leone
 
Un battesimo di fuoco, quello di Gilberto Pichetto Fratin. Nel giorno della fiducia al nuovo governo, infatti, il neo ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica volerà in Lussemburgo per partecipare alla prima riunione dei ministri dell’Energia dopo che giovedì scorso i Ventisette hanno raggiunto l’accordo per negoziare un pacchetto di misure energetiche.

Battesimo di fuoco per il neo ministro Gilberto Pichetto Fratin

Il tema sul tappeto è ovviamente quello del gas, ma tra le prime mosse il ministro chiarisce la sua posizione “favorevole alla sperimentazione sul nucleare di nuova generazione per far fronte alla crisi energetica” confermando altresì che si proseguirà nella ricerca ed estrazione di gas dai fondali marini. Sul fronte europeo si proseguirà, invece, sulla strada tracciata dall’esecutivo Draghi. L’incontro di oggi a Bruxelles servirà ad impostare una serie di complesse trattative tecniche, che dovranno però concretizzarsi il prima possibile.

L’associazione imprenditoriale Business Europe ha infatti esortato l’establishment politico a prendere decisioni rapide. Dal canto loro i capi di Stato e di governo si sono accordati per chiedere a Bruxelles “concrete decisioni” su una serie di linee-guida presentate a metà ottobre c che riguardano un meccanismo di correzione del prezzo del gas sul mercato da usare nelle situazioni di emergenza. Ed ancora un sistema di acquisti in comune di idrocarburi, un nuovo indice che fissi il prezzo del gas ed un limite al prezzo del gas usato per produrre elettricità. Nel frattempo l’esecutivo comunitario ha pubblicato sul proprio sito internet una proposta di regolamento del Consiglio ex articolo 122 dei Trattati, da applicare nei casi segnati da “gravi difficoltà nell'approvvigionamento di certi prodotti”.

Il testo si concentra sugli acquisti in comune, le azioni di solidarietà tra i Paesi membri, le misure per ridurre ulteriormente la domanda di gas, il meccanismo temporaneo di correzione del prezzo di mercato. In tutto questo permangono gli scetticismi ancora preponderanti di Germania e Paesi Bassi trascinate, grazie ad un complesso negoziato con tanto di clausola di fiducia ad hoc volta a garantire che il tetto non possa mettere a repentaglio la sicurezza degli approvvigionamenti, ad acconsentire a un compromesso dove però riserve sono molteplici. Per Roma, Parigi, e le altre quattordici capitali paladine della misura (con il forte supporto della Confindustria europea) si tratta ora di scendere nel dettaglio, magari fornendo ulteriori prove inconfutabili da Berlino e L’Aja.
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