Orlando: "Favorevoli al salario minimo purché non indebolisca le contrattazioni"

- di: Diego Minuti
 
Durante il Consiglio europeo dei ministri del Lavoro, è intervenuto il ministro italiano Andrea Orlando e fra i tanti argomenti toccati c'è stato anche quello del salario minimo, nei confronti del quale l'Italia, sempre a opinione di Orlando, sarebbe "favorevole a condizione che la sua introduzione non indebolisca le contrattazioni, anzi le rafforzi, motivo per cui vanno definiti i criteri dei soggetti autorizzati a farne parte per evitare il rischio dei cosiddetti contratti pirata".

Qualsiasi progresso però non è raggiungibile senza ribadire la centralità delle parti sociali: "Non esiste ingiustizia più grade di avere lavoratori che non possono contare su un salario dignitoso o che, addirittura, sono costretti a vivere sotto la soglia di povertà. Le parti sociali devono essere al centro di tali discorsi anche se in diversi casi, la contrattazione non basta o non c'è proprio".

"Non c'è ingiustizia più grande di avere lavoratori che non hanno un salario dignitoso e che, addirittura, sono al di sotto della soglia di povertà", ha detto Orlando, ribadendo la centralità delle parti sociali e ricordando allo stesso tempo che "in alcuni casi la contrattazione non c'è o non basta. I Paesi dell'Europa hanno migliorato le condizioni dei lavoratori e dei relativi salari, certi strumenti potranno essere messi in discussione nell'immediato futuro dall'impatto che le nuove tecnologie avranno sul mondo del lavoro, dalla sua evoluzione e dal fatto che esista un dumping salariale che rischia seriamente di sperperare le conquiste sociali che si sono realizzate".

Il ministro Orlando ha poi concluso: "L'Italia vuole contribuire dando corso alle indicazioni dell'Europa e in questi mesi ha fatto scelte che vanno in questa direzione come quelle sugli ammortizzatori sociali e sui meccanismi di inclusione, quelle sul sostegno alle famiglie e la lotta alla povertà, andando nella direzione di un sempre maggiore impiego delle donne anche con le clausole che fanno parte del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del 30% di posti di lavoro riservato a donne e giovani. La risposta che l'Ue sta dando eviterà che la pandemia crei nuove diseguaglianze e conterrà i danni sociali che la crisi può produrre".

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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