Jaguar Land Rover Italia, l'Ad Daniele Maver: "Per l'auto il Governo deve fare di più"
Un settore in ginocchio, che necessita di interventi reali e concreti, ma che sino ad oggi - malgrado le sollecitazioni da parte delle imprese - non sono arrivati, nonostante il comparto dell’automobile incida in modo consistente sul Prodotto interno loro. Daniele Maver, presidente di Jaguar e Land Rover Italia, si aspetta ancora molto dal Governo in materia di misure per il rilancio dell’economia nazionale e, soprattutto, del comparto automobilistico, che non sembra essere tenuto nella giusta considerazione dall’esecutivo di Giuseppe Conte, almeno sino ad ora.
Presidente Maver, la prima domanda inevitabilmente riguarda il decreto rilancio del Governo. È stato fatto tutto quello che si poteva, oppure si poteva e si può fare qualcosa di più?
"Il decreto rilancio emanato dal Governo prevede una cifra di 55 miliardi che è abbastanza rilevante ma, al tempo stesso, un po’ deludente dal punto di vista delle misure di stimolo della domanda. Sono presenti indubbiamente una serie di importantissime iniziative a favore di diverse categorie sociali e di sostegno a quelle in assoluta difficoltà, ma se vogliamo far ripartire veramente l’Italia occorrono stimoli alla crescita della domanda interna per creare nuovi posti di lavoro e permettere alle imprese di riprendersi. L’unica misura che ho riscontrato in tal senso è quella per l’edilizia riguardo agli interventi di aggiornamento energetico; poi ci sono state diverse misure con stanziamenti non certo elevati, dai 100 milioni stanziati per incentivare l’acquisto di auto elettriche, piuttosto che i 120 milioni per la micro-mobilità. Sono misure che non sono in grado di risollevare una situazione drammaticamente complicata per il settore automobilistico che deve essere rilanciato anche per tre motivi principali. Il primo riguarda il peso che ha questo comparto sull’economia del Paese, con l’11% del PIL e circa 80 miliardi di euro annui delle entrate tributarie, le quali rischiano di dimezzarsi fortemente e ciò rappresenterebbe una perdita importante per le casse dello Stato. Il secondo fattore sta nel minore inquinamento conseguente ad un rinnovo del parco circolante: in Italia il 30% delle automobili in circolazione (circa 10 milioni di macchine) sono vecchie, hanno più di 15 anni e, quindi, sono poco sicure ed inquinanti. Dovrebbero essere stanziati dei fondi più ampi per permettere a persone e famiglie di cambiare macchina e non solo per comprare vetture ibride che rappresentano, per ora, solo un 3% massimo del mercato totale. Bisogna puntare al rinnovo del parco circolante con auto elettriche, ibride, ma anche con quelle di ultima generazione. Il terzo motivo riguarda la sicurezza: diversi valori indicano come le persone si sentano più sicure ad utilizzare un’auto privata piuttosto che un mezzo pubblico. Oggi l’automobile è assolutamente indispensabile ed è il posto più sicuro al mondo per qualsiasi tipo di spostamento. Chiaramente ciò comporta un più alto numero di macchine in circolazione e, quindi, più traffico potenziale, ma se pensiamo a quanto detto in precedenza possiamo concordare che più incentivi a riguardo sarebbero assolutamente necessari, soprattutto dal punto di vista della sicurezza".
Presidente, come sta dialogando il vostro settore con il Governo in questa delicata contingenza? Le sembra un dialogo costruttivo che porterà a dei risultati in breve tempo?
"Il dialogo con il Governo viene portato avanti tramite l’UNRAE, che ci aggiorna costantemente. Abbiamo avuto come interlocutore il ministro per lo Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, al quale abbiamo presentato le nostre richieste: innanzitutto l’ampliamento della fascia degli incentivi attualmente previsti, che oggi riguardano il 2-3% delle vendite. Occorre, poi, un forte stimolo al rinnovo del parco delle macchine che circolano attualmente. I contatti sono continui e quotidianamente veniamo aggiornati soprattutto in merito ai fondi del Recovery Fund. C’è la coscienza che sono state stanziate importanti misure di contenimento sociale, ma ora c’è l’assoluta esigenza di riaccendere la domanda dei consumi e ricominciare a far ripartire tutte le attività in tutti i settori. Per rimettere in moto questo processo è ben presente a tutti gli interlocutori che il settore automobilistico è centrale. Legata alla discussione dell’uso dei fondi europei, c’è anche l’esigenza di giungere ad interventi immediati: è una situazione drammaticamente urgente che non può prevedere lo stanziamento di fondi nel corso del tempo. Occorrono incentivi utilizzabili da subito. Il settore impiega 60 mila persone e con il calo che abbiamo riscontrato nei mesi del lockdown (-98% del fatturato ad aprile e -50% a maggio) c’è un forte rischio ed un allarme occupazionale importante".
Abbiamo parlato della necessità di ampliare la fascia degli incentivi e dell’esigenza di rinnovare il parco macchine. C’è anche la questione del regime di deducibilità dell’Iva per cui le nostre imprese sono fortemente penalizzate rispetto a quanto accade in altri Paesi. Qual è il suo punto di vista in merito?
"Come UNRAE chiediamo misure incisive anche sulla deducibilità dell’Iva, che darebbero un sostegno decisivo al settore ed un contributo fondamentale al rinnovo del parco auto. I clienti più attenti alle novità tecnologiche e al tema della sostenibilità sono certamente coloro che fanno parte del settore business. Indubbiamente le imprese italiane sono svantaggiate rispetto alla concorrenza estera in termini di deducibilità dell’Iva. Oggi tutte le imprese, per quanto riguarda i costi delle auto aziendali, sono penalizzate, potendo scaricare solo il 40% dell’Iva. Il regime di deducibilità dell’Iva per le imprese dovrebbe essere equiparato a quelle del resto dei Paesi europei".
Un’ultima domanda, Jaguar Land Rover Italia come si sta organizzando per affrontare i prossimi mesi?
"Abbiamo adottato delle misure di sicurezza comuni a tutti i grandi marchi che riguardano l’ingresso dei clienti e le aree vendita e post-vendita. Stiamo, inoltre, incoraggiando un approccio online e digitale per prenotare tagliandi ed i vari servizi di manutenzione. Questo è un momento importante perché abbiamo lanciato ad inizio anno la Jaguar F-Type, emblema del marchio Jaguar che rappresenta appieno eleganza e sportività in tutti i suoi aspetti. Proprio in questi giorni stiamo lanciando la Land Rover Defender, in ritardo di due mesi a causa dell’emergenza Covid. La Defender è un progetto nato nel 1948 e che è rimasto invariato, mantenendo fedeltà al progetto originario nonostante gli inevitabili aggiornamenti dal punto di vista tecnologico e del design. Non vogliamo rinunciare ad un momento così importante per i nostri marchi e abbiamo previsto la presentazione di tutte queste novità in eventi che stiamo organizzando nella massima sicurezza, per tutti i partecipanti, con la stampa e con i nostri clienti. Sull’onda dei veicoli ecologici, dopo l’estate arriveranno le versioni ibride plug-in di due nostri modelli famosi: Evoque e Discovery Sport, due vetture molto performanti in termini di vendita e avranno anche questa ulteriore versione che si tramuta in una nuova possibilità per i clienti".
Presidente so che desidera aggiungere un’ulteriore riflessione.
"Si tratta di un aspetto che non viene mai segnalato. Mi riferisco ai blocchi del traffico, ovviamente, quelli che avvenivano prima del lockdown, decisi da molti sindaci, con modalità molto differenti fra loro e che rappresentavano un disincentivo per tutti. Se un sindaco attua un blocco totale e indiscriminato, ingenera confusione e disorientamento in chi, per esempio, ha acquistato una nuova vettura e si trova costretto a non poterla usare la domenica. Un provvedimento quindi che rappresenta un disincentivo a cambiare vettura e al rinnovamento generale del parco auto. Se lo stesso sindaco invece dispone il blocco del traffico, escludendo però da esso le vetture ibride ed elettriche di ultima generazione, questo suo provvedimento può diventare uno stimolo gratuito al rinnovo del parco auto, in quanto il cliente è più incentivato a cambiare la vettura, lasciando un modello vecchio per uno di ultima generazione. Un provvedimento così semplice può essere gratuito per lo Stato e per i Comuni e al tempo stesso essere motivo di stimolo per l’acquisto di una nuova vettura".