Petrolio: l'Opec rivede al rialzo la crescita della domanda per il 2021

- di: Jean Aroche
 
L'Opec (Organization of the Petroleum Exporting Countries), l'organizzazione che riunisce dodici paesi produttori di petrolio, ha pubblicato il Monthly Oil Market Report in cui ha spiegato di aver rivisto al rialzo le stime per la domanda dell'anno in corso.

Secondo il report, la domanda globale dovrebbe aggirarsi attorno ai 96,46 milioni di barili ogni giorno, dato in aumento di 190.000 barili giornalieri rispetto alle stime contenute nell'analisi del mese precedente: il dato su base annua mostra che la domanda globale dovrebbe crescere di 5,95 milioni di barili ogni giorno rispetto all'anno scorso (aumento del 6,6%) rispetto ai 5,89 milioni di barili delle stime fatte lo scorso marzo.

Nel rapporto si legge che "la revisione al rialzo tiene soprattutto conto di un rimbalzo economico più importante rispetto a quello che era stato ipotizzato nel mese scorso, che dovrebbe avere un impatto principalmente sulla domanda di petrolio dell'area OCSE nella seconda metà del 2021, supportata da stimulus packages e da un nuovo allentamento di misure restrittive per ridurre i contagi da Covid-19, in un contesto di accellerazione della campagna di vaccinazione".

Per l'Europa viene evidenziato che il lento ritmo dei vaccini e la mancanza di dosi in diversi paesi implica forzatamente la reintroduzione di tali misure e "questi sviluppo, legati all'aumento dei casi pongono rischi al ribasso per la prospettiva della domanda di petrolio nell'Eurozona per il 2021: l'outlook attuale inoltre non ritiene possibile raggiungere l'immunità di gregge prima della fine dell'anno".

Questi dati però hanno sorpreso diversi analisti come quelli di Standard & Poor's Global che hanno commentato: "Soltanto due settimane fa l'OPEC aveva tagliato le sue previsioni di crescita della domanda di petrolio per il 2021 del 5% circa a 5,6 milioni di barili al giorno dopo la pressione di alcuni membri del comitato tecnico che ha invece favorito il mantenimento di quote di produzione ridotte".
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