• Tutto con Bancomat. Scambi denaro, giochi ti premi.
  • Esprinet molto più di un distributore di tecnologia
  • Fai un Preventivo

Lillo e Naska, vita in cella tra rock e fragilità

- di: Ansa
 
A Giffoni Tutta colpa del rock con Elio e Maurizio Lastrico
La passione enorme per la musica ("Già quando avevo 15 anni suonavo in gruppo rock con un giubbetto di pecora e mi sentivo fighissimo") e gli spettacoli fatti con Greg nelle carceri ("Ci sono stato almeno cinque volte e ho toccato con mano la fragilità umana") hanno portato Lillo a "Tutta Colpa del Rock", il film targato PiperFilm con Netflix con la regia di Andrea Jublin con Naska, acclamato al Giffoni Film Fest che racconta come le relazioni possano portare alla rinascita, anche dopo le cadute più rovinose.
Nel cast anche Maurizio Lastrico, Valerio Aprea, Massimo De Lorenzo, Carolina Crescentini, Agnese Claisse, Massimo Cagnina e Sofia Panizzi.
La storia segue Bruno, un ex chitarrista rock caduto in disgrazia, bugiardo patologico, egoista, vanesio e padre assente. Dopo una sequenza di errori tragicomici finisce in carcere. Sembra che abbia toccato il fondo e, invece, proprio nel luogo più costrittivo che esista, nasce per lui un'occasione imprevista: fondare una band con altri detenuti per partecipare al Roma Rock Contest e vincere i soldi necessari a mantenere una promessa fatta alla figlia Tina: portarla negli Usa per un leggendario "Rock Tour".
Un potere salvifico che Lillo spiega anche con un episodio recente della sua vita: "Per il Covid ho fatto un lungo ricovero e tre giorni di terapia intensiva. Ascoltavo cinque ore al giorno di musica rock enegetica, musica intensa e ritmata, dopo quei 3 giorni ho reagito. Il medico mi ha detto che l'energia muove gli anticorpi, è un fattore chimico".
Il film vuole raccontare la bellezza delle relazioni affettive e quindi ci serviva un luogo che le costringesse - racconta il regista Jublin - perchè è anche un luogo di speranza. Un tema di attualità, sembra che ci sia però uno spiraglio di apertura proprio nelle carceri e sulle condizioni dei detenuti. Le relazioni umane - aggiunge - ci salvano. Puoi essere nel posto più brutto, squallido e costrittivo dell'universo ma se ami qualcuno e sei amato in qualche modo sei salvo. Nel film c'è un mondo di solitudini che vengono curate alla fine dalla capacità di avere il coraggio di vivere l'amore". Secondo Lillo "la musica è la cosa più umana del mondo e ti aiuta a tirare fuori proprio quell'umanità". Concorda Naska: "Durante l'ultimo concerto di Ozzy Osbourne, dove ci si aspetterebbe solo spettatori 'metallari' duri e puri, alla fine tutti piangevano".
"Fare un film è stato una figata - dice all'ANSA Naska - perché era un progetto che univa la passione per la musica e quella per il cinema. Io sono molto fan del cinema, vado vado almeno una volta a settimana al cinema e ogni sera devo vedere un film altrimenti non dormo".
Naska ammette che "era un po' agitato perché comunque era la mia prima volta sul set, però poi ho trovato Lillo, Elio, Maurizio, Massimo, Valerio. E poi Andrea Jublin che mi ha diretto da Dio, quindi è stata una bellissima esperienza, anzi spero di farla ancora".
Forte anche l'impatto con le attrici. "Carolina Crescentini la conoscevo già, ma dallo schermo. C'è questa cosa divertente che c'è una scena dove lei che è la direttrice del carcere un po' mi fa il cazziatone, no? E io - racconta ridendo - ero terrorizzato talmente era brava! Dovevo stare zitto anche nella scena del film, però mi aveva talmente intimorito che anche se avessi avuto delle battute non ci sarei riuscito a dirle...".
   
 
Notizie dello stesso argomento
Trovati 38 record
Pagina
Nessun record risponde ai criteri di ricerca
Trovati 38 record
Pagina
  • Con Bancomat, scambi denaro, giochi e ti premi.
  • Punto di contatto tra produttori, rivenditori & fruitori di tecnologia
  • POSTE25 sett 720