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Ucraina, Pokrovsk: gli scontri sul terreno e la guerra vinta dai russi nei deepfake

- di: AdnKronos
 

Decine di video generati dall'intelligenza artificiale e circolati sui social mostrano scene di resa, soldati ucraini che consegnano le armi, altri che si recano al fronte in lacrime

Se i combattimenti per il controllo di Pokrovsk, nell'Ucraina orientale, ancora infuriano sul terreno, non è così sui social filo-russi, per i quali Mosca ha già incassato la vittoria: nei video virali generati dall'intelligenza artificiale l'esercito ucraino batte in ritirata.

 

La Russia sta cercando di conquistare il centro logistico situato nella regione orientale del Donetsk da oltre un anno, e nelle ultime settimane l'assalto è stato intensificato, l'avanzata verso la periferia - secondo le mappe pubblicate dall'Institute for the Study of War - eseguita con un movimento a tenaglia. Gli scontri per il controllo del crocevia ferroviario e stradale non si fermano, ma nelle decine di video generati dall'intelligenza artificiale e circolati sui social nelle scorse settimane - con milioni di visualizzazioni - si vedono scene di resa, soldati ucraini che consegnano le armi, altri che si recano al fronte in lacrime.

 

La disinformazione

I video falsi fanno parte di una "narrazione più ampia che abbiamo visto dall'inizio dell'invasione, con Zelensky che manda giovani e anziani al fronte contro la loro volontà", commenta Pablo Maristany de las Casas, analista dell'Istituto per il Dialogo Strategico, citato dall'Afp. "C'è sempre un evento sul quale si possono costruire informazioni false", osserva Carole Grimaud, ricercatrice presso l'Università Aix-Marseille. I video "strumentalizzano l'incertezza e alimentano i dubbi nell'opinione pubblica", sottolinea.

 

Nelle immagini fake non mancano le incongruenze, alcune plateali, altre meno rintracciabili ad una semplice osservazione: tra le prime sicuramente la scena del soldato ucraino che afferma di "lasciare Pokrovsk" e cammina senza difficoltà nonostante abbia una gamba ingessata, l'immagine di una barella che sembra sollevarsi in aria e quella di gambe senza corpo che si materializzano e svaniscono sullo sfondo.

 

Altri video falsi, alcuni dei quali recano il logo Sora di OpenAI, mostrano soldati in uniforme ucraina che piangono e implorano di non essere mandati al fronte. In alcuni di questi video compaiono i volti di streamer russi online. Uno di loro usa l'immagine dello YouTuber russo in esilio Alexei Gubanov, comparsa nel video di un soldato ucraino in lacrime. "Ovviamente non sono io", ha successivamente spiegato in un video su YouTube. "Purtroppo, molte persone ci credono... e questo fa il gioco della propaganda russa", ha lamentato.

 

L'Osservatorio europeo dei media digitali, una rete di organizzazioni di fact-checking finanziata dall'Ue, spiega di aver pubblicato oltre duemila articoli relativi alla guerra in Ucraina dall'invasione russa nel 2022, e al loro interno l'intelligenza artificiale è diventata un argomento sempre più ricorrente. La disinformazione è "una tattica vecchia, ma la tecnologia è nuova", osserva Ian Garner, specialista in propaganda russa presso il Pilecki Institute. I video funzionano "minando il morale degli ucraini, dicendo, guarda, questa è una persona proprio come te, potrebbe essere tuo fratello, tuo padre". Nel frattempo, invece, rafforzano il morale dei russi.

 

TikTok afferma che gli account che sembrano essere dietro questi video sono stati cancellati. Non prima però che uno di essi raccogliesse più di 300.000 like e diverse milioni di visualizzazioni. OpenAI ha dichiarato di aver condotto un'indagine, senza fornire ulteriori dettagli.

 

Ma i video restano in circolazione. Afp riporta di averli trovati, tra l'altro, su Instagram, Telegram, Facebook e X con post in greco, romeno, bulgaro, ceco, polacco e francese, sul sito web di un settimanale russo e in un tabloid serbo. L'impatto di un video falso è difficile da misurare, ma "quando viene ripetuto, è possibile che la percezione delle persone cambi", ha affermato Grimaud.

 

Sebbene alcune aziende abbiano dimostrato la volontà di combattere l'uso improprio dei loro strumenti, ha affermato Maristany de las Casas, "la portata e l'impatto della guerra dell'informazione superano le risposte delle aziende".

 

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