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Nucleare, l’Italia entra nello Steering Committee di IFMIF-DONES

- di: Anna Montanari
 
Nucleare, l’Italia entra nello Steering Committee di IFMIF-DONES

L’Italia consolida la propria presenza nel panorama della ricerca europea sull’energia da fusione. Il governo ha comunicato l’adesione formale allo Steering Committee del progetto IFMIF-DONES (International Fusion Materials Irradiation Facility – Demo Oriented Neutron Source), la grande infrastruttura di ricerca in costruzione a Granada, in Spagna, considerata uno dei pilastri del percorso europeo verso i futuri reattori a fusione.

Nucleare, l’Italia entra nello Steering Committee di IFMIF-DONES

La decisione arriva dopo anni di partecipazione come osservatore. I ministri Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente e Sicurezza Energetica) e Anna Maria Bernini (Università e Ricerca) hanno firmato una lettera nella quale l’Italia manifesta l’intenzione di assumere il ruolo di Full Member, impegnando nel progetto i propri enti di punta: Enea e Infn.

Il ruolo strategico dell’infrastruttura
IFMIF-DONES ha un obiettivo centrale nel quadro della roadmap europea verso la fusione: studiare e qualificare i materiali che dovranno resistere, negli impianti del futuro, a flussi di neutroni ad altissima intensità, simili a quelli generati all’interno delle stelle e attesi nei reattori DEMO, la generazione successiva ai prototipi oggi in sviluppo.

Si tratta di un passaggio essenziale per poter progettare componenti in grado di mantenere integrità strutturale e prestazioni in condizioni estreme, un nodo tecnologico ancora irrisolto nella corsa globale verso la fusione. La facility di Granada è destinata a diventare il laboratorio di riferimento per tutti i Paesi europei coinvolti.

La partecipazione italiana
Con l’ingresso nello Steering Committee, l’Italia ottiene un ruolo diretto nei processi decisionali della governance scientifica e industriale dell’infrastruttura. La presenza congiunta di Enea, che guida molte delle attività nazionali sulla fusione, e Infn, che porta competenze avanzate nel campo della fisica nucleare e delle tecnologie dei fasci, consente di rafforzare la partecipazione ai programmi europei e di inserirsi in una filiera di ricerca che nei prossimi anni sarà al centro non solo della politica energetica, ma anche dell’innovazione tecnologica con ricadute trasversali.

Le ricadute oltre l’energia
Pur essendo pensato come strumento al servizio della fusione, IFMIF-DONES avrà applicazioni anche in campo medico, industriale e nella fisica nucleare sperimentale, grazie alla possibilità di generare neutroni ad alta intensità utili per test e irraggiamenti che oggi richiedono strutture molto limitate e distribuite in poche nazioni.

L’ingresso dell’Italia, sottolinea il Ministero, non solo rafforza il posizionamento nazionale nella ricerca strategica sulla fusione ma permette di ampliare la partecipazione delle imprese tecnologiche italiane, che potranno concorrere allo sviluppo di componentistica e servizi ad alto contenuto ingegneristico.

Con questo passaggio, l’Italia si colloca stabilmente tra i Paesi che stanno contribuendo a definire la prossima fase della ricerca sulla fusione in Europa. Un settore che, nelle intenzioni delle istituzioni comunitarie, sarà determinante per raggiungere gli obiettivi energetici di lungo termine e costruire nuove filiere ad alta intensità scientifica e industriale.

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