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Petrolio: la Cambogia fa il suo ingresso tra i Paesi produttori

- di: Emanuela M. Muratov
 
Petrolio: la Cambogia fa il suo ingresso tra i Paesi produttori
La Cambogia ha fatto il suo ingresso ufficiale nel club dei Paesi produttori di petrolio, estraendolo da impianti nelle sue acque territoriali. In occasione dell'inizio ufficiale delle estrazioni, il primo ministro Hun Sen ha parlato di "un altro successo per l'economia cambogiana", definendolo un "regalo enorme" per il Paese. La prima partita di greggio è stata estratta da una piattaforma a sud della costa di Sihanoukville, a circa 160 chilometri dalla costa.

Il giacimento, denominato "blocco A", potrebbe contenere circa 30 milioni di barili. Il progetto è portato avanti dalla KrisEnergy, società di Singapore, che ne possedeva il 95% delle quote.
Era stata la Chevron, 2005, la prima a trovare petrolio nell'area, ma all'epoca non è stato possibile raggiungere un accordo con Phnom Penh. Il gruppo americano ha stimato che le riserve sottomarine della Cambogia potrebbero ammontare a centinaia di milioni di barili. La Cambogia, quindi, nell'Estremo oriente, segue ora la scia di Thailandia e Malesia che negli anni '80 avevano cominciato a sfruttare le loro risorse di idrocarburi.

L'avvio del progetto non è stato facile, anche a causa delle fluttuazioni del prezzo del barile, facendo irrigidire il governo cambogiano. Alla fine, quando altre compagnie si sono defilate, è stata KrisEnergy a trovare un accordo di distribuzione del reddito con il governo. "Portare avanti questo progetto nel contesto della pandemia da Covid-19" - ha detto Kelvin Tang, ceo della compagnia di Singapore - "è un enorme successo''. KrisEnergy, peraltro, negli ultimi anni ha dovuto cedere altri progetti in Vietnam e Indonesia per finanziare le perforazioni in Cambogia.

L'avvio della produzione si preannuncia relativamente modesto: solo 7.500 barili al giorno, per poi aumentare gradualmente di volume. Il governo spera già di raccogliere più di 400 milioni di euro di entrate dalla prima fase del progetto. Il lancio del progetto ha suscitato critiche in un Paese in cui la corruzione è massiccia (è classificato al 162/mo posto, su 180, tra quelli più corrotti nell'elenco stilato da Transparency International). Uno dei timori principali è che la Cambogia diventi troppo rapidamente dipendente dalle rendite petrolifere. Hun Sen, in carica da ventidue anni, ha ignorato queste accuse, assicurando che l'avvio del progetto "non è una maledizione come hanno detto alcuni malvagi".
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