Wall Street chiude positiva, Asia apre tra cautela e rimbalzi
Il clima di fine anno sostiene i listini Usa, mentre in Asia prevale un mix di recuperi e prudenza. Cambi e materie prime restano il termometro della seduta.
Wall Street ha salutato l’ultima seduta utile prima delle chiusure festive con un tono da fine anno:
compratori presenti ma non aggressivi, volumi più sottili e la sensazione che basti poco per muovere i prezzi.
Il copione è quello tipico del periodo: si difendono i guadagni maturati nel 2025 e si aggiusta il portafoglio
in vista del nuovo anno, senza strappi.
Come ha chiuso Wall Street
- S&P 500 in progresso moderato, sostenuto da consumi e industriali.
- Dow Jones in rialzo contenuto, con rotazioni verso titoli più “difensivi”.
- Nasdaq ancora brillante: tecnologia e temi legati all’AI restano il motore emotivo del mercato.
Il messaggio della serata è semplice: il sentiment resta costruttivo, ma la leggerezza degli scambi
amplifica ogni movimento, anche quelli piccoli.
In Asia, l’apertura ha mostrato una faccia più sfumata. Qui la parola chiave è selettività:
alcuni listini provano ad agganciarsi alla scia americana, altri rallentano tra prese di profitto e fattori domestici.
Le festività riducono la liquidità e rendono più “nervosi” gli ordini, con variazioni spesso contenute ma rapide.
Come hanno aperto le Borse asiatiche
- Tokyo apre cauta: yen osservato speciale e attenzione ai grandi esportatori.
- Cina leggermente positiva: focus su stimoli, credito e comparto immobiliare.
- Hong Kong altalena iniziale: tecnologia in evidenza, ma il mercato resta sensibile al rischio globale.
- Australia più debole: banche e materie prime influenzano l’umore.
Sul fronte valutario, il dollaro resta sotto la lente: tra aspettative sui tassi e flussi di fine anno,
i cambi spesso raccontano più delle azioni. Un dollaro meno tonico può sostenere le materie prime e alleggerire
la pressione su alcune economie emergenti; al contrario, un rimbalzo del biglietto verde può riaccendere
l’avversione al rischio.
Valute: i punti da monitorare
- EUR/USD: range stretto, mercato in attesa di indicazioni più nette su crescita e tassi.
- USD/JPY: lo yen resta sensibile a volatilità e possibili interventi “anti-eccessi”.
- GBP e valute cicliche: reagiscono al tono del rischio e alle prospettive macro del 2026.
Le materie prime, intanto, si prendono una fetta di scena. L’oro continua a comportarsi da
“coperta di sicurezza” quando geopolitica e tassi reali fanno rumore, mentre il petrolio tende a muoversi
con passo più misurato: domanda globale, decisioni dell’offerta e geopolitica restano le tre manopole da girare.
Materie prime: cosa sta guidando i prezzi
- Oro: domanda rifugio e sensibilità alle aspettative sui tassi.
- Petrolio: equilibrio fragile tra domanda e offerta, volatilità contenuta ma pronta a riaccendersi.
- Metalli industriali: legati a Cina, infrastrutture e ciclo manifatturiero.
In sintesi: Wall Street chiude in territorio positivo in un contesto di fine anno, mentre
l’Asia apre con prudenza e qualche rimbalzo selettivo. Tra cambi e commodities, il finale di dicembre
si conferma una partita di finezza: meno rumore, ma ogni segnale pesa di più.