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L’impatto dei dazi sul Pil globale e le sorprese di Argentina e Spagna: le nuove previsioni dell’Ocse

- di: Jole Rosati
 
L’impatto dei dazi sul Pil globale e le sorprese di Argentina e Spagna: le nuove previsioni dell’Ocse
L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse) ha presentato a Parigi le sue Prospettive economiche intermedie, dipingendo un quadro globale in cui l’inflazione è destinata a calare, ma l’incertezza legata ai dazi commerciali rischia di frenare la crescita economica. Due elementi emergono con forza: il potenziale impatto negativo dei dazi sul Pil mondiale e le sorprendenti previsioni di crescita per Argentina e Spagna, che si distinguono come le economie più dinamiche nel prossimo biennio.

L’inflazione globale in calo, ma l’ombra dei dazi
Secondo l’Ocse, l’inflazione globale scenderà dal 5,3% del 2024 al 3,8% nel 2025, per poi assestarsi al 3,2% nel 2026. Per l’Italia, si prevede un’inflazione all’1,1% nel 2024, in salita all’1,7% nel 2025 e all’1,9% nel 2026. Tuttavia, il vero freno alla crescita potrebbe arrivare dalle politiche protezionistiche, in particolare dai dazi annunciati dall’amministrazione statunitense.
L’Italia è un Paese molto esportatore. Se il pianeta diventa più protezionista, ovviamente l’Italia ne soffrirà”, ha dichiarato Alvaro Santos Pereira (foto), capo economista dell’Ocse, durante una conferenza stampa a Parigi. Pereira ha sottolineato che, per ora, i dazi non hanno avuto un impatto significativo sull’economia italiana, ma ha avvertito che un’escalation delle tensioni commerciali potrebbe cambiare rapidamente la situazione. “Speriamo che ciò non accada”, ha aggiunto.

Argentina e Spagna: le stelle nascenti della crescita
Mentre molte economie avanzate faticano a mantenere ritmi di crescita sostenuti, Argentina e Spagna emergono come le sorprese positive del rapporto Ocse. L’Argentina, in particolare, vedrà un balzo del Pil del 5,7% nel 2025, con un’inflazione in calo al 28,5%. Si tratta di un miglioramento significativo rispetto alle previsioni di dicembre, quando la crescita era stimata al 3,6%.
La Spagna, invece, si conferma come una delle economie più resilienti d’Europa, con una crescita prevista al 2,6% nel 2025, tre decimi in più rispetto alle stime precedenti. Nel 2026, il Pil iberico dovrebbe crescere del 2,1%, superando ampiamente la media dell’eurozona, ferma all’1%.

L’allarme sull’economia globale
L’Ocse ha lanciato un monito chiaro: i dazi rischiano di rallentare la crescita globale, con un impatto particolarmente severo su Stati Uniti, Canada e Messico. La crescita degli Usa, ad esempio, potrebbe ridursi dal 2,8% del 2024 all’1,6% nel 2026. Il Messico, invece, potrebbe addirittura registrare una contrazione del Pil dell’1,3% nel 2025.

Le banche centrali chiamate alla vigilanza

L’Ocse ha esortato le banche centrali a mantenere alta la guardia. “Le banche centrali devono restare vigili dinanzi all’elevata incertezza e al potenziale aumento dei costi commerciali, che potrebbero alimentare pressioni sui salari e sui prezzi”, si legge nel rapporto. L’organizzazione ha anche sottolineato la necessità di una disciplina di bilancio per garantire la sostenibilità del debito e la capacità dei governi di reagire a shock futuri.

Il ruolo dell’intelligenza artificiale
Tra le note positive, l’Ocse ha evidenziato il potenziale dell’intelligenza artificiale nel favorire la produttività. “Una diffusione più rapida delle tecnologie legate all’IA potrebbe portare notevoli benefici”, si legge nel rapporto. Tuttavia, i governi dovranno garantire infrastrutture digitali adeguate e politiche per l’aggiornamento delle competenze dei lavoratori.

Economia globale a un bivio
Mentre l’inflazione sembra destinata a calare, l’economia globale si trova a un bivio. I dazi e le tensioni commerciali rappresentano un rischio concreto, ma Paesi come Argentina e Spagna dimostrano che, con le giuste politiche, è possibile invertire la rotta. Resta da vedere se la comunità internazionale riuscirà a evitare una spirale protezionistica che potrebbe avere conseguenze pesanti per tutti.

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