Petrolio: prezzi scivolano ai minimi da un anno, -10% in sei giorni

Scivolano ancora i prezzi del petrolio che toccano i minimi da dicembre 2021 e arretrano di quasi un punto percentuale. In meno di una settimana, dalla chiusura dell'1 dicembre, la contrazione del barile di greggio sfiora il 10% sia a Londra sia a New York tra i timori di recessione che frenano la domanda globale e l'incertezza legata agli effetti delle sanzioni sulle materie prime russe. Dopo una prima parte di mattinata stabile, il Brent febbraio cede lo 0,9% a 78,7 dollari al barile, il Wti gennaio lo 0,7% a 73,7 dollari al barile. "Il calo dell'attivita' manifatturiera globale, in ragioni di condizioni finanziarie piu' restrittive, sta cominciando ad incidere sulla domanda globale di oro nero. Se a questo sommiamo il fatto che gli ultimi dati sull'occupazione migliori delle attese potrebbero spingere la Fed a mantenere una politica monetaria ancora restrittiva, diventa logico aspettare un'ulteriore calo della domanda. I target potrebbero essere in area 60 65 dollari al barile" osservano gli analisti di ActiveTrades. Sull'andamento dei prezzi pesano un mix di fattori, secondo Mps Capital Services: "la scarsa liquidita' dei future dato che l'ammontare degli open interest aggregati e' al minimo dal 2015; i timori di recessione e segnali di indebolimento della domanda dopo il taglio dei prezzi da parte dell'Arabia ai clienti asiatici; la conferma degli attuali livelli di offerta da parte dell'Opec+; infine, l'incertezza causata dalle recenti decisioni riguardo il price cap sul petrolio russo". Per gli esperti alcuni Paesi asiatici potrebbero aver aumentato l'acquisto di greggio russo riducendo invece quello occidentale: "il Brent si sta cosi' dirigendo verso il supporto statico posto a 77 dollari al barile, ultimo baluardo tecnico per evitare la discesa verso il successivo livello di 69 dollari".