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Arieccotelo!

- di: Barbara Leone
 
L’ha fatto. L’ha fatto di nuovo. Questa volta, udite udite, disquisendo di otorinolaringoiatria e dintorni. C’ha proprio ‘na fissa, Papa Francesco: ogni volta tocca anche solo di sguincio l’argomento denatalità ecco che zac… ci deve infilare per forza la sua più che evidente, atavica idiosincrasia nei confronti degli animali. E’ più forte di lui. Ora ditemi voi che c’azzeccano i veterinari con i pediatri e, peggio me sento, con gli otorinolaringoiatri. Zero zero carbonella. Niet! Per lui no. E dire che era partito in folle, sciorinando il solito (giusto per carità) discorso sulla ritrosia dei giovani a far figli.

Arieccotelo!

“L’Italia - ha detto pochi giorni fa Bergoglio (perché oramai a chiamarlo Francesco mi prende davvero a male) parlando ai membri dell’Associazione Otorinolaringologi Ospedalieri Italiani (Aooi) e della Federazione Italiana Medici Pediatrici (Fimp) - purtroppo è un Paese che invecchia: speriamo che si possa invertire la tendenza, creando condizioni favorevoli perché i giovani abbiano più fiducia e ritrovino il coraggio e la gioia di diventare genitori”. Poi vede rosso come i tori, giusto per rimanere in tema, e ingrana la quarta: “Forse questo non dovrei dirlo (ecco, bravo ndr) - ha aggiunto a braccio -, ma lo dico: oggi si preferisce avere un cagnolino che un figlio. Il vostro compito è molto limitato, ma cresce quello dei veterinari! E questo non è un buon segnale”.

Frasi che fanno immediatamente insorgere i veterinari che non gliela mandano a dire: “La società è cambiata - ha ribattuto Zaccaria Di Taranto, a capo della Federazione Medici veterinari e vice segretario del Sindacato Italiano Veterinari Medicina Pubblica -, anche le esigenze, e cani e gatti oggi sono diventati ormai indispensabili. Specie nelle grandi città, dove regna l'anonimato, sono un antidoto alla solitudine. Per rimanere nella battuta per noi è tutt'altro che un brutto segnale”. Un gran brutto segnale è invece che un sacerdote, capo della Chiesa che oltretutto ha scelto di chiamarsi come San Francesco (anche se sono in molti a pensare che la scelta di Bergoglio sia più legata al gesuita San Francesco Saverio che non al poverello d’Assisi che tanto amava gli animali) parli a schiovere, come si dice a Napoli. Perché oramai la contrapposizione cagnolini-bambini pare un’ossessione per lui: ce la infila sempre e comunque, dimenticando che cristianamente anche gli Anima-lì sono creature di Dio come tutto il Creato, con annessi e connessi. E dimenticando, altresì, che gli animali curano la solitudine, il male di vivere, i lutti e la depressione molto più, e meglio, di tanti medicinali. E salvano vite, e quando non possono perché quelle vite non ci sono più ritrovano cadaveri: l’ultima, ma solo in ordine di tempo, è stata proprio la povera Giulia, che molto probabilmente senza l’intervento del cane Jageer non sarebbe mai stata ritrovata. Anzi, sicuramente, a detta dei volontari stessi: “Senza di lui impossibile vedere i resti”, hanno detto. E dimentica il caro Papa che, piccolo grande dettaglio ma anche piccola grande vergogna, noi le cure per i nostri animali ce le paghiamo completamente con i nostri soldi. E costano care, eccome se costano care.

Esattamente come i farmaci veterinari che, a parità di principio attivo, costano il triplo dei farmaci ad uso umano. Senza contare che se in Italia non si fanno figli è perché non ci stanno i soldi, cara eminentissima Santità. E, per la cronaca, è vero che quasi la metà degli italiani vivono con un cane, ma sono i nuclei con bambini quelli che accolgono più frequentemente animali in casa: dati Eurispes alla mano, mica pizza e fichi. E senza contare, in ultimo ma non da ultimo, che saranno pure affaracci miei se voglio uno, due dieci cani e non voglio fare figli. Ma de che stiamo a parlà, France’? Certo, cosa mai ci si può aspettare da uno che, detto da lui eh, da bambino sognava di fare non l’astronauta, non il calciatore, non il poliziotto ma… il macellaio! Forse qualche domanda me la farei. Ma soprattutto gliela farei: te c’avranno mica mozzicato?

Perché in tal caso la psicanalisi fa miracoli!
No, caro Papa Francesco: ridicolizzare le persone che vivono con animali non servirà a riempire né le culle né tantomeno le chiese di fedeli. Anzi. Servirà solo ad allontanarne altri, che si sentono inspiegabilmente presi di mira e soprattutto esclusi dai valori che dici di predicare. E l’amore non esclude mai, semmai include. Ecco perché molto semplicemente si dovrebbero fare più bambini e farli crescere con un animale, che renderebbe la loro vita più felice e completa e li aiuterebbe a crescere e a diventare donne e uomini migliori.
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